Cosa succede quando due scienziati ed una sfrenata passione per il mondo Pokémon si incontrano? Questa domanda ci catapulta direttamente in Giappone, a Singapore, nelle vite di due studiosi entomologi, Cristian C. Lucañas e Foo Maoshen. Sette anni fa, nel 2016, durante le loro ricerche, si imbattono in un particolare esemplare di scarafaggio decisamente differente rispetto a quelli già identificati. La particolarità dell’esemplare ha attenzionato entrambi sin da subito, tanto da studiarne il suo comportamento e le sue caratteristiche fisiche per anni, sino ai giorni nostri.

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In questo periodo, sono riusciti a dimostrare concretamente i loro studi e tra le cose gli mancava solamente d’identificare un nome che si addica al blattoide del sol levante.

Nel repertorio dei vari Pokédex regionali disponiamo di numerosi mostriciattoli con le sembianze da scarafaggi e scarabei: Heracross, Pinsir, Golisopod, Rabsca sono solo alcuni di questi. Tra essi, troviamo scarabei (ad esempio Heracross) che non sono idonei per uno scarafaggio. Poteva andare quindi bene Golisopod, tuttavia il mostriciattolo ha proprio una forma estetica che si discosta dalla nuova specie identificata.

Così, tra un Pokémon e l’altro, Foo e Cristian si sono soffermati in tre particolari dell’essere vivente: due lunghe antenne, gambe lunghe ed ali a cappuccio. Che Pokémon poteva addirsi meglio a questi tratti distintivi?

Piacere, Pheromosa, Nocticola Pheromosa!

La risposta è stata trovata nella settima generazione, corrispondente perlopiù all’universo videoludico di Pokémon Sole e Luna. Tra i vari Pokémon, una ultracreatura spicca tra tutti, elegante e dal doppio tipo Lotta e Coleottero. Stiamo parlando di Pheromosa. E, diciamolo, scelta non fu che più azzeccata. Ad essere completi, il nome scientifico completo è proprio “Nocticola Pheromosa“. La parola antecedente, Nocticola, sta ad identificare una importante differenza di categoria di scarafaggi: i Nocticola si distinguono da tutti gli altri scarafaggi, perché non infetti da un particolare batterio comune alle blatte, il Blattabacterium cuenoti. Questa caratteristica, quindi, le rende l’unico genere che non ha i batteri.

La passione per i Pokémon di Foo non si ferma qui: infatti, viene addirittura chiamato, dai suoi studenti, “il cacciatore di insetti”, perché proprio come un allenatore Pokémon è sempre alla ricerca di nuove specie da scoprire e studiare. Per lui, trovare nuovi insetti è come riempire il Pokédex locale, contribuendo così alla ricerca e all’educazione nel campo dell’entomologia. Cosa ne pensate di questa scoperta? Fateci sapere la vostra opinione nei commenti.

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