Cold Symmetry si cimenta in un soulslike ma cerca di andare oltre le fonti di ispirazione per creare qualcosa di nuovo. Mortal Shell è, come molti altri titoli del genere, “figlio” della serie di Dark Souls e, in fondo, va bene così. Dopo appena qualche ora di gioco alle prese con la demo del giococi si accorge di quanto sviluppatori nutrino un profondo amore e vantino una profonda conoscenza per l’intero genere dei soulslike. La capacità di movimento del personaggio, le interazioni con i PNG, le schermate di caricamento che mostrano le descrizioni dei vari oggetti in cui vi imbatterete, il sistema di combattiment, e via dicendo sono le medesime di un Dark Souls.

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Mortal shell pioniere delle meccaniche

Ciò che rende Mortal Shell davvero interessante è la capacità di calibrare nella giusta misura le idee proprie alla formula base dei soulslike. In Mortal Shell, il primo grande cambiamento in cui ci si imbatte è l’assenza della parata. Sì, essa non c’era in Bloodborne, ma qui si parla di qualcosa di nuovo e innovativo. I giocatori potranno far indurire il corpo del personaggio, tramutandolo in qualcosa di simile alla pietra, facendo rimbalzare gli attacchi dei nemici. Si tratta di un’opzione difensiva molto potente, poiché non consuma stamina e ha la possibilità di far sobbalzare il nemico dando l’opportunità per eventuali contrattacchi. Si potrà usare questa capacità anche durante l’animazione di un attacco, rendendo il passio dall’attacco alla difesa e viceversa molto veloce e fluido anche nel mezzo di un assalto.

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Questa è una delle tante innovazioni che cambiano drasticamente il modo in cui si affronta l’esperienza di gioco ma sopratutto che andranno probabilmente a cambiare per sempre le meccaniche di gioco di questo genere. Mortal Shell rompe rompe gli schema da “soulslike” per creare qualcosa di nuovo, unico e innovativo.

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