E anche oggi vi porto la recensione di un altro film di Stanley kubrick. Se domani sarà la volta di “Full metal jacket”, oggi è quella di “Eyes wide shut”. Datato 1999, questo è l’ ultimo grande capolavoro del regista, il quale morì subito dopo la l’ ultima fase di  realizzazione.

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La trama.

Bill Hardford è un medico di successo, il quale è sposato con Alice e ha una figlia. La coppia sembra avere una vita felice, ma la loro relazione viene messa in discussione dopo una festa prenatalizia data dall’ amico Victor Ziegler. Durante il party, infatti, Alice viene lasciata sola e a farle compagnia c’ è un uomo ungherese che le rivolge delle continue avances. La donna rifiuta, ma si sente a disagio perché suo marito, il quale a sua volta era in compagnia di due modelle, non è venuto ad interrompere tale situazione. La sera dopo i due cominciano a discutere della festa e cominciano a mettere in dubbio la propria fedeltà. Bill è talmente scosso dalla conversazione che comincia a vagare per New York.

E questo vagabondaggio lo porterà a vivere una esperienza particolarmente inquietante.

Il film più complesso di Kubrick.

“Eyes wide shut” è senza dubbio il film più criptico del regista, infatti esso non è affatto semplice da analizzare e necessita molto più di una visione attenta per capirlo. Infatti la pellicola comincia come un dramma su una coppia in crisi, il quale però fin da subito mette un po’ di inquietudine. Essa deriva appunto dai dubbi che tormentano soprattutto Bill, il quale è turbato non solo dai suoi desideri erotici più reconditi, ma anche dalle fantasie sessuali che Alice gli ha appena confidato. E comincia così un viaggio nella psiche turbata che culmina con una delle sequenze più suggestive della storia del cinema. È chiaro che ci si riferisce alla celebre scena ed inquietante del  rito orgiastico in maschera, che introduce nel film il tema della massoneria che, segretamente ma non troppo, controlla il mondo. Il film quindi allude alla caratteristica tipica delle persone di ostinarsi a non capire la verità che si mostra in tutta la sua cruda realtà. Lo stesso titolo significa “Occhi ampiamente chiusi”, ovvero un espressione per intendere quegli occhi che si ostinano a non vedere qualcosa in piena vista.

La forma.

Anche qui le immagini sono sorprendentemente potenti, soprattutto grazie ad una fotografia che rende i colori freddi e intensi allo stesso tempo. La regia assolutamente perfetta di kubrick riesce a dare un atmosfera fortemente onirica a scene che di per sé sarebbero reali. Ottima la colonna sonora e il cast è semplicemente straordinario. Oltre ad un grande Sidney Pollack, c’ è una bravissima Nicole Kidman e un Tom Cruise a dir poco eccezionale in quello che probabilmente é il  ruolo più complesso della sua carriera.

In conclusione.

“Eyes wide shut” è un film complesso e destabilizzante, ricco di immagini potenti nel modo in cui solo Stanley kubrick era capace di fare. Se non l’ avete mai visto, vi consiglio di farlo subito perché vi siete persi una vera e propria perla! 

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