Gangs of New York Five Points screenshot

Oggi, come vi avevo già anticipato, vi parlerò di un altra opera di Martin Scorsese. Quello di oggi è un grande cult dei primi anni 2000, uno dei migliori film del regista italo americano. Mi riferisco, infatti, a “Gangs of New York”, kolossal del 2002  interamente girato in un gigantesco set di Cinecittà. Questo è sicuramente uno dei progetti più grandi e ambiziosi mai realizzati da Scorsese e una delle sue produzioni più travagliate della sua carriera. Nonostante l’ enorme mole di lavoro e delle difficoltà apparentemente insormontabili, possiamo tutti ritenerci fortunati che questo grande regista non ha mai abbandonato la sua idea e alla fine ne ha tratto uno dei suoi film più belli in assoluto!

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La trama.

Il film è ambientato nella New York del XIX secolo. Il protagonista è il giovane Amsterdam Vallon, figlio del capo dei “conigli morti”, ovvero la gang di immigrati irlandesi in conflitto con quella dei Nativi. In uno scontro fra le due bande, le quali si contendono il controllo dei Five points, il temibile leader dei Nativi Bill il Macellaio uccide il padre sotto gli occhi del protagonista ancora bambino. Quest’ ultimo dopo essere scappato, torna 16 anni dopo a New York per fingere di unirsi ai Nativi per poi vendicarsi della morte del padre. Ma la situazione degenerera’ innescando di nuovo la faida tra gang.

L’ America nata col sangue. 

Questo film è sostanzialmente un epica rappresentazione delle turbolente origini della New York moderna, che tutti noi conosciamo. Ci viene infatti mostrata una città con flussi migratori molto intensi, i quali erano causa di forti tensioni sociali. Queste, inoltre, venivano aggravate dall’ alto tasso di malavita e,  come se non bastasse, nel 1861 scoppiò la Guerra Civile. Quest’ ultima, seppure non sia il tema principale, va comunque a completare lo sfondo di un’ America che fatica enormemente a trovare maggior ordine, soprattutto dal punto di vista sociale e politico. 

L’ America è qui rappresentata come un paese dal violento conflitto di più ideologie, soprattutto all’ interno delle gang. Ad esempio i Nativi, composti da Anglosassoni, sono dei Nazionalisti convinti e sono protestanti, invece i “Conigli morti”, di matrice irlandese sono cattolici.

Un ruolo fondamentale appartiene anche alla religione, infatti è una cosa che separa queste gang ma allo stesso tempo le accomuna. Esse, seppure abbiano due dotrine diverse che li portano a combattere fra di loro, pregano lo stesso dio, il quale però per entrambe diventa non più il Dio cristiano, bensì un dio della Guerra, il quale giudica chi deve vincere o perdere.

La forma.

In questo epico film, la regia di Scorsese è più maestosa che mai. Essa da grande risalto sopratutto alle ambientazioni rese alla perfezione attraverso le scenografie del nostro Dante Ferretti, il quale, con profondissima accuratezza storica, ha costruito un gigantesco set della New York di quell’ epoca.

Assolutamente straordinari i costumi e la fotografia, la quale rende le immagini dei quadri in movimento.

Ottime le musiche di Howard Shore e il cast è semplicemente da paura. Leonardo Di Caprio è semplicemente perfetto per il ruolo di Amsterdam e c’ è una Cameron Diaz tutto sommato non male. Interessante anche la presenza di attori del calibro di Liam Neeson, Brendan Gleeson, John C Reilly, Jim Broadbent e Henry Thomas.

Tutti questi fanno un eccezionale lavoro, ma è impossibile non ammettere che vengono tutti superati dalla mostruosa interpretazione di Daniel Day Lewis, il quale interpreta Bill il macellaio, il personaggio più riuscito di tutto il film.

In conclusione.

“Gangs of New York” è senza dubbio uno dei più grandi film del mitico Martin Scorsese,  il quale, attraverso un approccio da neorealismo italiano, realizza un interessantissimo affresco di un’ America che ha raggiunto la sia grandezza ad un prezzo altissimo, quello del Sangue.

Se non avete ancora visto questo straordinario capolavoro, siete pregati di farlo immediatamente!

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