Domenica 19 marzo abbiamo avuto la piacevole occasione di intervistare alcuni ospiti presenti al BeComics! 2023. Tra i vari fumettisti e artisti italiani abbiamo conosciuto Elisabetta Cifone, una mangaka 100% italiana.

Annuncio.

Di seguito trovate l’estratto dell’intervista, resa possibile grazie alla collaborazione dello stand Shockdom presso il quale Elisabetta era intenta a eseguire dediche e disegni live per i suoi fan.

Come ti chiami, da dove vieni?

Sono Elisabetta Cifone e vengo da Molinella in provincia di Bologna.

Come ti sei formata?

La scuola della vita, sono completamente autodidatta, ho fatto il Liceo Scientifico che non centra niente con la mia passione.

Dopo il Liceo, questa passione com’è arrivata?

Ho sempre disegnato fin da piccola, ma quando ho scelto il liceo non c’era ancora possibilità di fare manga in Italia. Durante quegli anni si sono sviluppate, soprattutto su internet, le case editrici aperte al manga italiano, quindi successivamente ho potuto fare riferimento a loro per le mie opere.

Come descriveresti il manga italiano?

La situazione va un po’ meglio rispetto a quando ho iniziato nel 2014, però c’è ancora da istruire le persone, infatti molti ritengono il manga italiano uno scimmiottamento di quello giapponese e quindi, mossi da pregiudizi, evitano di conoscerlo.

Il manga italiano si distacca molto da quello nipponico?

Il mio sì, ma in generale i temi sono molti. I giapponesi hanno più schemi, mentre noi italiani, fortunatamente, siamo più liberi di fare come vogliamo.

Il tuo in particolare?

Il mio in Giappone sarebbe intarghettabile perché i protagonisti sono ragazzini 13enni, ma i temi trattati sono molto più adulti e forti, tra i quali troviamo depressione e bullismo. Quindi in Giappone non potresti mai venderlo ai 13enni, nonostante i personaggi abbiano quell’età.

Pensi di aver avuto un impatto notevole nel tuo pubblico?

Parlo molto del borderline, e molti ragazzi sono stati aiutati ad aprirsi ad esperti, ma anche solamente ad intraprendere un dialogo con i propri genitori. In generale ho donato loro un po’ di coraggio verso l’apertura al dialogo.

Hai qualche musa a cui ti ispiri?

In realtà ormai no, anni fa sì. La mia mangaka preferita è Ai Yazawa, quella di Nana. Adesso prendo ispirazione dalle serie TV, per esempio Sex education.

Quali sono i progetti imminenti futuri?

Ho parecchi volumi di questa storia, siamo appena a metà. Il mio grande sogno è che ne traggano una serie TV. A breve terrò dei corsi di manga per bambini per conto di Shockdom.

Ma dici film film?

Io preferirei il film, ovvio che se mi fanno la serie anime non la butto assolutamente, ma la vorrei con attori di qui, con l’accento bolognese e tutto il resto.

Un ringraziamento speciale va all’indaffaratissima Elisabetta che ha avuto la gentilezza di donarci un po’ del suo tempo per la nostra intervista flash. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserberà la sua penna per il futuro, e chissà, magari un giorno vedremo realtà l’adattamento televisivo che la mangaka italiana spera tanto. Noi le auguriamo un grandissimo “In bocca al lupo!”.

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Feedback in riga
Vedi tutti i commenti