Astro Bot è un gioco platform sviluppato da team Asobi e edito da Sony PlayStation rilasciato nel settembre 2024. Si tratta del terzo gioco della serie di Astro bot, i cui predecessori erano Playroom VR (PSVR, 2016, Demo tecnica, Party game), Astro Bot rescue mission (PSVR, 2018, Platform) e Astro’s Playroom (PS5, 2020, Platform, Demo tecnica). Il gioco si identifica come un Collect-a-thon, giochi nei quali è richiesto al giocatore di portare a casa quanti più collezionabili possibili dispersi nei livelli e spesso nascosti dietro a sfide puzzle o platform. Vediamo dunque di sviscerare i vari aspetti di questo Astro Bot e capire quanto vale davvero. La parte fondamentale di questa recensione riguarderà gameplay e struttura, considerate grafica e sonoro come un gradevole contorno.
Un universo in festa (Grafica e Tecnica)
Sotto il profilo puramente tecnico il gioco è quasi impeccabile, Asobi Team è maestro di pulizia e stile, considerato che la maggior parte dei modelli utilizzati sono gli stessi da almeno 8 anni con qualche miglioria. L’universo creato per Astro Bot è vivace e divertente, quasi come se tutto fosse fatto di plastica e metallo, la sabbia stessa da una sensazione particolare (grazie anche al rumble del dualsense) che la mescola perfettamente al mondo che hai attorno. Questo gioco è una vera festa per gli occhi con una varietà sorprendente di attrazioni e dettagli. Texture pulite, distruttibilità ambientale croccante, luci ben congeniate, queste sono alcune delle cose che vi faranno apprezzare lo stile di Astro Bot, salvo pochi glitch grafici solitamente derivati da mappe chiuse o riflessi sull’acqua sbagliati.
Remix fatale (Musica e colonna sonora)
Sotto il profilo musicale siamo davanti alla versione Sony di Super smash bros. Molto più semplice, ma non banale. Astrobot 2024 ha pochissimi brani inediti, la maggior parte sono invece reiterazioni dei giochi precedenti o interpretazioni di altre colonne sonore come quella di Ape Escape, God of War, Uncharted…
Gradevole invece il profilo sonoro, ricco di citazioni improbabili per tutti i personaggi cameo. Il controller non sta zitto un secondo e devo dire che è piacevole, il rumore dei passi, diverso su ogni superficie è qualcosa di speciale, fate in modo di avere l’audio del controller attivo.
Le meccaniche sprecate (gameplay)
Astro Bot è un platform a velocità media non si può scattare e il doppio salto consiste in una lentissima planata. Il gameplay di base è invariato dal 2018, ma vengono aggiunte al mix delle meccaniche peculiari ad ogni livello, come uno scatto in avanti, rimpicciolirsi, galleggiare in aria… e molte altre buone intuizioni che però si esauriscono nei livelli (più di uno per ciascuna abilità) a cui appartengono (i livelli sono interessanti, ma affrontiamo dopo la questione). Alle volte l’interazione col mondo di gioco passa anche per la funzione motion del controller, anche se raramente. Il dualsense in generale è sprecato: viene utilizzata in modo estensivo solo la funzione di rumble.
Lato gameplay dunque abbiamo di fronte agli occhi un gioco già visto, con aggiunte interessanti ma non abbastanza, perché Astro Bot è un gioco che per la maggior parte del tempo (ad esclusione di certi livelli bonus) è costituito da platforming sin troppo semplice e facile, quasi noioso e dozzinale, adatto sicuramente a una fascia d’età molto piccola. Al tempo stesso per bilanciare il gameplay infantile, hai personaggi delle ip Sony prevalentemente Pegi 18 (non muore nessuno, è una festa), ma non capisco bene il target previsto, perché cosa può saperne un bambino di 7 anni di God Of War o Metal Gear? È fatto per i giocatori più navigati allora? Perché da videogiocatore mi sento quasi offeso dalla banalità di questo impianto di gioco e non sono uno che ama la difficoltà, ma mi piace imparare il gioco che sto esperendo. Qui non c’è nulla da imparare, i poteri sono semplici quasi imbarazzanti e il platform è scarso con enormi margini d’errore.
I momenti più complessi del gioco sono in certi livelli sfida molto carini in cui si può trovare quel pizzico di concitazione che tanto manca a Astro Bot. Restano comunque pochi e in qualche misura troppo lenti, questi sono i momenti in cui si soffre la velocità di gioco. Insieme ai livelli sfida ci sono i boss ad alzare la difficoltà, ma si affidano troppo a dei pattern con poche variazioni (questo è in generale problema dei platform) e vista la velocità limitata del gioco, sono fin troppo semplici da evitare, quello che mi ha dato più problemi per esempio è l’avvoltoio quando spara gli uccellini grossi, proprio per un aumento di velocità e riduzione di spazi.
