Il film “Gran Turismo” è un adattamento cinematografico della celebre serie di videogiochi omonima. La trama segue la straordinaria storia vera di Jann Mardenborough, un giovane adolescente appassionato di eSports, il cui talento lo porta a diventare un pilota professionista per la Nissan.

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Nel 2023 siamo ormai abituati agli adattamenti. Se fino a pochi anni fa eravamo abituati a quelli riguardo i fumetti americani, vanno ora di moda quelli riguardo i manga e anche quelli riguardo videogiochi come già visto ad esempio con Uncharted o The Last of Us. Se gli ultimi hanno fatto più o meno bene, in passato è stato praticamente sempre un horror per quanto riguarda appunto i videogiochi. Ma qualitativamente e non per il genere. Sempre o recitati malissimo, al limite del grottesco, oppure perché il videogioco si limitava al titolo e basta.

Ultimamente grazie appunto a The Last of Us o Super Mario Bros come film di animazione, la tendenza è per fortuna cambiata. Però, quando Sony ha annunciato l’adattamento di Gran Turismo, è sorto più di un dubbio sul senso dell’operazione. Stiamo pur parlando di un “semplice” simulatore di corse, di conseguenza cosa si può raccontare? Nel momento però che spunta la trama del film, ispirato ad una storia vera, mi sono detto, ok, vediamo cosa riescono a tirare fuori.

Dietro al progetto come dicevamo c’è Sony e PlayStation Productions, neonata società di produzione con il compito di portare i grandi successi PlayStation sul grande e piccolo schermo. La trama di Gran Turismo, come dicevo, è la storia vera, con al centro del racconto Jann Mardenborough, giocatore di eSport che grazie a un contest online è diventato pilota professionista.

C’è quindi anche il Gran Turismo film sportivo a tutti gli effetti, genere che si sposa perfettamente alla causa dell’outsider, dell’underdog, dello sfavorito che scala classifiche e simpatie. C’è tutto questo nel Gran Turismo diretto da Neil Blomkamp, in cerca di una raddrizzata alla propria carriera, e scritto dallo stesso regista assieme a Jason Hall e Zach Baylin. Ma tutto questo, sconta l’invadenza davvero ingombrante di un marketing ipertrofico.

Gran Turismo, il film è un grande spot commerciale.

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Gran Turismo è infatti, anzi soprattutto, un lunghissimo spot commerciale. Ed è straniante, in particolare per la prima abbondante ora di film (che ne dura in totale quasi due e un quarto), il modo in cui sia così sfacciatamente evidente l’asservire l’opera al puro fine promozionale. Stona per alcuni motivi.

Il primo è di carattere narrativo e di coerenza emotiva. Siamo schiaffati dentro la vita dell’adolescente Jann (Archie Madekwe), che ha lasciato l’università e passa le giornate dietro la sua postazione da gara virtuale. È chiaro che il primo conflitto proviene dal confronto con genitori (Djimon Honsou e Geri Halliwell) che proprio non capiscono la sua passione, il suo talento, le sue potenzialità.

Questo rapporto con la famiglia è però estremamente artificiale, sfruttato come cuore solo a parole e reso contrappunto di un conflitto interiore che definire di superficie è poco. Non sarebbe un grande problema se non arrivasse a spiccare al negativo proprio la totale scomparsa del contatto con la famiglia quando Jann arriva ad essere ammesso alla GT Academy, step clamoroso nella sua vita. Non lo chiamano, non si sentono, non ne seguono i progressi.

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Insomma, Gran Turismo mette sotto al naso una dinamica e poi la lascia lì, con un crescendo a tappe programmatiche del tutto anticlimatico e privo di pathos. Sintomi di distrattezza e confusione, e la ragione sta nel fatto che il film occupa gran parte di questo spazio a glorificare persone (il creatore del simulatore, Kazunori Yamauchi), progetti inediti (la GT Academy stessa) e sponsor (la casa automobilistica Nissan).

Cosa vuole vendere il film di Gran Turismo?

Si arriva allora al secondo motivo, quello che fa domandare cosa Gran Turismo voglia vendere. Il gioco probabilmente no: il film è rivolto in prevalenza a quei fan che dal videoludico provengono. Allora le automobili? A un certo punto il capo marketing Nissan (Orlando Bloom) afferma di voler ravvivare in questi gamer «il sogno di guidare». Ma pare un po’ un controsenso, un’invasione di campo alla quale è difficile credere.

Sembra piuttosto che Gran Turismo resti compresso in un cortocircuito che lo vuole product placement a se stesso e ai partner che lo hanno reso tale, fuso assieme alla retorica di un comodo “chiunque può farcela” – anche se gli ammessi alla GT Academy sono tutti belli, aitanti e videogenici.

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Quando questa lunga pubblicità a un qualcosa di già venduto comincia a farsi indigesta, il lato sportivo vero e proprio arriva a fare capolino. Ma è forse troppo tardi. Ed è un peccato perché si vede come Gran Turismo stia in realtà tutto lì. Si vede come la seconda ora del film sia quella che meglio concilia l’impulso registico di Blomkamp, che quando ha spazio per farlo ha un ottimo controllo sulla gestione dell’adrenalina, alla narrazione biografica che il film sceglie di adottare.

Si instaura l’immancabile rapporto allievo-mentore (che qui ha le sembianze di David Harbour) e il resto lo fa la storia di Mardenborough che è appassionante di suo, fatta di svolte, frenate ed accelerazioni sopra le quali basta apporre il rombo delle automobili e lo sfrigolare degli pneumatici per trarne qualcosa di buono.

È un classico racconto di un pilota e della sua vettura, di caduta e di rinascita, sulla quale si innesta un linguaggio visivo che fonde, come sempre più spesso accade, cinema ed esperienza videoludica. Si arriva a tutto questo però già annoiati, distaccati in maniera irreparabile e anche un po’ spaesati dalla freddezza che ha tenuto a distanza fino a quel momento.

Non ci si spiega perché Gran Turismo sia così nettamente scisso in più anime che faticano a dialogare, su perché debba vendersi a suon di nomi e sponsor invece di fare quello che ha sempre saputo fare meglio degli altri: ingranare la marcia, stringere il volante e premere l’acceleratore.

Gran Turismo il film: Recensione.
  • Voto Complessivo - 65%
    65%

In Breve

Il film “Gran Turismo” è un adattamento cinematografico della celebre serie di videogiochi omonima. La trama segue la straordinaria storia vera di Jann Mardenborough, un giovane adolescente appassionato di eSports, il cui talento lo porta a diventare un pilota professionista per la Nissan.

Overall
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Pros

  • Attori nella parte
  • Seconda parte divertente e adrenalinica

Cons

  • Prima parte noiosissima
  • Film spaccato in due completamente
  • Enorme spottone a Sony e Nissan quasi imbarazzante
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