Vi siete persi la prima e la seconda parte della retrospettiva di Grand Theft Auto? Niente paura! Qui trovate la prima parte e qui la seconda parte.

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Su Vice City, come in Liberty City Stories, i ragazzi di Rockstar si divertirono a sperimentare, e in caso di successo, implementare il tutto nei capitoli successivi e anche di più. Nel 2004 quindi, uscì GTA San Andreas, forse il capitolo più famoso e più amato dal pubblico videoludico. Perchè GTA San Andreas è tanto amato? Cos’ha di speciale questo capitolo?……TUTTO!

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Se tutti non potevano dire nulla sulla varietà di ambientanzioni di Vice City, di San Andreas non poterono fare altro che rimanere a bocca aperta visto che tutto quello visto in Vice City fu moltiplicato per tre e forse di più. San Andreas era in pratica la terza città del primo capitolo che magicamente diventava uno stato ed era composta da ben tre città. Le tre città erano Los Santos, San Fierro e Las Venturas che non erano affatto tre città uguali, messe lì a caso tanto per rendere solo enorme la mappa di gioco, ma erano tre città con tre culture diverse, tre stili di vita diversi e anche lo stile architettonico era ben distinto fra una città e l’altra.

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Il gioco era ambientato nel 1992 e la città dove iniziava la storia dell nostro personaggio, Carl Johnson detto CJ, era Los Santos, una caricatura di Los Angeles, dominata dalle bande di quartiere e il nostro protagonista, dopo aver tentato la fortuna, mai arrivata, nella costa orientale del paese, torna a casa per rifarsi una vita e quello che trova è peggio di quello che aveva lasciato.

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Una cosa che diversifica questo capitolo dagli altri è che parte delle missioni erano solo per gli obbiettivi del protagonista e non per i soldi in generale, tant’è che spesso capitava di compiere missioni e non ricevere nemmeno un dollaro in premio e fare fortuna in un mondo così sconfinato era tutto tranne che facile. Riguardo le novità ci sono fra le altre cose, Guidare qualsiasi mezzo ci passi per la testa, mangiare tanto e ingrassare e di conseguenza andare in palestra per dimagrire o diventari muscolosissimi, farsi tatuaggi, capelli rasati oppure capelli afro, comprare vestiti tamarri e tanto tanto altro ancora.

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Tornando al discorso gameplay, non c’erano, a differenza degli altri capitoli, i soliti boss che ci commissionavano furti, omicidi o quant’altro, ma era il nostro personaggio stesso, che si era ritrovato per sbaglio in mezzo ad affari malavitosi e dovevi quindi districarsi fra i vari problemi che venivano a crearsi. Infatti la novità rivoluzionaria più importante è proprio il fatto che a differenza di prima, è l’utente stesso a vedere il personaggio sotto diversi punti di vista, a seconda del punto della trama in cui si trova in quel momento.

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Anche San Andreas come gli altri titoli della serie trattava di tante tematiche e su questo, non posso che fare un appunto, ovvero che questo gioco da molti fu giocato in modo sbagliato. L’età media si era abbassata e tanti che a quel tempo erano pre-adolescenti ricordano San Andreas come un titolo dove fare macelli e basta. A quell’età, le tematiche trattate, sopratutto nelle missioni, siccome non comprese da un ragazzo di quell’età, lo annoiavano soltanto, quindi sfanculavano le missioni e giocavano al titolo solo per fare bordelli in giro per le città con l’auto e ad ammazzare gente.

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Consiglio caldamente chi era ragazzino a quei tempi di rigiocare adesso quel titolo e seguire ben bene trama e missioni perchè ci sono stupende perle di saggezza che vanno seguite. Questo credetemi, è un gioco che se giocato a fondo, fa scoprire meravigliosi personaggi, bellissime location, subire tanti schiaffi morali e straordinarie rappresentazioni della società moderna che ci circonda oltre a un finale ben costruito, divertente e spettacolare.

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Un budget di oltre 120 milioni di dollari, primo titolo della serie ad essere uscito in contemporanea in tutto il mondo ad Aprile 2008 e 3,6 milioni di copie vendute al day one. Questi sono i numeri di GTA 4, primo capitolo per PS3 e XBOX 360. Le prime impressioni furono di profonda delusione, sopratutto, ricollegandomi al discorso pre-adolescenza / San Andreas, parecchi di quei ragazzi abituati allo stile più “fumettoso” dei precedenti capitoli, atti a sbeffeggiare ancor meglio la cultura moderna americana, si sono ritrovati con una Liberty City, fra l’altro grande quanto l’intero stato di San Andreas, più realistica, moderna, cupa e seriosa e non sentivano più quella libertà, quella personalizzazione del personaggio e i locali colorati visti nei precedenti capitoli.

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In questo capitolo si impersonava Niko Bellic, un emigrato serbo, venuto a Liberty City, fedele riproduzione di New York, attirato dalle mail del cugino Roman, sbarcato in America dieci anni prima. Appena sbarcato in America e incontrato il cugino, Niko trovò ciò che ci si poteva aspettare da un immigrato nel nuovo continente, ovvero una vita decadente fatta di debiti e libertà forzate.

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C’è da puntualizzare subito una cosa importante per la trama, ovvero che Vercetti e CJ erano del luogo e che quindi conoscevano bene usi e costumi di quella vita, invece Bellic si ritrovava catapultato in una città e un modo di vivere del tutto sconosciuto per lui. Niko infatti proveniva da una realtà fatta di povertà e guerra e ritrovarsi nel bel mezzo della capitale mondiale della finanza fatta di lusso e altissimi palazzi, non può far altro che stordirlo. Se nei precedenti capitoli si viveva più un’aria di “spensieratezza”, qui era tutta un’altra storia e infatti GTA 4 non era affatto da prendere alla leggera.