Passeggiate concitate (Struttura e livelli)
Ho amato il lato collezionistico di Astro Bot. Trovare tutti quei personaggi storici del mondo PlayStation è stato magico e più volte mi sono sorpreso, per esempio davanti a Wild Arms o Raiden nella sua versione MGS Raising Revengence. Il mondo HUB è speciale, ti fa vivere i progressi nel gioco in modo evidente e simpatico, quasi fosse un museo delle cere, ma animate. Ci sono in totale 301 robottini, 120 puzzle, 10 livelli nascosti e 159 oggetti nella macchina gacha, ma non è difficile trovare le cose, basta tenere gli occhi aperti e usare un po’ di intuizione di tanto in tanto perché niente è troppo nascosto, i punti con cui interagire sono quasi sempre ben evidenti. Completare la collezione richiede anche di terminare i 16 livelli sfida dedicati ai 4 pulsanti (croce, quadrato, triangolo e cerchio), che sono i picchi di difficoltà a cui mi riferivo prima.
I livelli di Astro Bot sono meravigliosi mondi tutti diversi e gustosi. Quasi in tutti c’è un abilità speciale ed il livello, i nemici e ciò che gli sta attorno è calibrato su di quella. Un concetto semplice quanto efficace che ti costringe a imparare l’abilità del livello (niente di complicato), ma non tutte sono create allo stesso modo. Il mio livello preferito si chiama “mondo in miniatura” ed è una tale chicca di design da farmi desiderare un gioco intero così: Astro grazie a un topo può rimpicciolirsi e il mondo rimane in medesimo, ma è estremamente diverso da navigare, un po’ come nel mio Zelda preferito (opinione non molto condivisa, lo so) Minish Cap. Per tutte le buone idee, ci sono pochi momenti in cui testarle per davvero, ma sono ben realizzati. I livelli infatti pur non brillando per complessità, sono curati e dal level design efficace, i migliori sono per me: il livello dei topi, quello del casinò e la piramide con la sfera .
I livelli della galassia perduta non sono molto diversi dai livelli standard, le differenze importanti arrivano coi livelli post-boss, uno per nebulosa in cui vestiremo i panni di un noto personaggio PlayStation, da Kratos ad Aloy (niente spoiler). Il level design è il più grande trionfo di Astro Bot in relazione al gameplay carente, ma non ne copre i difetti purtroppo, facendoci un po’ desiderare che Team Asobi si fosse davvero ispirato a Mario Odissey. I segreti in questo gioco non sono così segreti, sono troppo accessibili ed è chiaramente pensato per un facile completismo, tant’è che si finisce tra le 10 e le 20 ore al 100%. Poche aree nascoste raggiungibili con salti e movimenti da imparare, perché non ci sono movimenti da imparare o salti da fare giusti al millimetro.
Conclusione
Sono davvero contento che Astro Bot esista, per l’affetto che provo per la storia di PlayStation e il modo in cui Astro faccia rivivere la memoria. Tuttavia manca il gioco, un platform con il salto non enfatizzato non è un platform che la gente può amare davvero. I giochi PlayStation ultimamente si stanno appellando a un pubblico forse troppo ampio finendo per mancare di integrità lato game design. Spero che tutti coloro che si sono entusiasmati per Astro Bot provino tanti altri platfom 3D altrettanto validi se non di più (c’è questo articolo in merito), partendo proprio da Mario Odissey, uno dei Re della categoria. Oltre ai platform questo gioco può aver generato curiosità per altri brand interessanti con i suoi cameo gustosi, molti dei quali sono giocabili proprio su PS5 in un’edizione estremamente simile all’originale.
Astro Bot ci ha fatto scoprire diverse volte le potenzialità di PlayStation nella sua carriera da protagonista mentre ci faceva ripercorrere la storia di una delle macchine da gioco più iconiche, peccato che Sony non resti dietro ad Astro Bot e non valorizzi così tanto la sua storia, ma solo la storia recente tra Naughty Dog e Santa Monica. Al di là di queste digressioni, qui sotto vedrete il voto e il riassunto, voi fatemi sapere cosa ne pensate, se siete d’accordo o meno e discutiamone, perché è così che si migliorano le cose.
Astro Bot (PS5, 2024)
Overall
8/10Pros
- Stile vivace totalizzante
- Rumble e suoni ben gestiti
- Livelli divertenti
- Collezionabili interessanti e vari
Cons
- Gameplay blando
- Segreti non segreti
- Platform non interessante