Oggi vi parlerò di un’ altra grande opera di Martin Scorsese ed è “Casinò”. Datato 1995, questo film va a chiudere la “trilogia sulla mafia” iniziata nel 1973 con “Mean Streets” e proseguita con il mitico “Quei bravi ragazzi” nel 1990.
La trama
Sam Rothstein, chiamato “Asso” è un abilissimo allibratore che lavora per conto della Chicago Outfit, una nota organizzazione mafiosa. Il boss gli affida la gestione di un casinò appena aperto a Las Vegas e gli affianca l’ irascibile Nicky Santoro, il quale si assicura che nessuno manchi di rispetto ad Asso e di conseguenza alla famiglia mafiosa. Sam, inoltre, si innamorerà di Ginger, una prostituta che egli userà per spolpare i clienti più ricchi. Questa è la storia di come l’ ambizione, l’ avidità e la passione possano determinare il successo o il fallimento di un enorme impero finanziario
Un “Quei bravi ragazzi” più pompato
Scorsese torna a collaborare con Nicolas Pileggi per provare a replicare il grande successo di “Quei bravi ragazzi”. Per questo motivo, oltre a riunire buona parte dei membri di quel mitico cast, viene riproposta la stessa tecnica narrativa molto diretta grazie alle voci fuori campo e che è ricca di digressioni, per caratterizzare al meglio i personaggi e approfondire la storia. Se però “Quei bravi ragazzi” era il ritratto della vita da mafioso, “Casinò” ha invece lo sguardo specificatamente rivolto verso i loschi affari dei casinò di Las Vegas. Il film è infatti ambientato negli anni ottanta, periodo dove la finanza, statunitense impazzava ruggente. Las Vegas, inoltre, è la capitale mondiale del gioco d’azzardo, del vizio ed è sempre stata protagonista nel diffondere il “sogno americano”, il quale qui viene rappresentato esattamente come il bottino del gioco d’azzardo, ovvero una scommessa che puoi vincere o perdere in un attimo. Ed è per questo che qui viene mostrata la natura umana in tutta la sua avidità, che fa affidamento ad un sistema fatto a posta affinché si riesca ad arraffare i soldi di chi tenta la fortuna, facendo scommesse che possono essere un trionfo o una misera caduta.
La forma
E anche qui Scorsese tira fuori una regia a dir poco spettacolare, molto vivace come la sua luccicante fotografia che rende al meglio l’ ambientazione sgargiante di un tipico casinò di Las Vegas. Essa è resa alla perfezione dalle scenografie di Dante Ferretti e molto belli anche i costumi. Incredibile anche il montaggio della solita Thelma Schoonmaker. Per quanto riguarda le interpretazioni, Sharon Stone è semplicemente perfetta nel ruolo da femme fatale di Ginger. Robert De Niro, qui nel ruolo di asso, è come sempre fantastico ma c’ è da ammettere che c’ è un grandissimo Joe Pesci che spesso gli ruba la scena.
In conclusione
Pur non essendo iconico come “Quei bravi ragazzi”, “Casinò” è un bellissimo film diretto con grande maestria dal mitico Martin Scorsese e con un cast straordinario. Se non l’ avete ancora visto, vi consiglio di andare a recuperarlo!