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Fino all’anno scorso i cinecomics dominavano ovunque, ma adesso sembra stia iniziando una fase calante, con performance al botteghino poco incoraggianti, sia da parte di alcune produzioni Marvel (Ant-Man and the Wasp: Quantumania) che DC (The Flash) e Hollywood si sta muovendo alla ricerca di nuovi tipi di IP da sfruttare. Operazioni che hanno già dato i loro primi frutti con la serie tv tratta da videogioco The Last of Us e, soprattutto, con il vero fenomeno assoluto di questa annata cinematografica: il film di Barbie, la famosa bambola targata Mattel.

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Anche Netflix sta provando a diversificare le sue produzioni, spostando lo sguardo verso il Paese del Sol Levante, con i suoi anime e manga. Dopo un primo tentativo poco riuscito di serie live action tratta da anime come Cowboy Bebop e l’osceno Death Note, la piattaforma di streaming torna alla carica con One Piece, basata sull’omonimo famosissimo fumetto di Eiichirō Oda.

Uno shōnen manga rivolti principalmente ad un pubblico di ragazzi, dalla preadolescenza fino alla maggiore età ambientato in un fantastico universo piratesco, considerato da molti l’erede dell’iconico “Dragon Ball” di Akira Toriyama, sia per influenza che per popolarità. Il suo adattamento animato è stato un successo anche da noi, sui canali Mediaset.

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Su Netflix a partire dal 31 agosto, i due showrunner Steven Maeda e Matt Owens si prendono poche libertà nei confronti della fonte originaria: in un mondo popolato da mastodontici mostri marini e grotteschi uomini-pesce, coraggiosi e spietati avventurieri solcano i mari alla ricerca del One Piece, il leggendario tesoro del re dei pirati Gold Roger.

Si ritorna alla ricerca del One Piece.

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Trovare il fantomatico tesoro è anche il sogno di Monkey D. Luffy (Iňaki Godoy), un entusiasta aspirante pirata del Mare Orientale con il dono dei poteri del frutto Gom Gom, ingerito quando era solo un bambino. Tra temibili avversari (Buggy il Clown/Jeff Ward, Arlong/McKinley Belcher III) e amicizie improbabili (lo spadaccino Roronoa Zoro/Mackenyu, la ladra Nami/Emily Rudd), inizia il viaggio di Luffy verso la Rotta Maggiore.

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La prima stagione di One Piece adatta abbastanza fedelmente le avventure della ciurma.

La prima stagione di One Piece adatta abbastanza fedelmente, in otto corposi episodi (tutti che si aggirano attorno all’ora di durata), il ciclo introduttivo delle avventure della ciurma di Cappello di paglia. Una versione live action che si concede poche deviazioni dal manga di Oda, come l’introduzione prematura del viceammiraglio Garp (Vincent Regan), la cui caccia al protagonista, accompagnato dai cadetti Koby (Morgan Davies) e Helmeppo (Aidan Scott), sarà uno dei traint d’union della stagione, dando alle vicende una natura meno episodica.

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Fedeltà che viene mantenuta anche a livello estetico, con personaggi dal look comic accurato, spesso rischiando un effetto eccessivamente posticcio, al limite del cosplay, con capi d’abbigliamento a volte sin troppo stravaganti. Una scelta che sommata ad una recitazione non sempre convincente, vicina a quella di un anime, potrebbe lasciare alcuni spettatori, non avvezzi al mondo dell’animazione nipponica, con una sensazione di straniamento.

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Un prodotto che coinvolge anche i neofiti.

Ma superato il primo scioccante impatto con il colorato universo di One Piece, anche i neofiti non potranno che essere coinvolti dalle divertenti avventure di Luffy & co. e affezionarsi ai suoi bizzarri ma adorabili personaggi, le cui commoventi backstory verranno presentate attraverso efficaci flashback.

Oltre a questo e alcune scene d’azione non sempre ben coreografate, dove però l’abuso di CGI è ridotto al minimo indispensabile, anch’esso non proprio perfetto, ma per il resto chiudendo un occhio su questi, chiamiamo piccoli difetti, il resto scorre via come un bicchier d’acqua.

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One Piece rappresenta un traguardo prima impensabile per un adattamento live action occidentale di un manga, lontano dalle brutture come Dragon Ball evolution o Saint Seya. Sicuramente si perde il fascino delle anatomie impossibili dei disegni di Oda e parte dell’epicità dei combattimenti più esagerati, ma il risultato è comunque godibile, se non ammirabile.

Una serie tv capace di non deludere i fan e, probabilmente, di introdurre al fantastico mondo dei pirati del Grande Blu una nuova fetta di pubblico. Concludo dicendo che si vede benissimo la supervisione di Oda, ma soprattutto l’amore è l’impegno da parte di tutti per la riuscita dell’opera e quanto il cast si sia divertito nel girare la serie.

Speriamo che questo sia solo l’inizio e che questi sia la pietra di paragone cui ispirarsi per le prossime opere tratte da manga e videogiochi a cui sicuramente questa serie farà da traino.

Voto: 8.5/10

One Piece Live Action Netflix
Overall
8.5/10
8.5/10

Pros

  • Appassionerà sia i fan, sia gli utenti che non conoscono il prodotto, garantito
  • Si sente a pelle la mano di Oda, ma soprattutto l’amore e il rispetto da parte dei registi per l’opera 
  • Attori convincenti e perfettamente immedesimati
  • Tutto si rifà all’opera originale con dettagli quasi maniacali

Cons

  • CGI non sempre convincente
  • Scene d’azione a volte lente e poco coinvolgenti
  • Filtro giallo e Fish Eye troppo abusato
  • Riprese troppo televisive e strette, atte a coprire delle location probabilmente minuscole
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