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Qui si impersonava un uomo che come tale poteva fare solo azioni da uomo. Niko correva a velocità normale, sparava come un soldato ben addestrato e guidava al limite delle possibilità umane. Questo fu uno dei motivi per cui parecchi videogiocatori si ritrovarono spaesati a giocare questo nuovo capitolo. Non si stava più per certi versi giocando un videogame, ma si stava manipolando un uomo vero in un mondo vero. Molti attibuirono a GTA proprio questo difetto ovvero il troppo realismo, nessun divertimento, inoltre non si poteva più correre a piedi come uno scalmanato o buttarsi da un’auto in corsa senza farsi un graffio. In GTA 4 si era limitati solo ed esclusivamente alle capacità umane cioè, se si correra si poteva inciampare, cadere da una certa altezza portava alla morte e se si era colpiti da un proiettile, il corpo reagiva ad essa.

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Il vero, ennesimo, colpo di genio di Rockstar fu il motore grafico Rage e la tecnologia “Euphoria”, una tecnica tutt’ora imbattuta. In pratica Rockstar riuscì ad inventare un metodo per cui i personaggi “pensavano” da soli. A seconda di quello che accadeva su schermo, reagivano al contesto come scappare, urlare o farsi prendere dal panico e tanto altro. Questa tecnologia, fece diventare l’esperienza di gioco di GTA 4, qualcosa anni luce rispetto a tutti gli altri videogiochi presenti allora sul mercato.

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Ogni personaggio presente su schermo, reagiva in modo diverso, pensava in modo diverso, si vestiva in modo diverso e risultava sorprendente ad esempio girare in centro e tamponando un’altra auto vedere che ogni pedone reagiva in modo diversificato come succederebbe nella realtà. Anche il parco auto fu ricreato nel modo più realistico possibile e diversificato. Infatti, ogni auto era differente dall’altra come velocità, massa, sicurezza ecc…

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 In pratica sono i dettagli in GTA 4 la cosa principale del gioco. Dettagli quasi maniacali che facevano capire l’enorme dedizione che Rockstar mise in questo gioco. Basti pensare che facendoci caso, si poteva addirittura distinguere la marca delle gomme delle auto, oppure soffermandosi in pieno centro, potevi vedere un pedone che starnutiva e poco dopo lo vedevi tirare fuori il fazzoletto, così come il fatto che se scoppiava a piovere, vedevi tirar fuori l’ombrello ad un pedone random se non vedere un signore ben distinto che scappa sotto un balcone coprendosi dalla pioggia col giornale!

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C’è da puntualizzare però, che i dettagli non si soffermavano solo a quello che vedevi in giro, ma li ritrovi anche nella trama. Nella stessa trama infatti potevi scoprire una cultura eterogenea fatta da razze e modi differenti come la cultura americana, italiana, spagnola, russa, portoghese, rastafariana cioè in pratica una cultura cosmopolita proprio come del resto lo è davvero New York. Per quanto riguarda Niko nello specifico, anche in questo caso non trovavamo un’uomo che voleva fare fortuna diventando il capo della città o un mega boss della malavita, ma trovavamo invece un’uomo che voleva solo cercare la pace interiore, un’uomo pieno di rimorsi e che voleva riscattarsi dalle atrocità della guerra e che per quel motivo emigra in America. Se all’inizio riesce a trovare quella pace tanto agognata, alla fine si rivela essere solo un illusione, tant’è che nonostante sembra un’uomo tanto forte e coraggioso, per certi versi è invece molto infantile, tanto da non accorgersi che gli stessi problemi che si creavano, erano generate da lui e non dalle persone che lo circondavano.

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Tutte le persone che creavano problemi a lui e Roman, cercava di eliminarle per risolvere quei fastidi, senza rendersi conto che non era eliminando quei “nemici” che avrebbe risolto i suoi problemi, ma lo avrebbe fatto solo eliminandoli da dentro se stesso. Questo in pratica è il succo di questo favoloso gioco, ovvero lo scavare nell’animo umano non solo di Niko, ma anche del giocatore che attraverso Bellic può tranquillamente inpersonare i problemi di questo mondo e i problemi che possono essere dentro se stessi e che vanno affrontati di petto e non con giustizia sommaria.

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Con l’espansione, se così vogliamo chiamarla di GTA 4, Episodes of Liberty City, Rockstar fa un’altro piccolo balzo in avanti che lo condurrà poi in futuro a produrre il quinto capitolo della serie. Qui ci ritrovavamo ancora a Liberty City, ma ad impersonare personaggi parecchio diversi da Niko Bellic, ma sopratutto parecchio diversi fra loro.

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Infatti il motociclista Johnny Klebitz e Luis Fernando Lopez, guardia del corpo di Gay Tony, vedono la città sotto punti di vista completamente diversi fra loro. In the Lost and Damned, Rockstar parlò di fratellanza, tradimenti e inganni. Il questo capitolo le atmosfere erano più cupe e si vedeva apertamente il lato “cattivo” della città. In Ballad of Gay Tony invece, l’atmosfera era molto più divertente e l’allegoria delle insegne al neon dei night club rinvigorivano il grigiore di quella grande metropoli che era Liberty City. Non c’è molto da aggiungere su questa espansione se non di giocarlo perché anche in questo caso, ci sono parecchie ore di divertimento seppur con due personaggi agli antipodi.

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