Dopo il successo del primo capitolo passò solo un anno. Nel 1987, sempre per Famicom, uscì “Zelda 2: The Adventure of Link”. Seppur un seguito diretto, questo secondo capitolo si discostava molto dal suo predecessore, soprattutto nelle meccaniche. Si ispirò in parte a Dragon Quest e in parte a Metroid, ma se nonostante era pressoché un action 2D, aveva comunque le caratteristiche di crescita del personaggio tipiche dei classici RPG. Link infatti durante le fasi di gioco guadagnava punti esperienza da poter spendere per diventare più forte.

Annuncio.
4AC05046 091A 4F51 BA9C DB01ABCF64E9

Però non è tutto oro quello che luccica. Infatti proprio perché così diverso dal primo e con un livello di difficoltà tutt’altro che user friendly, per molti questi capitolo viene ricordato come la pecora nera della serie, anche se fu comunque un successo a livello commerciale. Nonostante questa “macchia”, il capitolo non può essere dimenticato perché proprio in questo fanno la loro apparizione alcuni elementi tipici della serie come l’indicatore della magia e i famosi villaggi con i loro abitanti, fece il suo debutto l’ormai famoso “Dark Link” e si scopre per la prima volta come Link, Zelda e Ganon, siano legati alla triforza ovvero Coraggio, Saggezza e Forza.

8AF73C5C 289F 4A0C B76E 83522017468F

Dopo questa avventura, la serie andò in pausa per ben 5 anni. Durante questa pausa due team di Miyamoto, stavano lavorando in gran segreto a due progetti molto ambiziosi per la nuova console Nintendo che si stava sviluppando, ovvero il Super Famicom. I due progetti erano il primo, lo strepitoso “Super Mario World” e il secondo “Zelda 3: La Triforza degli Dei” conosciuto in Europa con il più famoso nome di “The Legend of Zelda: A Link to the Past”.

8300C704 A6E5 405C BBA9 4BA32ABCFC3F

Dopo le critiche maturate dal secondo capitolo, Miyamoto e Tezuka decisero di tornare alle origini con la classica visuale dall’alto. Il team sfruttò a dovere l’hardware di Super Famicom e il gioco ne giovò sotto ogni aspetto. L’esperienza di gioco era gradevole, il gioco era tutto colorato e dettagliato e anche i personaggi avevano delle espressioni facciali dando una esperienza di gioco degna di questo brand. Grazie a questo nuovo e potente hardware, Hyrule era più viva che mai e Kondo si trovò per le mani nuovi strumenti per dar vita a una colonna sonora vibrante e brillante sotto tutti gli aspetti. Una delle novità più belle partorite dalla mente di Miyamoto fu il dare la possibilità a Link di viaggiare nel Dark World che era in pratica un bizzarro mondo parallelo alla Hyrule tradizionale. Anche in questo capitolo furono introdotti oggetti iconici della serie come la Spada Suprema, Arpione e frammenti di cuore. Creature iconiche come i Zora e i famosissimi Cucco, ovvero le galline che se infastidite, potevano divenire uno dei peggiori nemici del gioco.

2FEC9489 702E 46A5 9093 5063317F1E59

Il design dei dungeon aveva raggiunto vette altissime e furono create in modo dettagliato e maniacale, ognuno con uno scopo ben specifico, enigmi ben congeniati e obbiettivi specifici da portare a termine. La libertà del giocatore e la sensazione di avventura e mistero fecero il resto. L’inizio della serie aveva creato la leggenda, con questo capitolo, quella leggenda divenne mito. Con la consacrazione della serie, furono consacrati anche i tre protagonisti, ovvero Link, Zelda e Ganon e di conseguenza, salvo qualche eccezione, questi venivano riproposti in tutti i capitoli successivi. Una di quelle eccezioni fu proposta nel 1993, quando per la prima volta potevi finalmente portarti in tasca le avventure di The Legend of Zelda

Iscriviti
Notificami
guest

0 Commenti
Feedback in riga
Vedi tutti i commenti