Slay the Spire è stata una sorpresa inaspettata, uno di quei titoli che avvii la prima volta per provarlo una mezz’oretta e ti ritrovi 5 ore dopo ancora lì, immerso nell’azione. Nelle righe seguenti cercherò ti spiegare cosa è Slay the Spire, perché l’ho apprezzato tanto e perché, dopo più di 160 ore di gioco, ancora non mi abbia stancato.  

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Deck-Building Roguelite

Slay the Spire è un gioco di carte con meccaniche Roguelite. All’inizio di ogni partita ci viene data la possibilità di scegliere tra 4 personaggi, ognuno con il suo mazzo di carte iniziale. L’azione di gioco è a turni e in ognuno dovremo scegliere quali carte utilizzare tra quelle pescate, carte che si dividono in carte attacco, carte abilità e carte potere. Ogni turno avremo a disposizione una determinata quantità di energia, necessaria all’utilizzo delle carte.

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In ogni run inizieremo con un mazzo basilare al quale potremo aggiungere nuove e più potenti carte tramite la vittoria negli scontri, dove avremo 1 tra 3 carte premio causali da aggiungere al nostro mazzo, oppure acquistandole da un mercante che troveremo di tanto in tanto. Durante il nostro percorso nella Guglia otterremo inoltre reliquie, potenti oggetti che ci garantiranno in modo permanente bonus e/o malus, e pozioni, oggetti consumabili che ci daranno bonus temporanei. Giocando sbloccheremo nuove carte per il personaggio scelto e nuove reliquie che saranno disponibili come ricompense casuali nelle partite successive.

Il percorso che affronteremo è generato in modo procedurale e sarà formato da incontri con nemici comuni, mini-boss chiamati Élite ed i potenti boss di fine atto. Inoltre troveremo eventi casuali che potranno essere vantaggiosi o non, incontri col mercante (che avrà un inventario casuale e, oltre a venderci carte, ci venderà anche reliquie e/o pozioni), ed i falò, ovvero luoghi di riposo dove potremo scegliere se rigenerare parte dei punti vita o potenziare le nostre carte. 

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Sfide e appagamento

Dietro questi meccanismi all’apparenza semplici, in realtà Slay the Spire nasconde una complessità e una profondità unica. Riuscire a finire tutti e 3 gli atti del gioco è una sfida appassionante ma non semplice, neppure alla prima delle 20 difficoltà presenti.

La chiave per riuscire ad arrivare in fondo alla Guglia è l’abilità nel riuscire a costruire un mazzo dove ogni nostra carta ed ogni reliquia sia in sinergia con le altre in nostro possesso. Ed è questo aspetto a rendere Slay the Spire un gioco avvincente e appagante: costruire un mazzo che ci permetta, ad esempio, di sfoderare una serie di attacchi potentissimi uno dietro l’altro, oppure di avvelenare talmente tanto il boss di turno da riuscire a sconfiggerlo senza nemmeno usare una carta attacco. Ciò da un senso si soddisfazione e appagamento che raramente chi scrive ha provato in altre produzioni. Avendo a disposizione le stesse carte ad ogni inizio partita e senza alcun tipo di progresso derivante dalle partite precedenti, l’unica cosa su cui il giocatore può fare affidamento è la sua capacità di adattarsi alla situazione scegliendo le ricompense (carte e reliquie) che si abbinino al meglio con quelle già in suo possesso. Inoltre è fondamentale saper scegliere quali attacchi e difese usare negli scontri e con che tempismo utilizzarli.

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La natura da Roguelite del gioco e la casualità degli eventi spinge il giocatore a provare sempre nuovi approcci. Non sempre lo stesso risulta però vincente. Se il giocatore è riuscito a terminare il gioco grazie ad una coppia di carte ben assortita, non è detto che alla partita successiva abbia di nuovo successo utilizzando le stesse due. O ancora, un giocatore può portare a termine una run con un mazzo offensivo, basato sull’aumento della forza e su attacchi potenti, e alla partita successiva riuscirci di nuovo con un mazzo tutto basato sulla difesa alta. 

Un’altra caratteristica del gioco che funziona molto bene è quella di dare al giocatore l’impressione, anche nella sconfitta, di aver imparato qualcosa e di accrescere la sua “visione”, intesa come capacità di effettuare scelte che si riveleranno vincenti negli atti finali della partita. 

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Aspetto tecnico

Dal punto di vista tecnico il gioco si presenta pulito, l’interfaccia è chiara e facilmente navigabile e le informazioni di cui abbiamo bisogno durante il gioco sono sempre visualizzabili e precise. Il gioco inoltre è completamente localizzato in italiano, localizzazione che è stata migliorata nel tempo con gli aggiornamenti.

Il sottofondo musicale è giusto per una produzione del genere, un ottimo accompagnamento durante le sessioni di gioco è che ben rispecchia le atmosfere un po’ cupe della Guglia.

Le animazioni delle carte e degli attacchi nemici sono molto basilari ma comunque efficaci e piacevoli alla vista.

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Inventario del mercante

Achievements

Infine una piccola menzione agli Achievements o trofei. Il gioco presenta 44 obiettivi del gioco base più 2 dell’unico DLC. Tra questi sono presenti una serie di obiettivi particolarmente impegnativi come completare il gioco alla difficoltà massima, finire il gioco in meno di 20 minuti, finire il gioco con una singola reliquia o con un mazzo di massimo 5 carte. Tutte sfide che sono particolarmente interessanti per i giocatori ormai navigati che cercano una sfida nella sfida.

Commento finale

Slay the Spire è consigliato a chiunque sia alla ricerca di una sfida e/o voglia mettersi alla prova. Il gioco è incredibilmente appagante e stimola il giocatore ad andare avanti facendolo sentire più intelligente e capace col passare delle ore. Avendo una longevità praticamente infinta e considerando il prezzo al quale viene venduto mi sento di consigliarlo senza riserve.

Voto

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Image credits: MegaCrit, Humble Bundle

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