
Il cinema italiano oggigiorno non sta vivendo un periodo eccellente, non è più nella sua epoca d’ oro, come ad esempio negli anni sessanta e settanta.
Pian piano però esso sta cominciando a ritornare grande, soprattutto grazie a certi registi che hanno saputo sperimentare, fare qualcosa in più.
Uno di questi è senza dubbio Matteo Garrone, autore di film straordinari come “Gomorra”, “il racconto dei racconti” e “Dogman”.
Ma oggi vi parleremo di “Reality”, il quale è uno dei suoi lavori più sottovalutati.
La trama.
Luciano è un pescivendolo napoletano che si dedica anche con la moglie a un traffico illegale di robot da cucina. Dotato di una particolare vena comica, spesso si esibisce davanti ai clienti della pescheria o in occasione di eventi particolari come i matrimoni. Un giorno, spinto dalla famiglia, partecipa ai provini per entrare nella casa del Grande Fratello. Da quel momento vive l’attesa come un’ossessione, credendo di essere continuamente osservato da quelli della televisione che controllano se sia vero quello che ha detto ai provini.
Il tutto fino a che la paranoia prende il sopravvento su di lui e la sua percezione della realtà non è più la stessa.
Una visione della società contemporanea.
Qui c’ è senza dubbio la critica alla televisione italiana, in particolare modo a programmi come appunto il grande fratello.
Essa sembra appunto mostrarci una realtà attraverso cui ci fanno credere che se non ti arrendi, realizzerai i tuoi sogni.
Il problema però è che sono poche le persone che hanno questa fortuna è di certo non vi è il protagonista fra queste.
Egli vuole fare tutto questo perché i soldi che guadagna con le sue attività non bastano, crede che con “il grande fratello” sistemerà a vita se stesso e la sua famiglia.
La verità è però che la televisione ci attrae e allo stesso tempo ci intrappola in una realtà alternativa più bella di quella del mondo reale.
Il film ci mostra quindi come purtroppo, per molte persone, cercare di cambiare la propria vita sia una gigantesca illusione.
Una pellicola visivamente straordinaria.
Anche qui Matteo Garrone dimostra di avere un grande talento con la macchina da presa.
Vi sono piani sequenza bellissimi, inquadrature lunghe e dinamiche, spesso collocate in alto, quasi come se la cinepresa fosse il punto di vista di un “grande fratello.”
La fotografia è molto particolare perché nonostante i colori siano spesso vivaci, essa rende le immagini quasi fittizie.
Buono il montaggio e meravigliosa la colonna sonora di Alexandre Desplat.
Ottimo anche il cast, soprattutto Aniello Arena, che interpreta il nostro protagonista.
In conclusione.
Questo non è tra i più grandi capolavori di Garrone, ma dato che è un film assai sconosciuto ma comunque ottimo, vi consigliamo di vederlo.