I crossover da quando esiste l’intrattenimento sono una delle cose più apprezzate da che forniscono nuove esperienze narrative basate su personaggi e mondi con i quali abbiamo già familiarità. Il fascino del crossover deriva dall’interazione tra nomi e volti noti e prende derive molto piacevoli anche nelle storie più sciocche finché i personaggi agiscono secondo il loro carattere senza essere stravolti. L’intrattenimento moderno ha visto nei crossover una grande possibilità di lucro, ma nei videogiochi questo ha derive totalmente differenti. I nostri amati videogiochi sono infatti un media che si basa sull’interazione più degli altri e ogni esperienza con un titolo risulta diversa anche se di poco rispetto a quelle di altri giocatori. Dunque come vengono trattati i crossover in questo media e come si riconosce un buon crossover rispetto a uno sbagliato? Alla fine dell’articolo ci sarà una lista di crossover buoni e non.

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Le caratteristiche di un buon Crossover

Nei videogiochi partiamo dal presupposto che l’esperienza narrativa sia sempre in secondo piano rispetto alle dinamiche di gioco, ove quindi ciò che conta di più è la fedeltà del personaggio alla sua forma originale. Per esempio in qualsiasi gioco sia presente Sonic, egli dev’essere uno dei personaggi più veloci e capace di appallottolarsi, ma qualora queste caratteristiche non fossero rispettate, saremo di fronte a una semplice mascotte estetica inserita in un titolo, come in Mario e Sonic ai giochi olimpici. Il rapporto alla forma originale è chiaramente elastico poiché ogni creatura deve adattarsi alla realtà che vive anche in nome del bilanciamento del gioco in assoluto. Un esempio di questo è Ridley di Metroid rimpicciolito in Super Smash Bros, ma pur sempre in possesso di tutte le sue facoltà.

Un ulteriore criterio è la giustificazione, questo soprattutto per i giochi che cercano di fare della narrativa il loro cavallo di battaglia. La giustificazione in realtà è una delle cose fatte peggio solitamente, una mera scusa per far capitare tutti i personaggi desiderati nello stesso posto. Generalmente è una stupidaggine del tipo “il mago dello spazio ha portato qui tutti i personaggi di Final Fantasy e ora dobbiamo combattere” (serie Dissidia FF), ma può anche essere bene articolata in realtà che già prevedono reami reali separati, ma raggiungibili, come in Mortal Kombat Vs DC Universe. In ogni caso questo è sempre l’aspetto più carente, si può tradurre ogni volta in “perché sì”.

Terzo criterio essenziale è l’interazione tra i personaggi, soprattutto a livello fisico, ma anche dialogico. Perché un Crossover sia buono i personaggi devono poter rapportarsi tra loro in maniera quanto più equilibrata mantenendo ciascuno le proprie forze e debolezze. L’importante è che vi sia una chimica tra i personaggi nel loro modo di essere giocati senza renderli tutti troppo simili (Smash Ultimate da sempre è avanguardia in questo, pure Steve di Minecraft non stona e fa tutte le sue cose). Oltre al gameplay in senso stretto però è bello vedere i dialoghi tra questi in cui ciascuno mette in campo le conoscenze e unicità che riconosciamo dagli altri titoli in cui appare. Qui l’unico esempio possibile è Dante di Devil May Cry, che dovunque vada rimane lo stesso simpatico pirla, ma oltremodo fico, cacciatore di demoni, con le sue mosse e il suo modo di dire le cose (Si pensi a Viewtiful Joe, Marvel Vs Capcom…). I dialoghi in particolar modo sono ciò che fa vivere un crossover e i suoi vari cameo, ma non è facile averne di impattanti, specie coi personaggi DLC di altri franchise che non hanno un ruolo nella storia; Mortal Kombat per esempio impiegava (In MK 1 del 2023 non c’è questa cosa) uno scambio di battute prima di ogni scontro per cui anche Rambo o Predator si mescolavano bene con l’universo di MK.

