A diversi giorni dall’uscita del più recente film Disney, fui trascinato in sala dalla mia ragazza per vedere Encanto, ma senza desiderarlo. Forse la pubblicità mi era sembrata scialba, troppo immatura e sciocca, inadatta a farmi capire cosa avrei provato. Così in sala pian piano a forza di canzoni cambiai idea e il film mi è davvero piaciuto. Ecco a voi la recensione di Encanto, il film sulla magica famiglia colombiana dei Madrigal.

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Grafica, estetica e animazione

Essendo una produzione Disney, Encanto è stato supportato con moltissimi fondi spesi tra artisti di vario genere ed i risultati si vedono. La realizzazione grafica dell’opera è molto buona e accurata, pulita e piacevole, ma da distinguere con l’idea estetica alla base. L’estetica infatti può non piacere, è naturale che i personaggi così disegnati possano far storcere il naso a qualcuno, proprio a causa dei loro lineamenti estremamente tondeggianti e grossi, ma straordinariamente espressivi. Questo vale per l’estetica dei personaggi, che ha poco a che vedere con l’estetica ambentale, davvero straordinaria e peculiare, ricca e colorata.

L’animazione invece è superlativa. Ogni movimento che appare a schermo, è naturale, ma pure incredibile. I gesti e gli spostamenti dei personaggi sono tutti estremamente fisici e sentiti. Le espressioni facciali farebbero capire la trama ad un sordo (anche perché non è complicata, capiamoci). Ciò che più colpisce in questo ambito sono però gli abiti: ballano, si scuotono, cadono sui corpi come se gli animatori avessero dato loro un’anima che sa quale sia il loro ruolo e gli fa dare il massimo per rispettarlo. Fateci caso quando lo vedrete al cinema o dal 24 dicembre su Disney+.

La colonna sonora

La Colombia in cui ci porta Disney è molto circoscritta e boscosa, ma estremamente vivace tra i suoi colori e la musica. Se prendete Paperino e i suoi amici latineggianti di Saludos Amigos, avrete tutte le musiche ambientali che cercate per un ambiente del genere, folkloristiche e azzeccate. Ma non si tratta solo di musica ambientale, c’é una sostanziale presenza di brani da musical estremamente legati alla trama che vi spiegherò semplicemente come coinvolgenti e simpatici. Però un po’ tradiscono i ritmi e gli strumenti della tradizione colombiana usando strumenti e musicalità nuovi.

Le canzoni sono tutte doppiate in Italiano e in molte altre lingue, ma la canzone centrale del film “Dos Oruguitas” cantata da Sebastian Yatra viene mantenuta in lingua originale, ma ne esiste un’altra versione ufficiale in Italiano cantata da Alvaro Soler. Questa canzone è senza dubbio il simbolo del film poiché legata alle migliori e più emotivamente ricche scene del film, che sono in grado di portare al finale in lacrime.

Trama e analisi (Spoiler)

Molti anni fa, la “abuela” Alma, i suoi tre figli in fasce e suo marito Pedro fuggirono insieme ai loro concittadini da dei violenti non meglio identificabili che distrussero il loro villaggio (c’è chi sostiene fossero conquistadores, ma non vi sono evidenze di ciò). Nella fuga, Pedro viene ucciso e Alma stringendo i figli al seno nella disperazione, senza il suo amore e senza una casa, riceve un miracolo in forma di candela. Questa crea per loro una nuovo casa magica e una valle sicura in cui verranno a vivere altre persone. Per i poteri di questa casa, ogni membro della famiglia Madrigal possiede una stanza e dei poteri speciali definiti talenti. La famiglia si moltiplica, il villaggio cresce sotto la protezione e guida di questi esseri straordinari finché non nasce una bambina priva di talento che crescendo pare sia destinata a far cessare la magia e distruggere la casa. Questa scopre che ci sono dei problemi e investigando scopre le debolezze della sua famiglia. Quando Mirabel prova a cambiare le cose però viene fermata dalla nonna e la casa va in pezzi. Solo con la riconciliazione tra nipote e nonna, la casa si ricomporrà nuova e tutti saranno accolti con spirito nuovo.

