Samurai Shodown e le leggende di King of Fighters e Art of Fighting

SNK rimase sull’onda del successo per tutti gli anni ’90, con titoli di assoluto valore: “Samurai Shodown” è il primo picchiaduro ad incontri ambientato nel giappone feudale, in cui i contendenti si combattono all’arma bianca, con scontri quasi sempre spettacolari. La serie, veramente molto bella e suggestiva, godrà di considerevole successo, e ne verranno sfornati sei titoli canonici, più due titoli in 3D (dallo scarsa distribuzione) e qualche versione super deformed per le le console mobili.

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Il colpo vero al mercato dei picchiaduro però l’SNK lo piazzerà con la serie di King of Fighters” cominciata nel 1994, che passerà alla storia come una delle migliori produzioni del genere: vengono introdotti i ‘tag team’, ovverosia i gruppi di tre (o più) lottatori che si affrontano in sequenza. Gli incontri non sono più aggiudicati al meglio dei tre round, ma finché l’ultimo membro del team non viene definitivamente sconfitto: questo può generare ben più di tre round per match, e la scelta del team – oltreché l’ordine degli scontri – diviene parte della strategia combattiva che il giocatore può scegliere.

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La serie sarà la più lunga e longeva dell’SNK, ed arriverà fino ai giorni nostri dopo oltre vent’anni di edizioni e capitoli, divisi dapprima in annualità, e poi col numero romano progressivo. Alcuni titoli di “King of Fighters” sono considerati superbi, massima espressione del beat ’em up bidimensionale e tutt’ora usati per organizzare tornei anche su grande scala: ne è un esempio “The King of Fighters ’99”, da molti considerato come la perfezione massima ottenibile con tale tecnologia e tale concetto di picchiaduro.

La serie di “King of Fighters” rimase di gran successo fino all’inizio degli anni 2000, poi – complice il cambio radicale sia delle scelte grafiche e sia dei gusti dei giocatori – la sua popolarità cominciò sempre più a scemare. Passò comunque ai modelli tridimensionali nel 2005, spostandosi dalla morta piattaforma Neo-Geo agli arcade e alla console di nuova generazione (Microsoft e Sony, principalmente).
Vengono prodotti ancora capitoli della serie (anche se non con cadenza annuale), che riscuote ancora un buon successo di vendite, particolarmente tra gli amanti dei picchiaduro.

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Continuando a parlare dell’enorme contributo che SNK ha dato per tanti anni al mercato dei picchiaduro, è impossibile non citare la serie di “Art of Fighting”: per prima in assoluto, questa saga introdusse lo zoom durante gli scontri, le devastazioni fisiche dei combattenti durante il match (viso tumefatto, sanguinante, ecc ecc.) e soprattuto le mosse speciali eseguibili non in quantità infinita, ma solo quando carica una speciale barra dedicata.

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I personaggi di “Art of Fighting” divennero così famosi che l’SNK decise saggiamente di inserirli nella cosmologia di “King of Fighters”, dove rimasero in pianta stabile in tutte le edizioni della saga.

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