Manca meno di una settimana al lancio ufficiale di Elden Ring e pregustando l’esperienza ho pensato ai momenti di qualità che mi regalerà il titolo. È noto a tutti ormai che si tratta di un gioco del filone dei Souls e il fatto che provenga da Myazaki fa sperare molto bene. Così nell’attesa ho pensato a questa lista di aneddoti ed eventi di gioco che mi sono accaduti lungo i miei viaggi nella saga di Dark Souls. La lista non conterrà Bloodborne e Sekiro.
5: Il demone del Toro
Molti anni fa ormai, presi in mano per la prima volta Dark Souls e fu una tragedia all’inizio. Ero molto teso e pure i nemici più semplici mi mettevano in difficoltà. Avevo finito il tutorial per grazia divina e avevo quasi superato il borgo dei non morti quando mi trovai faccia a faccia con un grosso demone armato di ascia sulla sommità delle mura di Lordran. Preso dal panico cercai di colpirlo, ma nello stato in cui ero non ricordavo che si attaccasse coi grilletti. Mi misi a bere una Estus mentre guardavo il temibile mostro che avanzava accompagnato da una colonna sonora incredibile e spaventosa. Mi misi a rotolare, curarmi colpirlo mentre ero sul bordo del precipizio dove le mura erano rotte quando ecco che lui cadde di sotto e morì riempendomi di anime e ricompense mentre degli arcieri da qualche parte mi prendevano di mira.
Ripensando ora a quell’episodio ricordo con dolcezza la mia innocente paura per quello che non è che un boss estremamente semplice.
4: La Sentinella Flessibile
Siamo ora su Dark Souls 2, il Souls che mi piace di meno, ma che ho ugualmente apprezzato e giocato molto ai tempi. Ricordo molto bene il caos in cui molte aree erano immerse, ma apprezzai molto il tono personale che assunse l’epopea ai miei occhi rispetto al resto della saga. Qui parliamo della Sentinella Flessibile, Boss del pontile desolato dall’aspetto terrificante e dagli attacchi feroci. Ricordo bene l’impressione che mi fece e quando ne scoprii la lore ne fui estasiato per le relazioni mitologico/dantesche che vi vidi. Questo mostro controlla i non morti che transitano verso la bastiglia perduta e io ci vidi tutti i giudici infernali mostruosi che infestano la mitologia e i versi danteschi in cui descrive creature raccapriccianti con uno scopo dettato dal Signore. Fu spettacolare ed estremamente personale.

3: Il PVP con un amico
Il primo Dark Souls fu anche la migliore esperienza multiplayer che ebbi in settima generazione. Giocai a lungo al gioco e qualche volta con un mio amico usando il Megamule solo tra di noi per testare build e passare del tempo di qualità facendoci agguati e divertendoci in semplicità. Tutti voi se avete giocato con un caro amico anche poche ore, sapete che quelle poche ore sono state più avvincenti di tutto il tempo che avete dedicato all’avventura per i fatti vostri. Davvero una cosa preziosa.

2: Il legame del fuoco
Il sacrificio finale nel primo Dark Souls fu l’emozione più grande nei videogiochi che ebbi per mesi e mesi. Legare la fiamma a me dopo aver sconfitto le ceneri del grande signore di un tempo, accecato dal desiderio di mantenere il mondo nel suo stato, lasciò davvero una grande impronta in me. Fu tuttavia soppiantata quando crebbi e giocai a Dark Souls 3 con una nuova consapevolezza del mondo e decisi per un finale diverso, quello dei vacui di Londor. Mi sentii preso dalle terre di Lothric e dovetti terminare il circolo vizioso che è la base di ogni Souls. Rompere il conservatorismo di quel mondo e quella gente fu decisamente motivante ai miei occhi.

1: Solaire e Siegward
Due tra i miei NPC preferiti nel mondo di Myazaki furono rispettivamente nel primo e nel terzo capitolo di Dark Souls. Quando completai le loro quest per la prima volta ebbi sentimenti radicalmente diversi. Solaire è la tragicità definitiva, il tentativo disperato di stare a galla con il sorriso, salvo affondare definitivamente nella tragedia tra le fiamme di Izalith. Siegward d’altro canto è la forza di un’amicizia molto Tolkienana disposta a tutto per un amico. Solaire mi segnò perché anche quando lo salvai, lui rimase triste e senza uno scopo, mentre Siegward mosse una certa epicità nel suo scontro col gigante ad armi pari. Due sorridenti esempi di cavalleria, che cercano entrambi una persona al mondo, ma dimostrano la differenza fondamentale tra queste persone. Solaire cerca un signore, un condottiero, ma come un moderno Foscolo resta colpito negativamente da ciò che scopre infine. Siegward cerca un amico al quale fece una promessa e alla risoluzione degli eventi se ne va contento di aver trovato un amico in più nel suo viaggio.
Dark Souls è pieno di momenti evocativi e speciali, ci sono moltissime cose che vedo con occhi di bambino, molte con occhi da giocatore e una vera infinità con occhi da appassionato di lettere. Fatemi sapere le vostre esperienze su questa meravigliosa saga, ditemi cosa vi ha colpiti, fatelo con un commento qui sotto o nel social da cui provenite fellows undeads. Lodate il sole, ma non fatevi troppe illusioni sul vostro sole.