Nel lontano 1995 la Disney realizzò in collaborazione con la Pixar uno dei film più importanti dal punto di vista dell’ animazione.

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Infatti “Toy Story” fu il primo film d’ animazione interamente in computer grafica, ma non è solo per questo che è considerato un capolavoro.

I personaggi principali di “Toy Story” hanno conquistato il cuore di tutti, e parliamo in particolare di Buzz Lightyear.

Quest’ anno la Disney ha voluto realizzare il film da cui, nella realtà narrativa di “Toy story”, il noto giocattolo spaziale si è basato.

Non sta andando proprio benissimo al botteghino, ma con questa recensione speriamo di convincervi ad andare a vedere “Lightyear – la vera storia di Buzz”

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Trama.

3901. Lo Space Ranger Buzz Lightyear e ufficiale in comando e migliore amica Alisha Hawthorne esplorano un nuovo pianeta, Tikana Prime, abitato però da creature ostili.

Durante la ritirata Buzz tenta una manovra rischiosissima che poi fallisce e costringe tutto l’ equipaggio a stabilirsi su questo pianeta, aspettando una soluzione alternativa per poter tornare a casa.

Buzz si offre volontario per testare il nuovo carburante dell’iperspazio.                           Tuttavia, dopo un test di quattro minuti, scopre che sono trascorsi quattro anni su Tikana Prime, a causa degli effetti della dilatazione del tempo per aver viaggiato a velocità relativistiche.

Buzz però non si arrende e riprova svariate volte finché la sua amica Alisha muore di vecchiaia.

La speranza sembra persa, ma durante questi 62 anni, il suo gatto robotico Sox migliora la composizione del carburante in modo che possa essere utilizzato per ottenere velocità più elevate della luce.                                    Buzz usa questa nuova composizione di carburante per un test iperspaziale di successo contro gli ordini del suo nuovo comandante, Burnside.              Dopo la prova Buzz scopre che sono trascorsi 22 anni, durante i quali Tikana Prime è stata invasa da una forza di robot guidata dal misterioso imperatore Zurg.

Ed è qui che comincia l’ avventura di Buzz, a cui poi si uniranno delle volenterose reclute sopravvissute, tra cui anche la nipote di Alisha.

Insieme cercheranno di salvare il pianeta.

Un buon film d’ animazione.

Lightyear è un film molto convenzionale e poco originale, non è un capolavoro ma ha pregi più che sufficienti per essere un prodotto soddisfacente.

Parliamo comunque della Pixar, quindi dal punto di vista tecnico è sicuramente di altissimo livello.

Infatti la regia è veramente spettacolare in alcune scene e l’animazione è molto fluida e bella a vedersi.

Bellissime anche le musiche.

Tralasciando le innumerevoli citazioni a varie opere di fantascienza (una su tutte “Star trek”) la pellicola è ricca di azione ed è molto divertente.

Questo grazie ai vari personaggi che hanno delle gag molto deliziose ed entrano subito nelle simpatie degli spettatori, soprattutto Sox, il simpaticissimo gatto robotico di Buzz.

Essi, oltre che essere doppiati molto bene, sono anche molto ben caratterizzati in modo da risultare interessanti.

Lo stesso si può dire anche del nostro protagonista, Buzz, il quale rispetto agli altri ha una maggiore evoluzione, o meglio “maturazione”.

Se la banda sgangherata di reclute impara ad essere un gruppo di Space Ranger, Buzz imparerà delle lezioni più importanti.

Buzz è sempre molto convinto delle sue capacità, tanto che alcune crede di non aver bisogno di alcun aiuto.

Ma col tempo imparerà che tutti hanno sempre bisogno di persone al suo fianco, sempre pronte ad aiutarlo.

In più imparerà  che tenersi il tormento dei rimpianti passati non lo aiuterà mai emotivamente, che non avrà mai una seconda possibilità di riprovare dove ha sbagliato.

Il futuro, guardare avanti sarà la sua unica via d’ uscita.

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