Il 29 ottobre ha compiuto 50 anni “Giù la testa“, secondo film della trilogia del tempo targata Sergio Leone dopo l’enorme successo con la trilogia del dollaro e “C’era una volta il west”.

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locandina 3

Il film racconta di un bandito messicano di nome Juan, che dopo aver conosciuto il dinamitardo ed ex rivoluzionario dell’IRA, gli chiede di unirsi a lui per il colpo della sua vita. Infatti vuole rapinare la ricchissima banca di Mesa Verde (città immaginaria del Messico).

Ma a sua insaputa (e anche contro la sua volontà), John lo farà coinvolgere nella rivoluzione messicana contro il dittatore Victoriano Huerta.

Leone si discosta dai suoi film precedenti con Giù la Testa.

Dopo aver rivitalizzato il genere Western con la trilogia del dollaro e “C’era una volta il west”, Leone decide di girare un film diverso dai suoi lavori precedenti. In questo film le atmosfere western sono ancora abbastanza presenti, visibili a mala pena. Essendo il film ambientato circa nel 1913, si capisce che il mito del West ormai è finito, inoltre viene mostrato il progresso tecnologico, infatti c’è l’ uso della dinamite e la circolazione di veicoli motorizzati. 

Ma questa non è la rivoluzione che vuole raccontarci Leone, infatti vuole parlarci di come l’uomo si ribella ad un sistema politico sociale che lo rende scontento.

Il film si apre con una citazione di Mao Zedong, la quale afferma che la rivoluzione è un atto di violenza.

La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un’insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un’altra.

Mao Zedong

Senza le rivoluzioni, per molti paesi non sarebbe stato possibile arrivare ad avere una migliore condizione sociale, ma purtroppo la Storia ci insegna che il raggiungimento di questo traguardo ha avuto un prezzo inestimabile, sangue, tanto sangue.

Quello su cui il film vuole farci riflettere è se il fine giustifica i mezzi, se è giusta tutta questa violenza per sperare in un futuro migliore.

Due protagonisti, molto caratterizzati.

Juan, interpretato molto bene da Rod Steiger, è un eroe non tradizionale, infatti lo è diventato quasi per caso è vorrebbe fare a meno di combattere in una rivoluzione a cui non sente di appartenere. Oltre che essere ambiguo, viene mostrato come una persona disposta a tutto per raggiungere i suoi obbiettivi personali. Ma nel corso del film avrà un evoluzione soprattutto grazie al suo particolarissimo rapporto con John, interpretato da uno straordinario James Coburn (la sua entrata in scena dal fumo e con la moto è probabilmente una delle migliori della storia del cinema).

A differenza di Juan, John all’inizio sembra uno straniero senza scopi o destinazione, ma in verità è il personaggio più approfondito del film. Infatti è già veterano della rivoluzione in Irlanda, da cui è fuggito poiché era ricercato (i flashback con le struggenti musiche di Ennio Morricone sono così belli da far piangere). Nonostante abbia dovuto smettere di lottare nel suo paese, lui continua a lottare per gli ideali in cui crede. 

Il comparto tecnico di Giù la Testa.

La regia di Sergio Leone è semplicemente stupenda, sempre presenti i suoi tipici primissimi piani e gli spettacolari campi lunghi, inquadrature unite tra loro con un ottimo montaggio.

La fotografia è decisamente più sporca rispetto ai suoi film precedenti, e tutto ciò rende la pellicola di un eleganza visiva. Indimenticabili le musiche del Maestro.

Che questo cinquantesimo anniversario possa farvi rivedere uno dei film più profondi di Sergio Leone, un capolavoro che ancora oggi continua ad incantare chi lo guarda. 

Qui trovate il Trailer di Giù La Testa. Vi invitiamo a lasciare una vostra opinione nella sezione dedicata. Come proseguimento di lettura, vi consigliamo Novecento e Il Mistero di Sleepy Hollow.

https://youtu.be/1I_TRvItH8E
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