La Fuga di Velia è un’escape room da tavolo concepita dalla mente di Atropo Kelevra, ed inchiostrata da Andrea Longhi attraverso gli acquerelli. La sua pubblicazione cade nell’occasione del centenario dell’assassinio di Giacomo Matteotti, che ha perso la vita il 10 Giugno 2024. Il prodotto è una collaborazione nevralgica con l’archivio di Stato di Rovigo, che ha fornito tutte le informazioni necessarie per poter creare un prodotto quanto più storicamente accurato, ed edito da Officina Meningi.
Il prodotto segue le vicende di Velia Titta, romanziera, poetessa e soprattutto moglie del socialista assassinato. La Fuga di Velia è giocabile sin da subito, senza competenze o conoscenze pregresse del mondo dei giochi in scatola. Percorre la linea di un’esplorazione libera e procedurale, attraverso tre sezioni, ben distinte dal colore delle carte, che sono 100 (di cui carte della storia, oggetto, più diverse carte evento) e per l’appunto da tre mappe (Fratta Polesine, Rovigo e Stazione). Ad accompagnare l’assortimento una carta forata molto utile per decifrare diversi manoscritti che ci capiteranno lungo l’avventura e che si riveleranno molto utili e quattro miniature (1 che rappresenta Velia, e 3 degli squadristi) con annessi piedistalli.

La Fuga di Velia: ciò che dà il via all’avventura.
Il fattore che dà il “LA” al gioco è l’incontro di Velia con Mussolini, quando lei va a richiedere la salma del marito. Mussolini, sentendosi in un certo modo “sgamato”, apre il fascio ad un inseguimento da parte degli squadristi al rincasare presso la villa di Fratta Polesine.
I giocatori, che possono essere da 1 a 6 e con almeno 8 anni, impersonando la moglie, dovranno sapientemente giostrarsi e fuggire con successo dagli squadristi che cercheranno in ogni modo di accerchiarla. Il game over avviene in due casistiche: se si raggiungono 3 malus, oppure se capita lo spawn di 3 squadristi. Tuttavia, il gioco ci concede anche diversi bonus ottenibili esplorando i vari eventi presenti sulla mappa e risolvendo enigmi, dove in ogni momento potremo cancellare alcuni malus/togliere squadristi. L’immedesimazione ed il coinvolgimento è garantito: perciò, vi evitiamo spoiler.

Il gioco crea un ottimo connubio tra enigmi, ragionamenti logici e di buon senso, concedendo una partita sì sotto la pressione degli squadristi, ma anche momenti di riflessione e conoscenza della Storia. Numerose le chicche ed easter eggs che sono reperibili sia nelle carte, sia nelle mappe, che vi invitiamo a scoprire. Un plauso agli autori per la massima cura e delicatezza nel trattare un tema buio della nostra Storia, e rendere giustizia a delle vittime delle prime battute del fascismo come lo conosciamo oggi. Nota positiva del prodotto è che fino a poco fa veniva distribuito gratuitamente in varie fiere del fumetto oppure effettuando un ordine di minimo 20 euro presso Officina Meningi. Da adesso, invece, le ultime 308 copie rimanenti sono reperibili presso l’Archivio di Stato di Rovigo: è pertanto necessario contattarli e sapere attraverso il loro canale dove saranno reperibili. Vi invitiamo a seguire la creatrice per tutti gli aggiornamenti circa alle prossime novità.
Chi era Giacomo Matteotti?
Giacomo Matteotti, segretario del Partito socialista unitario, si è distinto per il suo coraggioso discorso alla Camera contro i brogli elettorali e la dittatura nascente di Mussolini, nonostante sapesse che avrebbe pagato caro per la sua fedeltà agli ideali democratici. La sua vita, spesso oscurata dalla sua morte ingiusta, rivela un uomo di principi rigorosi, un intellettuale e uno studioso di diritto, economia e finanza, che non si è mai piegato di fronte alle avversità.
Matteotti era anche un appassionato di arte e cultura, un lettore vorace e poliglotta, e un amante del teatro, della musica e del cinema. La sua relazione con la moglie Velia Titta, poetessa pisana, era fondata sul rispetto reciproco e l’amore per la vita, nonostante le loro differenze di credo e posizioni politiche.
Cresciuto in una famiglia borghese, Matteotti ha tratto ispirazione dalla sua terra, il Polesine, e dalle condizioni di vita dei braccianti agricoli, scegliendo di aderire alla Gioventù socialista e diventando un fervente difensore dei diritti dei lavoratori. Il suo socialismo riformista lo ha portato a impegnarsi concretamente nella costruzione di circoli di lavoratori, cooperative, scuole e biblioteche, introducendo criteri di gestione finanziaria corretta e lottando per la riduzione delle disuguaglianze sociali.
Giacomo Matteotti, noto per il suo impegno politico e sociale, era anche un fervente antimilitarista. I suoi rapporti con Mussolini si deteriorarono con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, poiché Matteotti vedeva il conflitto come un ostacolo all’emancipazione del proletariato e un inutile sacrificio. Nonostante fosse esentato dal servizio militare, fu richiamato alle armi e trascorse tre anni in confino militare in Sicilia, lontano dalla sua amata Velia.
Dopo la guerra, guidò le lotte dei braccianti in Polesine con non-violenza, guadagnando il soprannome di “vaso di argilla moderato” tra i più radicali. Eletto alla Camera dei deputati nel 1919, vide la sua lista partitica conquistare tutti i 63 comuni polesani nelle elezioni amministrative del 1920, un risultato straordinario in un’area dominata da cattolici e agrari. Tuttavia, la sua opposizione al fascismo lo rese bersaglio di violenze e persecuzioni, culminate nel suo assassinio nel 1924.
Matteotti non si fermò mai, nemmeno dopo essere stato bandito dalla sua terra nel 1921. Continuò a combattere i fascisti con precisione e dedizione, guadagnandosi il soprannome di “Tempesta” tra i suoi compagni di partito. La sua lotta contro l’evasione fiscale, per l’equità delle imposte, la regolamentazione dell’urbanizzazione e la difesa dell’ambiente, lo portò a intervenire in aula più di cento volte in meno di cinque anni.
La sua condanna fu probabilmente segnata dal suo rendiconto sui crimini di Mussolini, ma fu il suo discorso del 30 maggio a smascherare gli ultimi inganni del fascismo che poté denunciare pubblicamente. Matteotti rimane un simbolo di giustizia sociale e di rispetto per le istituzioni democratiche, un uomo che ha combattuto fino alla fine contro il fascismo, nonostante le conseguenze mortali.
La sua figura rimane quella di un uomo verticale, un politico brillante e un riformista impegnato, che ha lasciato un’eredità di integrità e impegno nella storia italiana.




