
2 anni dopo il grandissimo successo di “La passione di Cristo”, Mel Gibson torna a girare un altro film realizzato secondo lo stesso principio di quella pellicola. Sto parlando infatti di “Apocalypto”.
Uscita nel 2006, questa è la quarta opera da regista di Mel Gibson, il quale ci propone forse il suo film più ambizioso. Nonostante le innumerevoli polemiche, la pellicola è stata generalmente ben accolta dalla critica. Attraverso questa recensione, cercherò infatti di spiegare come mai “Apocalypto” è un gran bel film che meriterebbe una maggiore considerazione, oltre che una rivalutazione più positiva.

La trama.
Ambientato nello Yucatán, in Messico, intorno all’anno 1502, “Apocalypto” ha per protagonista un giovane cacciatore di nome Zampa di Giaguaro. Egli è membro di un villaggio Maya che poi verrà depredato da un gruppo di guerrieri provenienti da una grande città. I
superstiti, tra cui anche Zampa di Giaguaro, vengono condotti come schiavi in città. Li attende un fine a dir poco crudele. Infatti verrano usati come vittime sacrificali destinate a placare la collera degli dei, che secondo le loro credenze avevano punito la regione con un’epidemia. Il protagonista, però, riesce a sfuggire dalla morte, forse un segno del destino, e a scappare.
Ferito e inseguito senza tregua nella foresta, Zampa di Giaguaro cercherà di sopravvivere e infine ritrovare la sua famiglia, rimasta nascosta al riparo dall’ attacco dei guerrieri.
Discorso fra civiltà.
Come ne “La passione di Cristo” gli attori recitano nella lingua originaria del momento storico, che in questo caso è il maya yucateco. Grazie a questo espediente e a delle immagini spettacolari il film riesce comunque a rappresentare con impressionante realismo il mondo maya. C’ è da dire allo stesso tempo che in realtà l’ accuratezza storica non è così minuziosa, e questo fu oggetto di molte critiche. Immancabili poi le polemiche riguardo alle scene di estrema violenza, che, però, ancora una volta non è fine a se stessa.
Infatti quest’ opera nonostante ci mostri il mondo Maya, parla in realtà dei nostri tempi, facendo un discorso sul quello che è sempre stata ogni civiltà umana. Essa per quanto possa essere avanzata e continuare a progredire, rimane sempre capace di essere brutale.
Altro aspetto importante è la narrazione, che ci viene spiegata attraverso il titolo stesso.
“Apicalypto” riprende appunto la parola greca che significa “rivelazione”. Infatti questo è un elemento molto ricorrente nel corso del film.
La forma.
La regia di Mel Gibson è semplicemente incredibile , dinamica e molto intensa, grazie soprattutto ai primi piani. Molto importante in questo film è l’ ambiente: le fitte foreste sono enfatizzare attraverso spettacolari riprese dall’ alto verso il basso e le scenografie della città sono molto suggestive. Molto interessante è la fotografia, realizzata sopratutto usando luce naturale con cineprese ad altissima risoluzione per raggiungere il massimo realismo possibile. I trucchi prostetici per simulare le mutilazioni sembrano così autentiche da essere impressionanti,.
Bellissime poi le musiche di James Horner e le intense interpretazioni.
In conclusione.
Potrebbe essere disturbante, ma “Apocalypto” è un epico film mozzafiato che vi farà vivere un esperienza unica!