C’è un‘altra forma di Crossover che però si sottrae alle precedenti logiche, ovvero quella che non riguarda i personaggi, ma i mondi di gioco e le meccaniche di questi. Gli esempi più brillanti ci vengono dal Giappone con Tokyo Mirage Session #FE (Crossover tra Shin Megami Tensei e Fire Emblem) (Anche se è discutibile la sua validità come titolo) e Pokémon Conquest (Crossover tra Pokémon e Nobunaga’s Ambition). Questi giochi mescolano personaggi di un franchise allo stile e gameplay di un altro, creando ibridi notevoli che sono sicuramente tra i modi migliori di proporre un Crossover serio almeno nella pianificazione.

I vizi dei Crossover

Ogni sgarro alle “regole” sopracitate costituisce un difetto per la buona realizzazione di un Crossover, sebbene possa essere più o meno grave. In ogni caso ormai sono i soldi che la fanno da padrone e i Crossover sono decisamente remunerativi ogni volta con la semplice spesa in termini di contrattazione da parte delle aziende per l’inserimento di proprietà intellettuali. Per questo molti prodotti non si curano di avere coerenza interna e rispetto per i personaggi, perché sono comunque fonti di guadagno a prescindere, ne sono una testimonianza i molteplici cloni di Smash Bros (che era giustificato con l’essere un parco giochi, molto semplice ed efficace) che non hanno un quarto dell’anima di Smash, ma sono progetti ben finanziati che hanno scelto lo stile platform picchiaduro solo perché Smash funziona così bene per i Crossover (di questo sono rei Multiversus, Nickelodeon all-star brawl e pure il mio adorato PlayStation all-stars battle royale feat. Parappa the rapper).

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Il vero problema quindi è che questi Crossover ci stanno sfuggendo di mano da ormai molti anni ed è una triste constatazione in un mondo in cui è possibile Dead Cells: Return to Castlevania, un DLC Crossover straordinario che riporta tra i vivi una saga leggendaria (vero motivo per cui ho deciso di fare questo articolo). Il maggiore esponente di questa deriva tristemente avida è Fortnite, che sebbene dia agli utenti numerosi motivi per supportare il gioco che ormai è enorme e vario, una realtà non definibile chiaramente addirittura (complimenti Epic Games, siete incredibili), si macchia della colpa di aggiungere camei per il puro gusto di farlo, senza connotarli in alcun modo, risultando in mera estetica il più delle volte, constatiamo tristemente.

Elenco di crossover buoni e non

Segnalo che se anche un Crossover non dovesse essere buono, non significa che non sia un buon gioco. Farò delle affermazioni forti, ma non indispettitevi e domandate con un commento delucidazioni su una scelta piuttosto che un’altra se foste punti da qualcosa.

CROSSOVER BUONICROSSOVER A CASO
Super Smash Bros (Serie)Fortnite
Mortal Kombat e Injustice (Serie)Mario e Sonic (Serie)
Dissidia Final Fantasy (Serie)Fire Emblem Warriors
Marvel Vs Capcom (Serie)Kingdom Hearts (Serie)
World of Final FantasyMultiversus
Pokémon ConquestSoulcalibur (Serie)
Mario + Rabbids (Serie)BlazBlue Cross Tag Battle
Street Fighter X TekkenBrawlhalla
Tokyo Mirage Session #FEPlayStation All-Stars BR
TC Ghost Recon (Serie)Nickelodeon All-Stars Brawl
Scribblenauts UnmaskedMetal Gear Solid: Peace Walker
Jump comics (Serie)Neptunia X Senran Kagura Ninja Wars
Taiko no Tatsujin (Serie)Disney Infinity (Serie)
Forza Motorsport/Horizon (Serie)Lego Dimensions

Conclusioni

Con questa dissertazione su cosa renda un Crossover, un buon Crossover abbiamo terminato, ma ricordo che alla fine ciò che conta è divertirsi con i giochi, per questo vi consiglio di esplorare questo mondo dei Crossover con delle raccomandazioni. Provate i titoli fan made perché sebbene non siano giustificati per niente, vengono fatti con molta cura e cuore, in particolare i prodotti moddati, come ve ne ho parlato in diversi articoli, raccomando: Rivals Of Aether, Mount & Blade e M.U.G.E.N.. Se avete trovato interessante l’articolo lasciate un commento perché sicuramente ritorneremo sull’argomento e sarei lieto di discutere con voi altri aspetti che non hanno trovato spazio qui sopra. Buona giornata cari lettori.

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