Come probabilmente avrete già sentito parlare in questi ultimi giorni è diventata virale una streamer canadese che sta giocando ad Elden Ring utilizzando solo ed esclusivamente la mente. L’idea di controllare i nostri personaggi con la mente nei videogiochi è ovviamente molto allettante: chi non vorrebbe poter schivare attacchi in maniera tanto tempestiva? Ovviamente è da anni che si sperimentano tecnologie in questo senso, la streamer Perri Karyal è solo un esempio di come questa cosa può essere fatta. Già nel 2020, infatti, la startup americana Neurable aveva lanciato Awakening, un gioco VR in cui era possibile, tramite sei elettrodi, utilizzare la mente per comandare alcuni aspetti del personaggio che si doveva interpretare. Quello a cui stiamo assistendo con Perri Karyal è senza alcun dubbio un passo avanti, infatti sono molte le funzioni che la streamer è riuscita a porre sotto il diretto controllo della sua mente, ma è anche vero che sono molte ancora le cose che non può fare. Sembra infatti che solo per collegare al gioco il suo caschetto con i sensori EEG ci sia voluto moltissimi tempo. Un altro importante limite di questa esperienza della giovane canadese è che, come afferma lei stessa, lei ha programmato i comandi perché rispondano ai suoi pensieri, quindi il suo sistema risulterebbe completamente inutile per ogni altro giocatore.

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Questi non sono gli unici limiti dell’EEG, infatti perché il casco funzioni c’è anche bisogno di un tramite, una soluzione salina da applicare sulla testa prima di utilizzare il caschetto. Tutte queste misure sembrano scoraggiare i giocatori che non hanno tempo per pensare a tutte queste complessità ed è proprio per questo che fino ad oggi giocare ai videogiochi utilizzando la mente sembra ancora fantascienza. Questo però non corrisponde completamente al vero, infatti Neurable, che è la più importante startup in questo campo sta già da tempo lavorando ad un modo per mettere in commercio questo sistema, un esempio fra tutti i sei elettrodi di Awakening del 2020 che permettevano al bambino che impersonavi di utilizzare le sue abilità telecinetiche. Sono passati due anni ma la ricerca non si è affatto fermata, si sta infatti ancora cercando di potenziare questo sistema per poterlo rendere un prodotto commerciale che potrebbe rivoluzionare completamente il mondo dei videogiochi. Questo traguardo non sembra neanche troppo lontano, chissà se fra qualche anno riusciremo ad avere già i primi giochi interamente controllati con la nostra mente. Dire che questo apporterebbe delle novità nel settore videoludico è a dir poco riduttivo, infatti le applicazioni possibili sarebbero pressoché illimitate, in particolare nel campo della realtà virtuale che diventerebbe finalmente quello che ha sempre cercato di essere. Basti solo pensare a come sarebbe il PVP utilizzando questo sistema, si tratterebbe finalmente di un PVP non più approssimativo basato su pochi tasti ma potrebbe essere costituito da un lungo repertorio di mosse che non richiederebbero nessun tasto per essere eseguite.

Riassumendo possiamo dire che il controllo dei videogiochi tramite la mente sta arrivando e non è neanche così lontano, credo infatti di star parlando a nome di tutti i videogiocatori del mondo quando dico di avere delle aspettative altissime su quello che queste tecnologie potrebbero rappresentare, tuttavia voglio anche mandare un segnale di allarme, infatti bisogna essere cauti perché una tale tecnologia potrebbe rappresentare tanto un enorme passo avanti nell’ambito dei videogiochi quanto uno strumento pericoloso utilizzabile per addestrare militari o piloti a combattere, trasformandoli in macchine da guerra con una completa esperienza sul campo da veterano anche senza essere mai scesi in battaglia. In questo senso tutte le nuove tecnologie possiedono due lati della medaglia e spero che la Neurable saprà mettere da parte gli interessi economici per prevenire il rischio di creare qualcosa di terribile. Con questo messaggio nefasto vi saluto perché voglio tener sempre vivi nella memoria delle persone i rischi che le nuove tecnologie possono comportare, soprattutto in guerre come quella in corso e, nonostante ovviamente non bisogna mai fermare il progresso scientifico, bisogna sempre procedere con grande prudenza.

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