520px The Hateful 8

Quentin Tarantino è senza dubbio uno dei migliori registi della sua generazione e tanti dei suoi film sono diventati iconici. Una delle sue opere che però viene meno ricordata è il western del 2015 “The hateful hate”, nonostante essa non abbia nulla da invidiare ad esempio a “Bastardi senza gloria” o “Pulp fiction”.

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La trama

Qualche anno dopo la fine della guerra civile negli Stati Uniti, una carrozza trasporta John Ruth, un cacciatore di taglie conosciuto come “il boia” e Daisy Domergue, una criminale che deve essere condotta a Red Rock, nel Wyoming, per essere giustiziata alla forca. In mezzo alle montagne di sta però avvicinando una violenta bufera di neve, motivo per cui nella carrozza saliranno anche il maggiore Marquis Warren, ex soldato di colore diventato cacciatore di taglie e Chris Mannix, un ex sudista che afferma di essere eletto come nuovo sceriffo di Red Rock. I quattro, assieme al cocchiere,  si fermeranno in un emporio per via della sempre crescente bufera. Nell’ emporio ci sono altri quattro sconosciuti e la permanenza al suo interno non sarà così tranquilla perché forse qualcuno mente sulla sua identità e non è un caso che si trovi li’.

Un Tarantino ispiratissimo

Per il regista, questo è il film con il maggior minutaggio e come al solito ha un ritmo lento dettato da lunghe sequenze dialogate. Ma questo non è affatto un problema poiché attraverso dialoghi costruiti alla perfezione, si va a delineare i vari personaggi, i quali sono tra i più interessanti ideati da Tarantino. In questo film, l’ argomento ricorrente è appunto la guerra civile. Ad esempio, nella prima parte ci sono divergenze tra il maggiore Warren e Mannix. Il primo, infatti, è stato un soldato nordista che a causa della guerra, ha maturato un sempre maggior disprezzo verso i bianchi. Il secondo, che ha combattuto sul fronte opposto, rammenta invece come sia stata umiliante la sconfitta inflitta dai nordisti, i quali nonostante tutto erano comunque loro fratelli americani. Inoltre, il maggiore riceve costantemente l’ epiteto offensivo “negro” da alcuni degli altri, evidenziando come questa guerra non abbia placato l’ odio fra le due razze.  Per quanto questo sia ,senza dubbio, uno dei film più seri di Tarantino, assieme a “Django Unchained”, non mancano la solita ironia e l’ umorismo che regalano momenti grottescamente divertenti.

La forma 

La sceneggiatura di Tarantino è come sempre brillante e mostra la sua grande maestria nel creare personaggi interessante e dialoghi pazzeschi. Inoltre anche la regia è molto bella grazie sopratutto alla fredda fotografia che rende alla perfezione la suggestiva ambientazione invernale. Ottimo anche il montaggio e molto belli sia i costumi che le scenografie. Infine il cast è a dir poco meraviglioso. Cominciamo con un grandissimo Kurt Russel, nel ruolo del sempre sospettoso John Ruth e una eccezionale Jennifer Jason Leigh nella parte della canaglia Domergue. Bravissimi Tim Roth, Bruce Dern, Michael Madsen e Demián Bichir nei panni dei quattro bizzarri sconosciuti  e infine i personaggi più interessanti, ovvero il maggiore e lo sceriffo,  sono interpretati rispettivamente da uno straordinario Samuel L Jackson e uno strepitoso Walton Goggins. 

In conclusione 

“The hateful eight” è un western  dalla suggestiva ambientazione invernale popolata da personaggi interessantissimi, protagonisti di dialoghi pazzeschi. Il film dura quasi tre ore ma è tutt’ altro che noioso, anzi le immagini e i dialoghi scorrono che è veramente una bellezza. Se non l’ avete visto, vi consiglio di farlo al più presto! 

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