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West side story, il film datato 1961, è considerato uno dei più grandi capolavori del genere musical .

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Oltre a trattare temi molto attuali, ancora ai giorni nostri riesce a stupire per la storia, l’ ambientazione, l’ aspetto visivo e soprattutto le spettacolari scene musicali.

Ma se questa pellicola riesce a dare questo effetto nonostante sia uscita da molto tempo, perché farne un remake? 

Spesso il fatto di “rifare” un film crea disaccordo fra il pubblico, specialmente quando si parla di grandi capolavori.

Inoltre è stato raro che un remake sia riuscito ad essere a malapena a livello dell’ opera originale, figuriamoci a superarla!

C’ era infatti poca fiducia nel rifacimento di  West Side Story, ma un briciolo di speranza era data dal fatto che a dirigerlo sarebbe stato proprio lui… 

Dopo averci dato un grandissimo esempio di cinema d’ intrattenimento con “Ready player one”, Steven Spielberg torna finalmente con un film che sognava di realizzare da sempre.

Nelle mani di un uomo come lui, era una garanzia che venisse fuori un prodotto di una certa qualità, ma il “West Side Story” di Spielberg è ben più di questo.

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Un ripasso della trama e dei temi.

La trama è chiaramente la stessa di quella della versione del 61, ma ci sono tutte le differenze che bastano purché non ne sembri un “copia-incolla”.

Per chi non lo sapesse (spero in pochi) la storia è ambientata nel west side di Manhattan degli anni 50.

Il territorio è conteso tra due gang rivali, i Jets, composti da immigrati europei di seconda generazione, e gli Sharks, una banda di immigrati portoricani.

Quando i due gruppi organizzano una mischia, Tony, il co-fondatore dei Jets, si innamora di Maria, la sorella di Bernardo, il capo degli Sharks.

Questa è la struggente storia di un amore che riesce ad abbattere le barriere delle differenze etniche e della rivalità tra esse.

Quello fra Tony e Maria è l’ amore nella sua forma più potente, che trionfa sulle avversità con l’ accettazione e il perdono.

Ma nel film vi è un netto contrasto tra questo sentimento e quello opposto, infatti viene anche mostrato tanto odio.

La rivalità fra le due gang è la pura rappresentazione della parte distruttiva dell’ essere umano,  l’ odio che porta alla violenza.

Non manca la critica all’ America, che sembra essere il posto delle opportunità, ideale per una vita felice, ma in realtà si scopre un Paese pieno di difetti.

Una rivisitazione tecnicamente strabiliante.

La pellicola del 1961, oltre ad avere coreografie pazzesche, aveva già una regia molto all’ avanguardia, fatta di dinamismo specialmente grazie al montaggio.

Spielberg non solo replica questo dinamismo, ma lo amplia con tecniche di ripresa più moderne.

La macchina da presa danza assieme ai personaggi in movimenti veramente da brividi (ad esempio la primissima inquadratura è veramente roba dell’ altro mondo!).

Il montaggio è superbo, come anche la fotografia che alterna momenti di una calda vivacità e altri in cui i colori si raffreddano.

In più, i costumi e le scenografie sono molto suggestivi.

Le musiche sono le stesse della versione originale, ma magistralmente riarrangiate da David Newman.

Un cast semplicemente meraviglioso.

Tranne Ansel Elgort e un’ attrice* in particolare, il cast è composto principalmente da attori con ancora poca esperienza nella recitazione.

Sarà stato sicuramente difficile per loro cercare di dare delle performance degne di quelle originali! 

Ma tutti, un po’ anche perché diretti da un grande maestro, si sono impegnati al massimo e hanno dato delle performance straordinarie.

Non solo hanno dato grandi prove attoriali ma hanno anche sfoggiato tutte le loro doti canore.

Ansel Elgort e Rachel Zegler hanno una grande chimica tra di loro, assolutamente fantastici quando cantano insieme.

Notevoli anche le interpretazioni di Mike Faist e David Alvarez nei panni dei capi delle due gang e quella di Ariana Debose nel ruolo di Anita.

A proposito di Anita! In questo film c’ è anche Rita Moreno, l’ interprete di questo personaggio nella pellicola del 61 !!

In conclusione.

Era sicuramente facile sbagliare questo film, e se fosse stato così le critiche avrebbero preso il sopravvento.

Ma Steven Spielberg non smette di smentirsi, ha dimostrato per l’ ennesima volta di essere uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi.

Con questo suo rifacimento è riuscito a farci provare le stesse emozioni della versione originale, e l’ha fatto con il suo solito talento creativo senza limiti.

Tra l’ altro non si era mai cimentato in un musical, quindi ha ancora dato prova di saper spaziare di genere in genere.

Se non l’ avete ancora visto dategli assolutamente un occhiata perché è un ottimo esempio su come si fa un remake come Dio comanda.

Se poi siete fan del film originale, fidatevi che non rimarrete delusi!!!! 

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