Sergente Hartman 1

Dopo la recensione di “Eyes wide shut” di ieri, oggi arriva quella di “Full metal jacket”, altro grande film di culto diretto da Stanley Kubrick. Datata 1987 questa pellicola è la seconda opera, dopo il bellissimo “Orizzonti di gloria”, in cui il regista si cimenta nel genere bellico.

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La trama.

Siamo nel giugno 1967, nuove reclute giungono nel campo d’ addestramento dei marines di Parris Island, in Carolina del Sud. I nuovi coscritti finisco sotto il comando del sergente Hartman che, con la sua rude e spietata indole, gli impartirà un addestramento durissimo. Protagonisti della vicenda sono lo studente “Joker”, aspirante giornalista di guerra, il suo amico texano “Cowboy” e il corpulento “Palla di Lardo”, il quale diviene oggetto più di altri delle continue vessazioni dell’istruttore a causa della sua goffaggine. 

“L’ antimilitarismo di Kubrick”

Come in “Orizzonti di gloria”, kubrick da a “Full metal jacket” un taglio fortemente antimilitarista. Cambiano però l’ ambientazione e la sfacciata dell’ argomento. Il primo è infatti ambientato nella Prima guerra mondiale e il secondo in quella in Vietnam. Se in “Orizzonti di gloria” veniva denunciata l’ assurda legislazione militare e l’ utilizzo dei soldati come pedine di una scacchiera da parte dei generali, in “Full metal jacket” viene mostrato il processo di lavaggio del cervello che subiscono le reclute. Attraverso i metodi crudeli imposti dal sergente Hartman, i soldati non sono più neanche considerati uomini, bensì delle macchine con l’ ordine di uccidere. La pellicola infatti, a differenza di molte altre del genere bellico che si concentrano sulla violenza fisica, questo è caratterizzato da una forte violenza psicologica. Tutto questo processo di disumanizzazione dei personaggi occupa la prima parte del film. Nella seconda vengono appunto mostrati gli effetti di questa dura esperienza amplificati sul campo di battaglia.

E qui vengono mostrate tutte le atrocità della guerra, dove ormai la propria umanità è perduta per sempre.

La forma.

Kubrick ricrea in maniera fedelissima sia l’ austerità del campo d’ addestramento sia un Vietnam devastato dalla guerra. E come al solito lo fa con le sue immagini potentissime, caratterizzate da composizioni molto precise delle inquadrature e da una fotografia eccezionale, che esalta i freddi colori militari. Assolutamente perfetti i costumi e soprattutto le scenografie, le quali danno un notevole realismo al film. Indimenticabili le interpretazioni di Matthew Modine (Joker), Vincent D’ Onofrio (Palla di Lardo) e soprattutto Ronald Lee Ermey. Quest’ ultimo, essendo veramente stato un sergente istruttore, sapeva benissimo come interpretare lo spietato sergente Hartman, il quale è senza dubbio il personaggio più iconico del film.

In conclusione.

“Full metal jacket” è un altro grande film di Stanley Kubrick, in cui stavolta egli analizza con crudezza gli orrori della guerra. La pellicola è quindi considerabile fra le migliori del genere bellico. Se non l’ avete ancora vista, recuperatela immediatamente! 

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