Esce finalmente oggi nelle sale cinematografiche e su HBO max il nuovo film della serie di videogiochi picchiaduro creata da Ed Boom e Jhon Tobias nel 1992 per Midway Games, ma riuscirà la pellicola a diventare un cult come la sua controparte del 1995?
Mortal Kombat: Una difficile transizione.
Una difficile transizione: chiaramente la parte più difficile di un adattamento cinematografico di un franchise come quello di Mortal Kombat è rendere credibile anche hai neofiti delle saga l’utlraviolenza che ha reso la serie cosi famosa nel mondo del gaming. Se per chi ha conosciuto per primo il videogame, dov’è le regole narrative sono più elastiche e comunque possono passare anche in secondo piano a favore di un gameplay avvincente, il mondo del cinema ha regole ben diverse e laddove un videogioco può permettersi di essere più carente, un film per essere considerato tale non può trasgredire.
Una scelta coraggiosa: ciò che dalle prime recensioni si evince è proprio che la scelta di puntare su un personaggio inedito alla saga, Cole Young interpretato da Lewis Tan, non convince del tutto. Il protagonista manca della verve che infatti altri personaggi classici della saga hanno, complice sicuro un fascino nostalgico ma anche una quantità di tempo di cui questi ultimi hanno goduto per sedimentarsi nei nostri cuori da gamers. Certo la scelta di direzionarsi su un nuovo partecipante al conflitto, che vede le fazioni della della Terra in contrasto con quelle del Regno Esterno, era sicuramente quella di dare la possibilità anche per chi fosse estraneo alla complessa Lore di Mortal Kombat, di avere una prospettiva generale su un mondo che per la comunità del gaming esiste oramai da decadi, obbiettivo non certo facile. Il compromesso intelligente è stato quindi quello di rendere il film R-rated, in modo da assecondare lo zoccolo duro dei fan, abituati a veder scorrere fiumi di sangue nelle maniere più fantasiose, cosa che nel film cult del 1995 invece mancava, preferendo un approccio più direzionato verso le famiglie.
Per gli appassionati della saga.
Certo non verrà candidato agli Oscar, ma parliamoci chiaro, per chi come me è fan della saga da più di 25 anni, basterebbe portare rispetto a personaggi alla quale siamo legati da tanto e qui sembra che il regista Simon McQuoid, al suo esordio sul grande schermo, abbia fatto il possibile con quello che gli è stato messo a disposizione. In conclusione anche se sembra ovvio che il film di per se è un apertura speranzosa alla possibilità di costruire un franchise longevo su grande schermo come quello da dove deriva del mondo dei videogiochi, tant’è vero che si parla di altri 4 film, il prodotto della New Line Cinema sembra andare oltre la mediocrità a cui spesso siamo abituati nelle trasposizioni dal mondo videoludico a quello del cinema e comunque portare a casa una sufficienza a pieni voti, almeno stando alla prime recensioni. Tiriamo quindi un sospiro di sollievo noi appassionati perché in fin dei conti questo è solo l’inizio, una sperimentazione, per vedere se restando più vicini al concetto principale di lotte violente e cruente, si riesca ad ottenere un prodotto valido e che interessa. Anche se per i più esigenti dei fan e per il loro palato il film sicuramente non soddisferà a pieno, una chance la pellicola sembra essersela guadagnata.






