In questa rubrica andremo a cercare somiglianze e riferimenti alla letteratura e alla filosofia del passato in anime e manga. In particolar modo oggi vedremo la figura di Majin Bu e la metteremo in confronto con il Frankenstein di Mary Shelley.
Sappiamo già che sicuramente Akira Toriyama conosce bene il mostro di Frankenstein tanto da dedicarci un personaggio ispirato a esso. I più fanatici si ricorderanno di Hacchan (nella traduzione italiana Ottone), l’androide n8 comparso nella saga di DragonBall. Pienamente nello spirito romantico dell’originario Frankenstein, Ottone è un personaggio di natura buona, ma odiato per via del suo aspetto. Tuttavia, in Dragonball, dopo aver provato la propria bontà viene acclamato come protettore della Città del Nord.

Ottone, in DragonBall Z e Super fa soltanto qualche apparizione. Una in particolare però ci fa aprire gli occhi: fa parte di uno di quelli che dona la propria energia alla sfera Genkidama che sconfiggerà definitivamente Kid Bu. Probabilmente, Toriyama ha lasciato questo indizio per indicarci il fatto che anche nell’arco di Majin Bu potrebbero essere stati ripresi alcuni temi.
Passiamo a esaminare la figura del primo Majin Bu che compare con quella del mostro di Frankenstein.
(NB: alcuni dei prossimi punti sono validi solo prendendo in esame, come Majin Bu di base, quello buono e grasso incontrato da Mr. Satan, non quello iniziale della leggenda di Bibbidi, in quanto la sua backstory potrebbe essere nata dopo il suo iniziale character design)
Prima di tutto, si tratta di due personaggi in un certo senso artificiali, entrambi creati da un uomo e non dalla natura. Sia il mostro di Frankenstein che Majin Bu nascono di natura essenzialmente buona, ma sono troppo forti e spaventosi, finendo fuori dal controllo dei propri creatori.
Il riferimento al Frankenstein si fa palese all’incontro di Majin Bu con un bambino viandante e cieco. Appunto, il bambino non può rendersi conto del mostro che ha di fronte e Majin Bu cura le sue ferite, dimostrando la sua bontà. In modo analogo, il mostro di Frankenstein incontra un anziano cieco e lo aiuta.

Entrambi i due personaggi sono inoltre grandi amanti della natura. Vediamo come Majin Bu si affezioni facilmente al cagnolino che poi sarà la causa che scaturisce la sua rabbia verso l’uomo. In pieno stile del romanticismo inglese, la crescita e l’esperienza nel mondo porta l’uomo ad allontanarsi dalla felicità e dalla purezza dell’infanzia.
Infine, la capacità di Majin Bu di assorbire i propri nemici potrebbe essere un riferimento alla filosofia di Locke, appartenente a un periodo storico simile a quello di Mary Shelley. Secondo Locke, l’uomo può essere paragonato a un foglio bianco su cui, l’esperienza nel mondo reale scrive, diventando una parte di noi.
E voi cosa ne pensate? Avevate mai notato questi riferimenti?