Percorriamo le tappe di un titolo videoludico spaziale: No Man’s Sky.

Nel 2013 emerge l’annuncio di uno dei più grandi e pretenziosi titoli del panorama videoludico. Vuole essere una pietra miliare per tutto il settore. Tre anni dopo, No Man’s Sky vede la luce prematuramente.

Annuncio.

La promessa di No Man’s Sky.

Il gioco ai tempi promette di essere l’esperienza definitiva di esplorazione spaziale. Il tutto grazie ad interi sistemi planetari generati proceduralmente, così come le creature che li abitano.

Tuttavia, al lancio, nel 2016, per PlayStation 4 e PC, il gioco non risulta come tutti lo vedevano nei trailer e pieno di errori che ne compromettevano l’utilizzo.

Il gioco era limitato all’esplorazione ed alla raccolta di risorse da usare per sopravvivere, migliorare l’equipaggiamento e viaggiare più lontano. Il tutto anche incontrando altre creature senzienti e macchine che volevano combattere, mentre tu cercavi di raggiungere il centro dell’universo.

L’opinione del pubblico.

Il grande pubblico si limita ad osservare che le grandi promesse non sono rispettate. Però i più attenti al tempo notano quanto gli algoritmi per la generazione procedurale del mondo siano dettagliati… al limite della scienza naturale.

Tutti i pianeti hanno alle spalle un codice diverso che considera ogni aspetto fisico e chimico implicato nella creazione di un mondo realistico.

Reso irreale dall’estetica del gioco per dare più margine al programma, libero dallo stress di texture pesanti e modelli dettagliati.

Le fondamenta per un capolavoro c’erano, ma mancavano un fine, il senso di progressione e innumerevoli dettagli promessi. Il gioco ormai era bistrattato da tutti e il suo valore commerciale precipitò in pochi mesi. 

I primi due anni

Hello Games, la software house, non si è mai data per vinta e continuò a lavorare a degli aggiornamenti gratuiti e patch per rispettare le promesse fatte e addirittura superarle.

Ad otto mesi dal lancio si rilascia Foundation, il primo grande aggiornamento che introdusse: due modalità di gioco, la costruzione di avamposti, e non solo. Un altro esempio è l’agricoltura e la possibilità di acquistare grandi navi, oltre a vari miglioramenti.

L’aggiunta degli avamposti in un gioco dove bisogna andare sempre più in là, si gestisce bene tramite un servizio di teletrasporto verso luoghi conosciuti anche in altri sistemi planetari.

no mans sky gaming foto steam

Ai giocatori si dà anche il primo assaggio di multiplayer, potendo trovare basi di altri giocatori nei propri viaggi. Il tutto grazie a Pathfinder, secondo update che portò un sistema di classi e livelli sia per le astronavi che per il multi-tool (lo strumento per estrarre risorse e difendersi). Anche oltre a i mezzi terrestri per l’esplorazione e la raccolta. Il gioco al periodo risulta ancora privo di uno scopo. 

Dopo un anno…

Esattamente ad un anno dal lancio, arriva Atlas Rises, il terzo aggiornamento gratuito al gioco che ormai si distingue chiaramente dalla sua versione iniziale. Ha finalmente una marea di storie ed avventure generate anch’esse proceduralmente. Incredibilmente funzionano e raramente si ripetono dando anche possibilità di scelta al giocatore. Aumentando il livello di immedesimazione anche grazie a centinaia di strutture antiche sparse per i pianeti di civiltà che furono.

No Man’s Sky: un po’ di conti… spaziali.

In solo un anno il gioco era diventato molto più vasto, ricco e godibile, valeva bene i 60 € di lancio. Ormai però aveva perso il pubblico a causa del suo lancio molto scarso. Dopo Atlas Rises passò un anno di nulla (patch minori a parte) come se gli sviluppatori si fossero arresi, ma nell’estate del 2018 il gioco approdò anche su XBox One insieme al grande aggiornamento Next.

Il multiplayer, la personalizzazione e gli oceani non sono nemmeno un decimo di tutte le novità apportate, che se anche minime, sollevarono di molto le quotazioni di Hello Games che alzò finalmente il prezzo a € 40.

Quello che il giocatore aveva di fronte allora, era il gioco più grande e vario mai creato, una mappa che misurava in scala 317 mila miliardi di miliardi di chilometri quadrati, la mappa di gioco più grande mai creata.

Beyond e oltre

Il gioco ormai ha una marcia in più rispetto ad ogni altro mai esistito, ai tempi si rilasciano a raffica aggiornamenti come The Abyss (oceani migliorati con possibilità di costruzione, creature e sottomarini). Altro aggiornamento, Visions (ulteriore diversificazione planetaria, archeologia e interazioni migliorate) che resero ancora più bella l’esperienza di gioco in preparazione a Beyond.

E c’è anche una sorprendente novità in No Man’s Sky: la realtà virtuale VR!

Dopo tre anni dall’uscita, No Man’s Sky si rilascia nella sua nuova versione No Man’s Sky Beyond (non serve comprarlo nuovo, basta aggiornarlo), ora sembrava davvero un gioco nuovo, limato in tutto e per tutto con l’aggiunta della modalità VR (che non posso raccontare per ragioni di spazio).

Ogni aggiornamento incarna il concetto stesso di aggiornamento. Ascoltando la community e collaborando con essa si è costruito il gioco più grande di sempre e tutt’ora riceve continui aggiornamenti.

Soprattutto Hello Games ha rispettato la parola data ed è pure andata oltre, anche se speriamo che non accadano più rilasci a prezzo pieno di giochi incompleti.

Che vogliate esplorare solitari, scoprire i segreti dell’universo, costruire la vostra fattoria di piante ed animali aliene, spargere il terrore e conquistare economicamente o violentemente la galassia con una flotta ai vostri ordini, No Man’s Sky è la vostra strada verso lo spazio ed un esempio per tutti gli sviluppatori su come bisogna fare per supportare un videogioco e farlo diventare un mondo più grande del mondo, diverso ed unico per ciascuno.

Potrebbe interessarvi una ulteriore recensione, su Rainbow Six Siege e l’anno 5.

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ErCapoAlex
ErCapoAlex
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3 anni fa

Complimenti per l’articolo 🙂