Zelda Tears of The Kingdom Recensione.

Dopo ben 130 ore ho finito questo ultimo capitolo di Zelda. Cosa dire. Una delle esperienze videoludiche più belle mai giocate. Ammetto candidamente che nel momento in cui mi è apparsa nella main principale “Sconfiggi Ganondorf” saranno passate tranquillamente altre 10/20 ore prima di andarlo ad affrontare.

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Non solo perché non mi sentivo pronto come armature, armi e quant’altro, ma anche perché in parte non mi sentivo di finirlo. È stato uno di quei pochi giochi che mi hanno tenuto davvero compagnia e non mi ha mai stufato. Andiamo nel dettaglio. Il comparto grafico non è propriamente eccelso e qualche volta il frame rate ha singhiozzato, ma ormai siamo al canto del cigno di Switch e nonostante tutto, spesso ti capita di farti sempre la stessa domanda. Ma come caxxo hanno fatto a ficcare una cosa del genere in una cartuccia? Il comparto sonoro è a mio avviso è due spanne sopra BOTW.

Il gameplay e la longevità sono pressoché senza paragoni. Spettacolare. I combattimenti, l’esplorazione, i sacrari, gli enigmi, la scoperta e potrei andare avanti per ore ad elencare tutto quello che si può fare. Gli unici difetti trovati, frame rate a parte, sono che a volte lo trovo un “pelino” dispersivo come se la mappa è troppo esagerata ma nel contempo è anche un pregio dopotutto. Legend of Zelda è stato creato per farti fare una avventura fatta di esplorazione e questa mappa ti presenta tutto quello che l’esplorazione può darti. In cielo, in terra e sottoterra.

Altro difetto è che questa volta potevano eliminare le armi distruttibili. Sarebbe bastato mettere armi fragili appunto, armi riparabili e quelle due o tre indistruttibili. Ammetto che ad una certa diventava frustrante. In ogni caso questi difetti non scalfiscono più di tanto questo capolavoro. Ormai questo gioco fuso insieme al suo predecessore ha delineato un nuovo standard videoludico e grida a gran voce a tutti gli altri quale strada intraprendere, almeno per quanto riguarda questo genere.