Darren Aronofsky negli ultimi vent’anni è senza dubbio diventato uno degli autori più interessanti per quanto riguarda il cinema. 

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Nonostante non sempre abbia fatto ottimi film, nelle sue opere il suo particolarissimo stile è sempre riconoscibile e continua a far discutere.

Molte volte la critica è stata divisa nei suoi confronti, chi lo lodava e chi invece lo stroncava, ma se c’ è una sua opera che è riuscita a soddisfare sia il pubblico che la grande maggioranza della critica, quella è sicuramente “il cigno nero “.

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Il film racconta della discesa nella follia di Nina, una danzatrice che viene scelta per il ruolo principale in una rivisitazione del balletto “il lago dei cigni “.

Nina è sicuramente dotata di un grande talento, è degna della parte, ma la rivalità con una nuova danzatrice, il rapporto morboso con la madre e la sua volontà ossessiva di essere perfetta in ogni singola mossa la renderanno sempre più instabile mentalmente, tanto da avere anche terribili allucinazioni.

La paranoia mostrata da Aronofsky.

Questo è un thriller psicologico che parla dell’ ossessione, della paranoia e dell’ impossibilità di distinguere ciò che è reale e quello che non lo é.

Prendendo ispirazione da Roman Polanski* nelle tematiche, nelle atmosfere e nella regia, Aronofsky tratta queste tematiche con una pellicola cruda, viscerale, che trasmette tanta angoscia allo spettatore con una grande potenza visiva.

* il film ricorda a tratti film del grande regista come “Rosmary’ s baby, “l’ inquilino del terzo piano ” e “repulsione”. 

La potenza visiva de “il cigno nero” 

Con la sua impronta autoriale, Darren Aronofsky mette in gioco una regia sensazionale, facendo ampio uso della camera a mano e facendo danzare la macchina da presa assieme alla protagonista.

Vi è ampio uso dei primi piani e inquadrature strette, infatti la regia non perde mai di vista la protagonista, come se la dovesse inseguire a tutti i costi (appunto come nei film di Polanski sopra citati ).

Il montaggio è ottimo e la fotografia è semplicemente da brividi, fredda molto secca, che unita alla regia rende ancora più viscerali le immagini del film. Inoltre questa fotografia risalta molto i colori scuri, uno su tutti logicamente è il nero.

Pazzesche anche le musiche di Clint Massel.

Un cast sensazionale riempie alla grande questo film:

Natalie Portman è semplicemente perfetta nel ruolo della protagonista, infatti con il suo bel visino riesce a trasmettere tutta la sua fragilità dinnanzi ad una prova molto più grande di lei, ma che vuole superare a tutti i costi.

Vincent Cassel recita molto bene nella parte del direttore artistico con cui Nina instaurerà un rapporto particolare.

Mila Kunis e Barbara Hershey infine interpretano alla stra grande i loro ruoli, rispettivamente quello della rivale di Nina e quello di sua madre.

Che dire di più? 

Se siete amanti del thriller, specialmente di quello psicologico e folle, e non avete ancora visto “il cigno nero “, dateci un occhiata!! 

Ma siete avvertiti, se siete deboli di cuore questo film sarà molto più che un pugno allo stomaco!! Se volete, potete proseguire la lettura con la recensione di Giù la Testa.

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