Grand Budapest Hotel

In questi giorni è finalmente presente nelle nostre sale il nuovo film di Wes Anderson, intitolato “Asteroid city”. Se pensiamo ai grandi autori del ventunesimo secolo, Wes Anderson è senza dubbio uno dei più riconoscibili. Uno dei  migliori film con questo suo stile più che inconfondibile è “Grand Budapest hotel”. Questa pellicola del 2014 ricevette ottimi riscontri sia da parte del pubblico sia da quella della critica ed è diventato un cult contemporaneo.

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locandina 34

La trama.

Il film è ambientato a Zubrowka, nazione dell’ est Europa dal nome fittizio e sede di quello che in tempo fu uno dei più prestigiosi alberghi del Paese, ovvero il Grand Budapest hotel. Siamo nel 1968 e uno scrittore fa la conoscenza del proprietario dell’ albergo ormai sempre più decadente. Quest’ ultimo è Zero Mustafa e racconta la sua esperienza all’ hotel prima di diventarne il proprietario. Nel 1932 egli era un semplice garzoncello sotto gli ordini del concierge Monsieur Gustave, il quale è solito intrattenere relazioni con le ospiti più anziane. Una di queste, Madame D, muore qualche settimana dopo aver lasciato l’ albergo. Monsieur Gustave parte allora con Zero per la dimora della vecchia signora. Qui scopre che la donna gli ha lasciato in eredità un dipinto dal valore inestimabile, provocando la rabbia del figlio Dimitri e delle sorelle, che bramavano il possesso del dipinto. Gustave e Zero rubano di nascosto il dipinto e dovranno affrontare l’ ira di Dimitri, il quale vuole assolutamente il quadro arrivando addirittura di accusare Gustave di aver ucciso sua madre. Quest’ ultima infatti è stata avvelenata.

Un film semplicemente delizioso. 

Con la solita estetica, eccentrica ma allo stesso tempo raffinatissima, Anderson racconta una storia semplice ma in un modo molto peculiare. Infatti si direbbe che il tono della pellicola sia eloquente, soprattutto per via di alcune espressioni “letterarie” e “poetiche” da parte dei protagonisti. Ci sono alcuni momenti però dove questa raffinatezza viene contrastata con un pizzico di volgarità e grottesco. Il film poi è un bizzarro mix di giallo e avventura permeato del  senso dell’ umorismo tipico delle opere di Anderson, tra cui questa risulta una delle più divertenti.

La forma.

Essendo una pellicola di Wes Anderson, non possono mancare le immagini composte attraverso un precisissimo uso delle geometria e un frequente uso delle panoramiche a schiaffo e degli zoom. La stupenda fotografia è come sembra molto accesa, così tanto che sembrano più i colori invece che i contorni a definire le immagini. I costumi e le scenografie sono semplicemente perfette, come l’ accompagnamento musicale ad opera di Alexandre Desplat.

Il cast come sempre è corale e di altissimo livello. Elencare tutti i nomi sarebbe eccessivo, ricordiamo semplicemente:

– Ralph Fiennes, divertentissimo nel ruolo di Monsieur Gustave.

-Toni Revolori è bravissimo nella parte della versione giovanile di Zero, la cui versione più anziana è invece il mostro sacro F. Murray Abraham.

– Adrian Brody, che interpreta il viscido Dimitri.

-Willem Dafoe, che interpreta il sicario di Dimitri, che forse e personaggio più divertente del film.

In conclusione.

“Grand Budapest hotel” è una delizziosissima commedia dall’ estetica molto particolare che , dopo che l’ avrete contemplata in tutta la sua bellezza, difficilmente abbandonerà la vostra memoria!

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