Ito è un film di produzione giapponese proiettato in sala Domenica 27 Giugno 2021 presso il Visionario, durante il Far East Film Festival 23. La pellicola si ispira proprio all’omonimo romanzo Itomichi, scritto da Osamu Koshigaya e pubblicato ad Agosto 2011 dalla casa editrice Shinchosha. Parlando invece del prodotto multimediale, esso è girato nel 2021, la durata è di 117 minuti e la data di primo rilascio è a Giugno 2021. Il Far East Film Festival 23 gode della primissima proiezione in Europa (European Première). Inoltre, precisiamo che è tutt’ora disponibile in Streaming per tutta la durata del FEFF23, attraverso il portale dedicato.

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Ito(michi) si addentra dentro alle dinamiche di una ragazzina, da cui il nome del film, che frequenta le scuole superiori in Giappone. Essa, come potrete intuire dalla copertina e dal trailer, è un talento innato della musica, con lo strumento Tsugaru-Shiamisen. Quest’ultimo è uno strumento musicale a tre corde: scelta azzeccata, perchè la zona di Aomori è culturice della musica.

Il trailer del film.

Citando uno spezzone del film, la ragazzina frequentante le superiori impara a suonare lo strumento sin da piccolina, ascoltando proprio sua madre, poi deceduta. Ito presenta tratti di riservatezza e timidezza, quindi suonare lo Shamisen altro non è che un medium per “dialogare”, esprimere se stessa con gli altri. Inutile dire quindi che non ha neanche amici, proprio per le sue difficolta con le relazioni sociali. Come potete vedere anche voi nel trailer, tuttavia, vediamo una ragazzina agghindata con un vestito da Maid Cafè. Ebbene sì, chi l’avrebbe mai detto che una ragazzina così riservata si addentri in quel mondo, tutt’altro che riservato. Ma cosa c’entra una Maid e uno Shamisen? Non vi resta solo che guardarlo per scoprirlo.

Ito: considerazioni e spunti di riflessione, punti cardine del film.

La pellicola percorre delle tematiche molto comuni in diversi libri e filmati adolescenziali giapponesi e non solo. In particolare, troviamo una evoluzione della protagonista, da un riservo assoluto a un (piccolo) sblocco verso “gli altri”. Infatti è Ito stessa che dice a una dipendente del Maid Cafè che ha deciso di intraprendere l’avventura per “aprirsi un po’ verso gli altri”. Tra l’altro un’altra tematica centrale è il conflitto verso sè stessa e con gli adulti che la circondano. Un esempio è il conflitto con suo padre, che la tiene sotto la sua ala quasi in maniera “ansiosa”. La particolarità del filmato è che sia l’attrice protagonista (Komai Ren), sia la regista (Yokohama Satoko) provengono dalla prefettura di Aomori. Quest’ultima è nota per altre quattro pellicole, tra cui Chiemi-chan to Kokkun Batcho (2005, German + Rain (2007), Bare Essence of Life (2009) e The Actor (2016).

ito itomichi padre e nonna paterna con protagonista principale film giapponese

Il pensiero in pillole è che Ito è una produzione perfettamente equilibrata. Qui le storie dei personaggi e la Storia si intrecciano comunicando, evocando efficacemente emozioni e riflessioni. Una produzione ineccepibile, splendidamente diretta e interpretata, con semplicità di maniera che funziona nella rappresentazione dei caratteri secondari e una protagonista che conferisce profondità al tracciato. L’adolescenza è un periodo difficile in ogni luogo che nel film è descritta con garbo e delicatezza mostrandoci che le difficoltà si possono superare valorizzando quello che c’è di buono in ognuno di noi. PS Apprezzata molto la presenza a un certo punto di una canzone del gruppo metal giapponese Ningen Isu.

Se vi interessa, date un occhio all’intervista fatta al Far East Film Festival 23 a tre ragazzi di un gruppo Maid Cafè e date un occhio anche alla recensione di Death Knot.

L’intervista fatta a tre ragazzi di un gruppo di Maid Cafè.
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