Inutile dire che il film parla di famiglia, ma è speciale il modo in cui ne parla: abbiamo questa famiglia esplicitamente tradizionale ed allargata che domina sul vilaggio che controlla, come fossero Hidalgos, feudatari spagnoli. La nonna infatti è la figura severa e dominante, una vera matriarca, ma con pochi elementi di novità, lei controlla tutti, ha a cuore l’immagine della famiglia ed è senza talento se non l’essere leader della famiglia a causa di una tragedia. Qui abbiamo un buco di trama in realtà, perché si vede la nonna nei momenti di crisi cercare di rassicurare la popolazione di essere ancora forte, ma non vediamo nessuno dei villani essere sottomesso ai Madrigal, ma sono piuttosto visti come vicini disponibili e pieni di mezzi.

Alma Madrigal

Abuela Alma Madrigal è simbolo di un ostentato conservatorismo e immagine, deve difendere il “buon nome” e per farlo costringe ciascuno a dei ruoli specifici, tant’é che scaccia il figlio Bruno. Costui aveva il talento di vedere il futuro e come sappiamo, i veggenti non fanno mai una bella fine nella cultura classica, vedi Tiresia, Cassandra e Laocoonte, ma sono rispettati nell’immaginario sudamericano (errore dovuto ad occidentalizzazione?). Sta di fatto che Bruno viene cacciato, ma resta in casa, nascosto tra i muri, nella solitudine per una decina di anni, come un fantasma e nessuno si accorge di lui, nonostante ci sia Dolores Madrigal che riesce a sentire con chiarezza suoni distanti kilometri (alla fine del film lei dice “ah ecco cos’erano quei suoni”). La nonna opprime tutti i membri della famiglia, specialmente le sorelle di Mirabel: Luisa, capace di sollevare di tutto e rappresentata muscolosa e Isabela, con il potere di far crescere piante a piacere, ma costretta a far germogliare solo bei fiori e ad essere bellissima ed impeccabile. La prima è obbligata ad essere sempre forte e a risolvere tutti i problemi, mentre la seconda ha addirittura un matrimonio combinato davanti.

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Mirabel senza poteri entra in contatto con queste tre realtà importanti vedendo i problemi nascosti per non intaccare la bella facciata della loro casa e famiglia, ma quando cerca di intervenire (facendo venire alla sorella perfettina una fase punk), comincia uno scontro ideologico con la nonna in cui la casa crolla e ciascuno perde il talento, la magia finisce per via di questi dissapori. Mirabel si reca al fiume e viene raggiunta dalla nonna che in una fase di forte pentimento le parla e ricorda la sua vita in una sequenza lacrimevole e registicamente bellissima tra musica e immagini, sicuramente la parte più bella del film.

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Armati di una nuova coscienza e senza più voglia di escludere l’imperfetta e senza talento Mirabel, i Madrigal ricostruiscono la casa aiutati per riconoscenza dagli abitanti del villaggio, Bruno viene riammesso, Isabela rinuncia al matrimonio e diventa Poison Ivy, Luisa acquisisce fiducia in sè come persona indipendentemente dalla sua forza e tutti ottengono ciò che desideravano, ma soprattutto allo spettatore arriva il messaggio positivo della famiglia come luogo caloroso e bello, che ci porta in alto e ci valorizza indipendentemente da quanto produciamo per la società. La questione della famiglia è troppo vasta per essere affrontata con un film solo, ma abbiamo davanti agli occhi un esempio virtuoso sul finale con una signora molto anziana che riesce a capire i suoi errori (fantascienza quasi) e si pente per ciò che è stata nella sua anzianità quando ormai le proprie regole di vita sono così cementate che non si chiede più scusa a nessuno.

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Conclusioni

Encanto è davvero una meraviglia e tutto ciò che ci ha messo davanti era interpretabile, ma con le giuste conoscenze e mezzi, che non sono strumenti etnici colombiani, poiché questo film è estremamente occidentale e non può rappresentare lo spirito di un paese solo con la musica i costumi e i colori, serve lo spirito (questa è la grande pecca del nostro tempo, l’idea che si possa rappresentare tutto senza averne davvero inteso lo spirito), ma al di là di questa che è una critica sociale applicabile a qualsiasi prodotto ambientato in terra straniera, il film vale molto. L’impatto emotivo è forte, rende vive le sensazioni di famiglia anche in questi tempi. Ne consiglio la visione a tutti e come ho detto sopra, potete aspettare il 24 dicembre per averlo su Disney+.

Fateci sapere cosa ne pensate di Encanto e diteci se siete d’accordo o meno con questa recensione. Se avete qualcosa da dire lasciateci un commento qui sotto e vi risponderò. Spero che il tutto sia stato di vostro gradimento ed abbia stimolato vostre riflessioni.

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