Pochi giorni fa anche in Italia è giunto il finale di Archer, serie comica a tema spionaggio e correlati. Il finale della serie è stato mandato in onda negli Stati Uniti via FX nello scorso dicembre, quando da noi Netflix ha aggiunto al catalogo l’ultima stagione (14) senza appunto la parte finale. Ora basta con la formalità, io sono un grande fan di Archer e questo articolo esiste per salutare un’opera che a modo suo, mi ha migliorato la vita.
Sebbene la serie durasse sia andata in onda per 14 anni, io l’ho scoperta solo nel 2021 e me ne sono innamorato. Trattava i suoi temi con leggerezza e acume, con battute azzeccate, tempi comici ineccepibili e una buona quantità di azione. Ad oggi credo di aver visto ogni puntata dalle 4 alle 8 volte ciascuna, perché mi sono sentito vicino a quei personaggi nonostante fossero caricaturali ed estremi. Ho condiviso con Archer i miei anni dell’università, tirandomi su il morale dopo giornate di studio pesante o inconcludente grazie a Pam o Cheryl che facevano follie, con le sottigliezze di Ray e tutti i tagli da manuale con cui i registi facevano concludere una battuta in un’altra situazione.
L’imbarazzo di Cyril, la fermezza di Lana e la furtività di Krieger erano tutti elementi così ben congeniati che ormai reputavo parte della mia vita. Archer tuttavia si è conclusa, con il botto devo dire, perché questo finale ha un 40% di Metal Gear Solid dentro. Le ragioni che hanno portato a questa decisione non sono chiare, ma è noto che si desiderava far finire la serie ancora all’apice (sebbene dopo 14 anni) e perché venne a mancare Jennifer Walters, la voce di Malory Archer, la madre più negligente dei cartoon che però si fa apprezzare. Negli anni sono morti diversi altri attori che hanno reso Archer quello che era, George Coe, voce di Woodhouse e Ron Leibman, voce di Ron Cadillac. Ognuna di queste perdite è stata sofferta e ciascuno ha avuto un tributo nella serie, per questo non saranno dimenticati, per questo e perché questi attori portavano davvero la vita nei loro personaggi e lo facevano in maniera esemplare.
Archer mi mancherà molto e forse un finale diverso mi avrebbe reso l’amarezza più gestibile, ma sono scelte autoriali che posso capire. La mia ragazza e i miei amici forse saranno contenti ora che smetterò di menzionare Archer così spesso, ma certe cose non saranno scordate e possono stare pur certi che mi riguarderò la serie per intero ancora un numero imprecisato di volte. Se siete finiti sotto questo articolo significa che anche a voi mancherà Archer, o che siete arrabbiati col finale, ma in tal caso non posso aiutarvi, se invece siete del primo tipo, avete la mia solidarietà. Ringrazio a nome di tutti i fan il cast di Archer, soprattutto gli sceneggiatori e i registi, le mani invisibili e le voci inaudite che mi hanno rasserenato e fatto divertire così tanto. Spero che in futuro, anche per poco, potremo ritornare nella Danger Zone.
Crediti copertina: Art of Archer, Neal Holman
