Nell’ ultima edizione dei Golden Globe, Christopher Nolan ha meritatamente vinto il premio come miglior regista grazie ad “Oppenheimer”, il suo ultimo film. Esso oltre ad essere in assoluto uno dei migliori film dell’ anno, è anche un’ altra grandissima opera con cui il noto regista britannico dimostra di essere uno dei più importanti del secolo. Oggi però vorrei parlarvi del suo primo vero e proprio capolavoro, ovvero “Memento”. Datato 2000 e seconda opera del regista dopo “Following”, questo film è diventato uno dei più significativi cult del ventunesimo secolo.
La trama
Leonard Shelby è un uomo che ha un particolare disturbo della memoria, ovvero di amnesia anterograda. Egli infatti non è quindi in grado di immagazzinare nuove informazioni per più di alcuni minuti. Per cercare di sopperire a questa mancanza cerca di scrivere e prendere appunti il più possibile su post-it, foto e perfino sulla propria pelle. Il suo corpo è infatti ricoperto da numerosi tatuaggi che gli forniscono indicazioni su cosa è successo e cosa dovrà fare. Nonostante ciò, egli ricorda tutta la sua vita passata fino all’ incidente che ha causato il problema, ovvero l’ aggressione da parte di chi ha stuprato e ucciso sua moglie. Egli infatti cerca di trovare il responsabile per vendicarsi.
Il tema della memoria
La trama potrebbe sembrare semplice, ma si sa che a Nolan piace tanto fare i film definiti “mindfuck” ovvero opere che disorientano lo spettatore. Infatti la caratteristica principale e, allo stesso tempo, il più grande punto di forza di “Memento” è il suo montaggio non lineare. Esso cerca di dare allo spettatore la stessa sensazione di spaesamento del protagonista, poiché ogni scena del film è interrotta dopo 15 minuti e riparte con un’altra scena di 15 minuti cronologicamente opposta a quella di prima. Alternando questi apparenti mini film senza logica continua, man mano che si arriva alla parte centrale del film, che secondo un ordine cronologico lineare, sarebbe la scena finale, lo spettatore inizia a collegare tutti i pezzi del puzzle insieme al protagonista. Il tema principale del film è quindi la natura fallace della memoria che, per quanto una persona si possa sforzare, non è capace di riprodurre il passato così come è stato. Questo difetto mnemonico, oltre a rendere ancora più complessa e paradossale la propria percezione del tempo, va a rendere più malleabile anche la propria identità.
La forma
La regia di Nolan in “Following” era chiaramente buona ma palesemente ancora acerba, ma già in “Memento” si può notare un enorme salto di qualità. Il regista infatti si cura molto dei dettagli e fa affidamento ad un montaggio non lineare, che è quello che rende il film veramente originale. Eccezionale la colonna sonora di David Julyan, poiché aggiunge una forte componente drammatica alla pellicola. Infine interpretazioni di Guy Pearce, Carrie-Anne Moss e Joe Pantoliano nei tre ruoli principali sono tutte a dir poco straordinarie.
In conclusione
“Memento” è un thriller psicologico che ancora oggi risulta molto originale e sorprendente e fa capire molto bene la grandezza di Christopher Nolan. Se ve lo siete perso, andate subito a recuperarlo perché è veramente una grandiosa perla di cinema!