Come sicuramente saprete è stato finalmente rilasciato il sequel del survival capolavoro The Forest che prende il nome di Sons of the Forest. Non ho potuto ancora fare provare personalmente il gioco ma a quanto ho visto punta moltissimo su un elemento: la notte.

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Per comprendere l’importanza della notte nei survival bisogna tornare un po’ indietro e dare uno sguardo agli altri grandi capolavori survival, in particolare parlerò di ARK, Subnautica e Minecraft. Comincio col dire che una caratteristica fondamentale di un survival è creare curiosità nel giocatore dato che, essendo assenti quest vere e proprie ed una direzione forzata che il giocatore deve imboccare, bisogna portare il giocatore a esplorare di sua iniziativa un mondo che non conosce e dal quale deve essere necessariamente incuriosito. La curiosità può essere destata in molti modi, ma i più comuni ed efficaci sono il mistero ed il fascino. Mentre il fascino è un obiettivo che può essere raggiunto facilmente tramite una grafica ricca di dettagli che tiene letteralmente incollati allo schermo, il mistero è uno strumento che, nonostante sia immensamente più efficace, è anche molto complesso da utilizzare. Il modo più facile per creare un’atmosfera misteriosa è il buio.

Il buio è di diversi tipi, infatti possiamo avere una penombra capace di suscitare un leggero senso di inquietudine assieme ad una spinta verso l’ignoto, ma possiamo possiamo avere anche il buio pesto che impedisce di vedere ad un palmo dal proprio naso, un buio che genera terrore ma permette che venga a galla anche la volontà tutta umana del “tuffo nel vuoto”, la stessa volontà che si prova quando si è inevitabilmente attratti da un film horror non solo consapevoli del fatto che rimarremmo terrorizzati ma proprio per quello.

Minecraft fornisce un ottimo esempio di entrambi i tipi di oscurità, infatti possiamo la notte in questo gioco non è particolarmente proibitiva e permette, se ben protetti, di muoversi abbastanza agevolmente. Così erano anceh le caverne nel gioco, almeno fino a due versioni fa. Se, come credo ogni altro giocatore, siete mai stati terrorizzati da qualche rumore sinistro che avete sentito in una grotta sappiate che non è niente in confronto all’oscurità della Deep Dark City.

Questo dungeon immenso, rischiarato da poche luci azzurre è infatti per la maggior parte immerso nella più totale oscurità e nel più totale silenzio. Qui bisognerà infatti stare attenti a non svegliare il custode della città: il Warden, un mostro sensibile ai rumori che non avrà nessun problema a uccidervi semmai vi dovesse trovare. Questo nuovo dungeon è veramente in grado di far provare un forte senso di inquietudine da cui scaturisce ansia nel caso in cui per errore viene emesso qualche suono. Nel caso in cui il custode si dovesse destare un urlo terribile farà balzare dalla sedia qualsiasi giocatore inesperto che non ne aveva mai fatta esperienza.

Oltre ad accecare i giocatori che, avventurandosi nella Deep Dark City, destano il Warden, Minecraft ha iniziato ad adoperare un altro strumento atto a creare inquietudine nell’esplorazione degli strati più profondi del sottosuolo. Se. mentre andate nelle profondità della terra, guardate i bordi dello schermo potete notare come diventano sempre più scuri man mano che ci si scende. Anche questa piccolo cambiamento in realtà permette di creare un’atmosfera molto inquietante all’interno del gioco.

Un secondo esempio di come il buio viene utilizzato per destare la curiosità del giocatore è ARK Survival Evolved. Questo gioco, famoso almeno quanto Minecraft, utilizza le ombre della notte per impedire al giocatore di vedere esattamente cosa succede attorno a lui, infatti l’oscurità impedisce anche agli occhi più attenti di distinguere con totale sicurezza i dinosauri che percorrono velocemente i boschi o gli oceani, rendendo impossibile capire se la propria posizione sia quella di preda o predatore. In ARK infatti l’essere umano è alla base della catena alimentare rispetto agli altri carnivori e, soprattutto nelle fasi iniziali del gioco, è quasi impossibile riuscire a difendersi da un predatore comune come i Raptor senza l’aiuto di un gruppo di erbivori o altri dinosauri già addomesticati. La notte di ARK costringe il giocatore a rimanere sulla difensiva ed impedisce di addentrarsi nelle foreste dell’entroterra che sono molto più buie delle coste rischiarate da un tenue luce lunare.

In ARK abbiamo parlato dell’oscurità degli oceani, ma non è possibile analizzare questo elemento senza parlare di Subnautica, il gioco che per eccellenza spinge ad esplorare un mondo sommerso. Quando si tratta di acque profonde infatti è terribilmente semplice creare giochi di luce ed è semplice creare una sensazione opprimente di costante ansia che prende il nome di talassofobia, ovvero paura del mare, ma non paura del mare in sè, bensì di quello che si potrebbe nascondere oltre il proprio campo visivo, all’interno degli abissi. Subnautica offre infatti un’ampia gamma di mostruose creature marine che saranno sempre pronte ad attaccarti mentre attraversi questo oceano insidioso. Bisogna inoltre anche considerare che scendendo man mano verso abissi più profondi anche la luminosità diminuirà drasticamente e bisognerà sempre stare attenti alle creature che si celano alla vista. Subnautica è infatti terribilmente famoso per la sua capacità di spaventare i giocatori tramite jumpscare, ovvero scene spaventose che letteralmente fanno “saltare per la paura” ma questo potrebbe essere niente rispetto a ciò che The Sons of the Forest vuole essere.

The Sons of the Forest, come lo stesso The Forest, vuole utilizzare la notte per creare delle ambientazioni inquietanti sfruttando due caratteristiche innate dell’uomo: la paura del buio e la paura della foresta di notte. Fin dall’origine della specie infatti al notte, ed in particolare la foresta di notte, sono sempre stati una minaccia per l’uomo risolta solo parzialmente con la scoperta del fuoco, una minaccia che poi, come accade in The Sons of the Forest, spesso era molto più concreta di quanto non si pensi al giorno d’oggi: agguati da parte di altre tribù, predatori, animali velenosi… tutti questi pericoli celati dalle tenebre hanno lasciato un’impronta indelebile sulla psiche della nostra intera specie ed è assolutamente impossibile non provare un minimo di ansia ed inquietudine quando si vede il sole tramontare e si è soli in una foresta estranea e piena di pericoli.

The Sons of the Forest, accompagnando la notte con una serie di effetti sonori terrificanti partendo da un semplice fruscio fino ad arrivare alle urla dei cannibali, crea un ambiente che, anche grazie al suo altissimo grado di realismo, è in grado di spaventare anche il più coraggioso ed è proprio per questo che anche il più coraggioso dovrebbe volerlo giocare, non vorrei infatti essere nei suoi panni nel momento in cui, nel mezzo della notte, accenderà la torcia e troverà un mutante pronto ad attaccarlo davanti ai suoi occhi!

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