Rise of the Ronin è un GDR d’azione sviluppato da Team Ninja in esclusiva per PS5, annunciato ufficialmente diversi anni fa, è stato rilasciato insieme a Dragon’s Dogma 2 il 22 marzo 2024. Il titolo di questa recensione è un riferimento ai Clash che potrete capire una volta avviato il gioco. Ho avuto qualche settimana di tempo per provare il gioco in maniera approfondita, provando diverse difficoltà e tutti gli stili e armi, questa recensione è priva di spoiler.

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Stile e mondo di gioco

La principale critica rivolta a questo gioco riguarda la sua grafica, visibilmente datata, non certo ciò che si aspetta da una esclusiva tripla A di Sony, ma si tratta di critiche superficiali e sterili, la grafica da che mondo è mondo non stabilisce la qualità di un gioco. Ammetto che il primo impatto non è dei migliori, ci vuole un po’ ad abituarsi alla grafica e consiglio di impostarla su performance (rimuovete anche sfocatura movimento e grana pellicola) da che fidelity e Ray Tracing non sono i modi migliori di esperire del gioco. La ragione per cui la grafica è stata criticata è lo stile realistico tipico delle produzioni Team Ninja, ma l’aver stretto sulla grafica dovrebbe aver ridotto i costi di produzione in maniera ragionevole restituendo comunque al giocatore un videogioco incredibile (Spiderman 2 ha dimostrato quanto siano insostenibili i giochi ad alto budget ormai).

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Il Giappone di Rise of the Ronin racconta un periodo per lo più sconosciuto, ovvero il momento di apertura all’Occidente dopo diversi secoli di auto isolamento. Lo sperimentare questo periodo storico mescola paesaggi naturali curati ad antiche strutture in decadenza, fino alle città, commistione di pianificazione urbana prettamente giapponese ad edifici di matrice occidentale, quartieri cinesi e quartieri poveri. La transizione del Giappone è rappresentata in maniera sopraffina anche avendo studiato la storia, presentando diversi personaggi che già dal nome sono un biglietto da visita. La regia con la quale le scene di intermezzo sono dirette è straordinaria è mai banale, con tagli originali e inquadrature non sempre scontate, il gioco è anche doppiato in Italiano, ma non saprei dirvi se l’ho trovato davvero buono visto che non ho avuto modo di fare confronti.

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L’open World mi è stato graditissimo, ricco di attività strettamente correlate ai personaggi, carico di missioni secondarie e scontri epici pieni di possibilità. I collezionabili sono semplici e non in numero esagerato, gradevoli e fanno ampio uso del sistema di movimento per il raggiungimento di punti fotografici e attrezzatura leggendaria. Molta attrezzatura, anche leggendaria sarà ottenibile in più copie superando sfide o acquistandole con la valuta rara reperibile negli scrigni o dando un sacco di soldi al proprio cane. L’equipaggiamento trovato può essere usato anche per personalizzare il proprio personaggio, all’inizio vi sarà chiesto infatti di personalizzare due personaggi, il protagonista e un comprimario. Questi potranno cambiare nell’aspetto ogni qual volta desidererete dalla vostra casa e potrete anche impostare l’abbigliamento di modo da non essere sempre uno strano incrocio dei vari equipaggiamenti indossati.

Il combattimento e il gameplay

Siamo ora alla parte centrale di questo gioco, reale protagonista di Rise of the Ronin è il suo combattimento, discendente dal filone Sekiro che insegna che il tempismo è essenziale. Il combattimento infatti è strutturato sulla deviazione dei colpi nemici allo scopo di sferrare attacchi critici una volta che il loro terrore è al massimo. In combattimento si può usare il salto, la schivata, la parata, gli attacchi base o caricati, quelli a distanza e degli attacchi speciali che si ottengono migliorando i vari stili di combattimento.

La deviazione può essere effettuata su qualunque tipo di attacco, ravvicinato, potente, veloce o a distanza che sia. Con alcuni amici abbiamo discusso il tempismo delle deviazioni, cosa per cui alcuni hanno trovato difficoltà a leggere senza aver sperimentato almeno una volta certi attacchi. C’è da dire che questa meccanica è legata al tipo di arma e stile adottato al momento dello scontro, visto che ognuno ha tempismo e area di influenza differente, con possibilità o meno di fare danni. Ci sono infatti certi tipi di deviazione che sono innegabilmente migliori contro certi attacchi ed il gioco cerca di fartelo presente mettendo un rapporto tra gli stili in virtù del quale per esempio contro un nemico con armi pesanti, è meglio usare uno stile rapido. La mia verità tuttavia è che ciò che conta è la velocità e la latenza della deviazione, in quanto certi tipi di deviazione durano più a lungo e sono molto efficaci contro gli attacchi ritardati dei nemici potenti. Ma come è possibile capire qual è il momento migliore in cui premere il tasto di deviazione? Per la mia esperienza ho notato che la punta dell’arma del nemico emette un breve bagliore bianco nel momento esatto in cui si dovrebbe premere il tasto, fate così e non dovreste avere problemi.

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Il combattimento non si limita a questo come abbiamo detto, ed offre un’esperienza bilanciata e meravigliosa a mio avviso, per la quale bisogna anche scegliere coscientemente la difficoltà. In base alla difficoltà selezionata, non sarà influenzato solo il livello di skill da voi richiesto, ma anche la preparazione agli scontri, la migliore gestione dei bonus sulle armi e armature, nonché l’uso pesante di strumenti, buff e debuff. Ho delineato le difficoltà in questo modo: tramonto è Nioh 2, pesante, ma avvincete, ogni vostro passo andrà pesato, Crepuscolo è lo standard, stiamo giocando a Sekiro o Nioh in cui gli errori possono capitare, Alba invece è Assassin’s Creed 2, la preparazione viene meno, ma è una sfida onesta, se non altro vi permette di godervi al meglio l’open world. Per giunta la difficoltà può essere cambiata in ogni momento (o quasi) e i checkpoint sono sempre messi in maniera da non far risultare frustrante ogni morte.

