Recensione del film Duel, in onore del suo cinquantesimo anniversario 

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locandina del film duel 170378

Spielberg e la nuova Hollywood.

Alla fine degli anni sessanta, con il grande successo di Easy Rider, film sulla controcultura statunitense dell’epoca, nel cinema americano aveva cominciato ad instaurarsi la Nuova Hollywood, movimento di grande rivoluzione nell’industria non solo per quanto riguarda i generi, ma anche per il modo stesso di produrre i film.

Infatti, in questa era, nascono le produzioni indipendenti poiché vi era la volontà di molti registi dare un impronta molto più autoriale nei loro film. 

E con gli anni 70 cominciarono a spiccare grandi nomi come Lucas, Coppola, De Palma, Scorsese e molti altri. Vi e’ però anche un altro nome, quello di Steven Spielberg.

Poiché veniva dal mondo della televisione, agli inizi era abbastanza mal visto dagli altri, nessuno credeva in lui.

Ma nel 1971 diresse un film per la televisione, che ebbe la rara fortuna di poter essere proiettato in seguito anche al cinema. Questa pellicola fu per Spielberg l’inizio della sua lunga e brillantissima carriera fa regista.

Duel nacque come film televisivo, ma dato l’altissimo indice degli spettatori, fu allungato di un quarto d’ora per farlo uscire in sala (durava 75 minuti). Il film all’epoca divenne fonte di molte citazioni e parodie, un cult grazie al quale il mondo pian piano stava facendo la conoscenza di un uomo destinato ad essere ricordato come uno dei più grandi cineasti di sempre.

La trama.

Il film è tratto da un racconto di Richard Matheson e ha una trama molto semplice:

David Mann è un commesso che mentre è in viaggio per lavoro sulla sua macchina, si trova davanti quella che sembra una normale autocisterna.

Ma dopo averla superata, David comincerà una disperata lotta per la sopravvivenza, poiché il conducente psicopatico del camion continuerà ad inseguirlo con l’ intento di ucciderlo.

L’efficacia di Duel.

Seppure la trama sia così basilare, Duel riesce assolutamente a fare il suo lavoro, trasmettere angoscia allo spettatore, far sentir  la crescente paranoia che sta provando lo sfortunato protagonista, interpretato benissimo da Dennis Weaver.

Questo suo disagio non solo ci viene mostrato con i suoi primi piani, ma ci viene fatto percepire anche grazie ad un buon uso della voce fuori campo (da ricordare assolutamente la scena dentro il bar dei camionisti).

In più non si poteva che parlare del lato tecnico gestito da uno Spielberg già sicurissimo di sé, (pensare poi che l’ha girato in meno di due settimane con un budget risicatissimo!).

Non si direbbe che sia un’opera prima, infatti la regia di Spielberg è notevole, bella da vedere e già con alcuni dei suoi tratti distintivi, come le inquadrature sugli specchi (molte sui retrovisori della macchina), inquadrature lunghe e dinamiche, rese ancora più spettacolari grazie ad un montaggio assolutamente impeccabile.

Artificio registico assolutamente geniale poi, è quello di non mostrare mai in volto il camionista killer.

Ottima anche la colonna sonora, basata molto sulle percussioni.

Cos’altro si può dire? 

Niente, si può semplicemente concludere ripetendo che Duel è un  assolutamente incredibile, quasi un capolavoro, un film con una storia semplice ma non resa vana grazie alla potenza delle immagini.

Fidatevi, vi piacerà molto! Qui sotto vi lasciamo il trailer. Se desiderate, potete lasciare un commento e proseguire la lettura con la recensione di Giù La Testa, o Il mistero di Sleepy Hollow.

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