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Ieri, dopo 13 lunghi anni di attesa, è finalmente arrivato qui in Italia il seguito di quello che è al momento il film con il secondo maggior incasso di sempre. Era infatti il lontano 2009 l’ anno in cui uscì il primo “Avatar” di James Cameron. Oggi vi parlerò del primo capitolo della saga in preparazione per il secondo, di cui vi porterò la recensione la settimana prossima.

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La trama.

Nel 2154 una compagnia interplanetaria terrestre vuole ottenere il monopolio sui giacimenti unobtainium del pianeta Pandora, mondo primordiale ricoperto di foreste pluviali e abitato dai Na’vi.

Dal momento che l’atmosfera del pianeta è tossica per l’essere umano, gli scienziati hanno creato degli Avatar, grazie alla fusione del DNA umano e di quello Na’vi, che possono essere controllati a distanza per mezzo di una speciale capsula tecnologica. Per prendere possesso del giacimento più grande di Pandora, che si trova sotto l’insediamento dei nativi Omaticaya, il colonnello Quaritch chiede all’ex marine invalido Jake Sully di infiltrarsi tra i Na’vi, al fine di fornire informazioni rilevanti per il futuro attacco delle truppe terrestri.

A contrastare lo spirito conquistatore e violento del colonnello c’è la dottoressa Grace Augustine, che vorrebbe entrare in possesso dei giacimenti grazie ad un’azione diplomatica e pacifica.

Jake inizia la sua missione ma, col tempo, comincia ad integrarsi sempre più nel mondo e nella cultura Na’vi che finirà a cercare di proteggerla dagli attacchi del colonnello.

Un mondo nuovo.

È chiaro che viene trattato il tema del violento colonialismo di cui è capace l’ uomo e dell’ assenza di rispetto nei confronti della natura.

La trama, oltre che essere non molto originale, non ha neanche chissà quale sviluppo, ma il vero protagonista  del film è l’ aspetto visivo. Con un’ infinità di dettagli minuziosi, Cameron è riuscito non solo a costruire un nuovo mondo che riesce ad incantare lo spettatore, ma anche a farlo entrare attraverso immagini che lo immergono direttamente nella scena! 

Lo spettacolare aspetto visivo.

Un colossal del genere poteva essere concepito solo da Cameron, uno che con le mastodontiche produzioni ci sa fare.

La sua regia è appunto di una magniloquenza che valorizza al meglio soprattutto l’ ambiente e le creature di Pandora.

Ancora oggi “Avatar” riesce a stupire per gli effetti visivi stratosferici, i quali hanno assunto un valore aggiunto soprattutto grazie al 3D. 

Ottimo il montaggio e soprattutto molto esaustive le musiche del mitico James Horner!

In conclusione.

Per quei pochissimi che non l’hanno ancora visto, affrettatevi subito a recuperarlo perché è semplicemente fantastico!

Vediamo adesso 

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