
Per procedere la nostra esplorazione di titoli del vecchio cinema italiano, era impossibile non citare un film di Mario Bava.
Egli è uno dei registi italiani più influenti di sempre, fonte di ispirazione non solo per colleghi contemporanei ma anche per cineasti di generazioni antecedenti.
A quest’ ultima categoria appartiene Tim Burton, il cui “Il mistero di Sleepy Hollow” è un evidente richiamo al film di oggi, ovvero “Operazione paura”, del 1966.

La trama.
Una donna si suicida gettandosi nel vuoto. Il dottor Eswai, giunto nel paese di Kermigen per compiere l’autopsia, viene accolto gelidamente dagli abitanti del posto. Incaricato dall’ispettore Kruger di scoprire indizi, trova, nel cadavere, una moneta d’argento. Secondo un’antica leggenda locale, l’amuleto serve per placare l’anima del defunto da eventuali spiriti. Paul, non credendo a queste superstizioni, indaga più accuratamente e scopre che a Villa Graps potrebbe trovare alcune informazioni utili. Qui incontra una bambina, Melissa, che si rivela essere morta anni prima. È lei la responsabile delle morti misteriose, infatti il suo spirito è in cerca di vendetta per non essere stata aiutata durante quel fatidico incidente.
Il gotico di Bava.
Il film è appartenente al filone del gotico italiano, movimento cinematografico di forte carattere espressionista.
Questo genere è nato proprio grazie a Mario Bava, poiché il suo film d’ esordio “La maschera del demonio” ne è il capostipite.
“Operazione paura” è quindi il ritorno di Bava al genere da lui avviato, e in più, è uno dei suoi lavori migliori.
Tra le massime vette raggiunte dal gotico italiano, la pellicola presenta un forte senso del sublime e del sovrannaturale, che vince sulla razionalità umana.
Nonostante la trama e il suo sviluppo ci risultano oggi molto semplici, a farla da padrone sono chiaramente le atmosfere da brivido creata molto abilmente da Bava.
Esse ancora oggi infatti risultano molto suggestive e delle vette raggiunte raramente nei film horror più moderni.
La forma.
La regia è semplicemente formidabile.
Con grande stile ed eleganza, Bava sperimenta con la cinepresa in modo da creare la miglior atmosfera possibile.
Contribuenti a tutto ciò, vi sono anche particolari tecniche di montaggio.
C’ è tanta attenzione per quanto riguarda i colori, infatti la fotografia riesce a dare a loro un freddo contrasto con le tenebrose ambientazioni.
Fantastici i costumi e le scenografie, per non parlare poi degli effetti speciali che, nonostante l’estrema semplicità, risultano efficaci.
Ottime anche le musiche e le interpretazioni.
In conclusione.
Anche “Operazione paura” è tranquillamente considerabile come una grande prova dell’ ingegno del nostro cinema di un tempo.
Se non l’ avete ancora visto, fatelo subito perché ne vale davvero la pena!