
Data la mia volontà di portarvi film provenienti da più Paesi differenti, oggi vi parlo de “Il settimo sigillo”.
Datata 1957, questa produzione svedese è considerata all’unanimità uno dei più grandi film della storia del cinema.
Infatti esso è uno dei tanti capolavori di Ingmar Bergman, autore di opere cinematografiche di una particolarissima profondità psicologica e intellettuale.

La trama.
Antonius Block, nobile cavaliere svedese, che recatosi come crociato in Terrasanta vi ha passato dieci anni della sua vita, ritorna ora nel suo Paese. Sbarcato, trova ad attenderlo la Morte, che ha scelto questo momento per portarselo via. Ma Antonius, che durante gli anni vissuti in Terrasanta, tra battaglie cruente e lotte intime, ha sentito vacillare la propria fede, non vorrebbe morire prima di aver superato la crisi spirituale che lo travaglia.
Un film profondissimo.
Nelle sue pellicole, Bergman ci ha sempre proposto un’analisi molto introspettiva dell’ essere umano, delineandone soprattutto i complessi conflitti interiori.
In questo caso egli ci parla di come il dubitare della propria fede aumenti il timoroso pensiero della morte.
Il nostro protagonista infatti vorrebbe avere la certezza dell’ esistenza di Dio, perché è spaventato dall’ idea di portarsi questo enigma senza soluzione fino alla fine dei suoi giorni.
L’ uomo è così limitato che non riesce a comprendere il senso della sua stessa esistenza, che in caso dell’ assenza di Dio, risulterrebbe un vuoto senza fine.
La forma.
La regia di Bergman è assolutamente fantastica, di una tale eleganza che rispecchia perfettamente la bellezza della profondità del film.
La fotografia è semplicemente perfetta , un bianco e nero che riesce a dare un contrasto tra luce e oscurità, il quale può simboleggiare il conflitto interiore dell’ uomo.
Bellissimi i costumi e le scenografie.
Molto impressionanti sono anche le interpretazioni, soprattutto quella di Max Von Sydow nei panni del protagonista e quella di Bengt Ekerot, che interpreta la morte.
In conclusione.
“Il settimo sigillo” è, sia dal punto di vista della forma che del contenuto, un perfetto esempio di capolavoro senza tempo.
Ancora oggi è impossibile non rimanere incantati dalle immagini e dalla grande introspezione intellettuale di questo film.
Ed è proprio per questo che merita di essere recuperato da chi ancora non l’ ha visto.