Poco più di un anno fa Elon Musk si è offerto di acquistare Twitter per la cifra di 43 miliardi di USD (ovvero i dollari americani). Da allora un sacco di cose sono cambiate per il social network che adesso ancora non riesce a ritrovare la stabilità iniziale. Il consiglio di amministrazione all’inizio era scettico sull’effettiva capacità di Musk di poter effettivamente disporre di una cifra del genere, almeno senza dover vendere molte delle sue azioni Tesla, per questo temporeggia fino a quando non arrivano delle valide garanzie. Musk infatti riuscirà ad acquistare formalmente Twitter solo il 28 ottobre, cinque mesi più tardi, ma in questo periodo aveva già fatto sentire la sua voce puntando il dito contro i vari fallimenti dell’azienda, in particolare scagliandosi contro gli account falsi che l’azienda dichiarava essere circa il 5% degli account complessivi, mentre Elon Musk, senza presentare dei veri dati o prove, stimava essere il 20%, arrivando anche ad accusare la società di essersi “rifiutata di fornire queste informazioni”.
L’acquisto verrà portato a termine dopo una causa contro Musk da parte di Twitter perché pagasse immediatamente i soldi che aveva promesso; in questo modo Musk è diventato il primo azionario di Twitter e cercherà di applicare la sua visione all’azienda, imponendo serrati e opprimenti ritmi produttivi ai dipendenti che accusano Musk di averli costretti a dormire in ufficio per non rimanere indietro con il lavoro.
Sotto il controllo di Musk inizia un periodo di pulizia di Twitter che vedrà innanzitutto il licenziamento del CEO e di altri quattro dirigenti, ma proseguirà per tutto l’anno con l’eliminazione di chi non starà al passo con le richieste del nuovo azionario. La prima turnata avverrà il 4 novembre con il licenziamento di circa metà dei 7500 dipendenti di Twitter, scelta che si rivelerà a dir poco affrettata, dato che poi Musk sarà costretto a richiamarne alcuni perché indispensabili per il funzionamento dell’azienda. La nuova filosofia di Musk prevede che si lavori a lungo ed a ritmi intensi, come afferma lui stesso, dicendo anche che “solo le performance eccezionali saranno considerate accettabili”.
Il progetto Musk da questo punto in poi si potrà riassumere in tre obiettivi: monetizzazione, libertà e “abolizione del servo e padrone”, oppure semplicemente della spunta blu.
Musk proverà in molti modi ad aumentare gli incassi dell’azienda, sia con abbonamenti speciali che tramite accordi con altre aziende (come la eToro per mostrare le azioni delle criptovalute in tempo reale). Queste manovre che potrebbero sembrare effettivamente funzionali si rivelano praticamente inutili, infatti la società, stando alle parole dello stesso Musk, scritte su un promemoria diretto al personale, varrebbe circa 20 miliardi, ovvero la metà del valore a cui l’aveva acquistata.
Il secondo obiettivo fondamentale di Musk su Twitter era la libertà di espressione, sicuramente sintomo di eguaglianza e democrazia. Musk quindi decide di permettere a tutti quegli account banditi dal social media di tornare a scrivere, fra questi anche quello dello stesso Trump. Questo tuttavia permette anche il ritorno di account che avevano assunto comportamenti più o meno scorretti.
Il terzo punto del programma Musk aveva a che fare con la spunta blu che Musk considerava come simbolo di un ordine di “servo e padrone”. Musk inoltre vedeva nella spunta blu un’ottima opportunità per guadagnare, infatti decide di offrire questo servizio a pagamento (7.99$/mese) per tutti quegli account che avrebbero voluto dotarsene a prescindere da chi fossero i proprietari. Con il suo tweet in cui annuncia il cambiamento esultando “potere al popolo” comincia una vera e propria invasione di account falsi che si dotano della spunta blu per acquisire visibilità ed ingannare gli utenti (esatto proprio gli account che Musk aveva detto prima dell’acquisto di disprezzare), portando ad un notevole incremento delle truffe. Questa ultima iniziativa di Musk è anche quella inseguita più ferocemente, infatti, dati i pessimi risultati, è stata bloccata e ripristinata più volte. Notizia dell’ultima ora, Musk ha deciso di restituire la spunta blu ad alcuni importanti personaggi del mondo dello sport (LeBron James), della letteratura (Stephen King) e addirittura a Donald Trump.
Da quando Musk ha preso il controllo di Twitter non ci sono stati risultati molto positivi, tanto che il 21 dicembre Musk vuole anche verificare quanto sia popolare fra gli utenti di Twitter, chiedendo loro se dovrebbe dimettersi dall’incarico. Il sondaggio registra che il 57.5% degli utenti che hanno votato vorrebbero che Musk rinunciasse al suo ruolo, dimostrando quindi anche come sono stati percepiti delle persone i cambiamenti apportati da Musk al social media.