Journey, titolo del 2012 targato Thatgamecompany, si è imposto come un’opera d’arte capace di conquistare milioni di giocatori, compreso il mio.

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La sua bellezza estetica, la musica emozionante e la profonda narrativa ricca di spunti filosofici, lo rendono un’esperienza unica nel panorama videoludico. Pochi altri titoli riescono a catturare l’essenza dell’esplorazione interiore e della connessione umana come Journey.

L’esperienza del viaggio inizia in completa solitudine, circondati da una distesa di sabbia dorata illuminata dal sole, una metafora che richiama la nascita della vita, il nostro venire alla luce, in quanto noi nasciamo soli e moriamo soli. Ma questa iniziale solitudine non è opprimente, anzi, è un’occasione per riflettere su se stessi e sul nostro primo passo nel mondo.

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Il nostro personaggio è un nomade, avvolto in un mantello rosso che ricorda la veste dei tuareg, il quale volge il suo sguardo verso la cima illuminata di una montagna, facendoci capire che quella sarà la meta del nostro pellegrinare; un pretesto per darci una direzione da seguire.

Durante il gioco è possibile imbattersi in altri viaggiatori, anch’essi vestiti con anonimi mantelli colorati. Inizialmente l’incontro con l’altro da sé suscita un certo timore e curiosità, anche perché l’esperienza non prevede alcun tipo di dialogo, ma ben presto si instaura un senso di connessione e di reciproca collaborazione. La solitudine dei due giocatori si sublima in un mutuo sostegno avvolto dalla discrezione del silenzio, ricordandoci che non siamo soli nel nostro errare. Una compassione universale che va oltre le parole e l’aspetto, fatta solo di gesti che ci danno la forza per affrontare le sfide che ci attendono.

In questa esperienza attraversiamo deserti sconfinati e rovine antiche come metafora dell’esplorazione interiore dell’anima senza proferire parola; un segreto senza voce che si rivela attraverso immagini evocative, un’estetica in grado di trasmettere un messaggio così forte che va oltre alla logica del discorso. Questa solennità, fatta di magnifici paesaggi misteriosi e allegorie della vita, ci offre un modo diverso di dialogare con il mondo e la natura rispetto a quello informativo e descrittivo con cui siamo abituati nella caotica vita di tutti i giorni; raggiungiamo quel momento in cui le parole si consumano e il silenzio inizia a raccontare il significato dell’esistenza umana e la sua connessione con il cosmo che la circonda.

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L’arte di Journey è semplice, intima, armoniosa ed elegante e questo connubio la rende straordinariamente bella. I paesaggi desertici, le rovine antiche e le distese innevate hanno una palette di colori che irradia emozioni e cattura l’immaginazione del giocatore per coinvolgerlo verso una dimensione fatta di meraviglia e scoperta. L’uso sapiente della luce e delle ombre crea atmosfere suggestive, mentre le animazioni fluide e realistiche conferiscono al viaggio del protagonista un senso di grazia e leggerezza. Questa bellezza visiva trasmette un senso di incanto, che arricchisce l’esperienza complessiva del gioco e ci invita a goderci ogni angolo di questo mondo fantastico.

L’esperienza videoludica è ricolma di simboli dati dall’intreccio di stoffa e colori. In primo luogo, si nota subito il caldo colore rosso della nostra lunga sciarpa, colore della vita e del fuoco, la quale è animata da un’energia spirituale che ci permette di superare la forza di gravità, di volare più in alto per superare gli ostacoli e di vedere il mondo da una prospettiva diversa, più lontana, dove i problemi si fanno più piccoli. Questa fascia assume un valore metaforico profondo rappresentando la vita stessa e i legami che ci uniscono agli altri, perché è proprio questo filo rosso ad agire come catalizzatore per l’energia individuale, creando una connessione tra noi, il mondo che ci circonda e gli altri giocatori.

Infatti, i murali raccontano questa connessione come qualcosa di integro che però si è spezzato, ciò simboleggia la fragilità dei rapporti e sottolineando come tutti i piccoli gesti di gentilezza e di compassione siano in qualche modo legati e possono fare la differenza nella vita del singolo e nel mondo. Rosso è anche il colore della stoffa “viva” che incontriamo lungo il nostro viaggio, residui che sembrano richiamare le veci di un’antica e opulenta civiltà senza nome, con un’architettura che richiama il Medio Oriente medievale; una magnificenza inghiottita dal tempo di cui rimangono solo rovine, un modo per mostrarci che nulla è eterno, nemmeno l’autorità di una grande potenza. Un altro simbolo cromatico è il bianco, colore della veste sacerdotale in cui risuona il sacro candore del divino che trascende l’esperienza materiale per guidarci verso la pace della vita ultraterrena.

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Per concludere, Il significato di Journey si manifesta attraverso una serie di temi filosofici universali che emergono durante il viaggio del protagonista. Il gioco enfatizza il senso della vita, che inizia con la nascita, la crescita, le difficoltà, la vecchiaia, la felicità e, infine, la morte rappresentata dall’ultimo passo verso la luce accompagnati dalle campane che suonano il solenne rintocco funebre. Questo finale fa intendere l’idea di reincarnazione, e di ritorno alla vita per essere guida a chi incomincia il suo pellegrinaggio.

La cosa che ho trovato più affascinante e che mi ha colpito intimamente di questo viaggio è l’introspezione che l’esperienza videoludica ti costringe a fare utilizzando la potenza simbolica delle immagini e la magnifica colonna sonora. Una traversata in cui lo scopo non è competere, vincere o correre alla meta finale. Quello che conta è affrontare il proprio cammino apprezzandolo al meglio, dando importanza al mondo che ci circonda e alle persone che incontriamo; dal vivere la vita qui e ora senza lasciarla sfuggire fra le pieghe della quotidianità dove tutto per scontato. Journey ci ricorda l’importanza di amare e di arricchirci positivamente con coloro che incrociamo nella nostra vita, tutti possono contribuire al nostro viaggio e noi possiamo fare lo stesso. (Da notare nei trofei l’importanza di affrontare il viaggio con altri giocatori e, in particolare, trovarne uno che ti stia accanto per tutta la vita).

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Journey è un viaggio che mostra l’interconnessione fra noi e un mondo bellissimo che troppo spesso banalizziamo, un’esperienza che ci propone una prospettiva diversa sulla vita.

Se hai già intrapreso il viaggio, fammelo sapere nei commenti e se non l’hai fatto ti invito a provare questa esperienza videoludica che mi ha emozionato.

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