I nemici in Rise of the Ronin sono persone come noi, ma incazzatissimi, di diversi archetipi, ma le cui armi modificano assai l’approccio che il giocatore dovrà adottare. Ciascuno può sferrare attacchi che altri nemici vestiti in maniera diversa, pur con le stesse armi non possono effettuare e la varietà schizza alle stelle. I nemici possono anche essere affrontati in stealth, ma si tratta di uno stealth in cui l’aggro dei nemici è come in Dark Souls 1, vale a dire che se c’è un tizio dentro una casa e tu combatti in piazza, quello non se ne rende conto, basta che non sia girato dalla tua parte.

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Il combattimento gode di tantissimi accessori che fanno anche parte dell’open world, come il rampino, il mio strumento preferito visto che aumenta notevolmente le possibilità in combattimento, consentendo a livelli più alti di fare il bello e il cattivo tempo coi nemici, scagliandoli da tutte le parti o rubando i loro buff prima che li applichino. Oltre al rampino abbiamo delle ali con cui planare in giro per la mappa, eseguire degli omicidi dall’alto e in generale pochissimo platform, anche se talvolta sarà obbligatorio, non ne sono contento, ma ci sta. Piccola parentesi sul movimento: Il nostro personaggio si muove in maniera decisa, che può disorientare all’inizio, proprio come in Dark Souls 1 o Nioh, ma ci si fa l’abitudine e finché non è come The Witcher va bene tutto.

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Gli stili li ho menzionati diverse volte, ma ecco cosa sono esattamente: modi di impugnare le proprie armi che cambiano gli attacchi possibili e le deviazioni. Sono un numero esorbitante e quasi tutti hanno una loro storia reale (ogni tanto spulciate il glossario di gioco perché è meraviglioso). Come menzionavo, c’è lo stile neutro, veloce, potente e shinobi, ma sono archetipi fini a se stessi perché ogni stile è profondamente diverso dagli altri, tant’è che uno stile rapido di Katana è di tipo Iaido (sfodera, attacca e rinfodera) per esempio. L’unica lamentela possibile rispetto a questo è il fatto che per Katana siano disponibili una decina di stili, mentre per le altre armi il massimo è 3/4, ma lo capisco. Quando scegliete l’arma principale dovete anche scegliere gli stili che possono essere cambiato durante il combattimento e ciò che consiglio è di non metterli secondo logiche di sasso carta forbice, ma in base a come vi trovate con essi, cercando di capire che avversario avete di fronte. La mia arma preferita comunque è la spada cinese.

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Ultimo argomento prima di tirare le fila del discorso: i compagni. Oltre all’open World, Rise of the Ronin possiede moltissime sezioni lineari in cui portare due compagni armati. Questi compagni possono essere incontrati nelle missioni principali, ma soprattutto nelle secondarie. Il bello è che ogni volta che staremo giocando con due compagni, potremmo controllarli direttamente cambiando il personaggio attivo. Per migliorare i rapporti coi compagni basta usarli o fargli regali, ci si può addirittura lanciare in una relazione amorosa con gran parte del cast. Se uno dei nostri compagni conosce uno stile a noi ignoto o in cui siamo inesperti, possiamo affrontarlo nel dojo quante volte desideriamo, in quella che è a tutti gli effetti la mia attività preferita, duello 1v1 dritto per dritto.

Il combattimento in questo gioco è spettacolare, mi mancava giocare a un action RPG così completo e bilanciato, capace di mettere insieme molte meccaniche in una ricetta che funziona e funziona bene. Sono davvero contento che ci siano ancora studi come Team Ninja che si cimentano in imprese che potrebbero non vendere a tutti (anche se la selezione della difficoltà è una cosa che sarà stata imposta da Sony). Il combattimento viene vissuto con tecnica e violenza, se hai letto almeno un libro sui samurai, sentirai proprio il tuo respiro e il tuo cuore andare a tempo mentre fremi dalla voglia di sconfiggere i nemici e farli a pezzi.

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Conclusione

Per concludere Rise of the Ronin è un prodotto magnifico, figlio di un modo di fare che esula dalla tipicità trita e ritrita delle esclusive Sony tutte uguali tra loro. Abbiamo un gioco che funziona e anche se non è una meraviglia grafica, fa il suo lavoro in maniera esemplare. Il gioco è capace di farvi passare ore intense, ma anche distese se voleste abbassare la difficoltà per godervi un po’ il viaggio in certi momenti. Lo tengo in gran considerazione e finora è uno dei migliori giochi usciti quest’anno, dategli una possibilità anche se non foste super appassionati di Soulslike, non vergognatevi di modificare la difficoltà a seconda del momento e del gioco che state affrontando. Ed ora ecco il verdetto:

Rise of the Ronin

Summary

Rise of the Ronin è l’esclusiva PlayStation 5 che non sembra un’esclusiva, ma quello che sembra un minerale grezzo è in realtà un giacimento di terre rare altamente ricco e delizioso. Un’esperienza d’impatto in cui ogni vittoria del giocatore è meritata e ricompensata, in un Giappone che cade a pezzi. Questo voto alto non è dato a cuor leggero, ma è per un gioco che nel suo genere diventa campione, ma soprattutto, ciò che conta davvero: è bello e divertente da giocare!

Overall
90/10
10/10

Pros

  • Combattimento profondo e vario
  • Ambientazione sopraffine
  • Alta personalità e personalizzazione

Cons

  • Scelte non impattanti
  • Grafica non al meglio
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