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Recensione di Skull and Bones.

La recensione di Skull and Bones, titolo piratesco a cura di più case di sviluppo Ubisoft, uscito nel mese di febbraio 2024 dopo vari rinvii e cambi.

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recensione di skull and bones copertina principale

L’abbiamo tanto atteso, ed è finalmente arrivato. In questo articolo ci caliamo nel mondo piratesco con la recensione di Skull and Bones. Opera di una collaborazione nevralgica e capillare di numerose case Ubisoft, cui capitano dell’operazione è lo studio di Singapore, il videogioco GdR ci cala nel 17° secolo… un vero e proprio quadrupla A, dove la quarta sta per Aaaaaargh… Pirati! Siamo dei capitani, all’inizio abbastanza trasandati, delle vite di una (abbastanza numerosa rispetto alle dimensioni della prima nave) truppa di lupi di mare, che con fare sinergico si destreggia nel seguire le nostre disposizioni nella rotta dell’Oceano Indiano. Avremo sete di reputazione, e dovremo andare alla ricerca di un riscatto, per rivaleggiare e prevalere rispetto alle altre truppe, pur sempre con rispetto e fair play.

Ed è subito Crab Rave.

La Storia ci accompagna senza appesantirci troppo e motiva le meccaniche del gameplay.

Il gioco, in un intreccio ben ponderato tra storia base e multiplayer, ci cala subito nell’oceano, letteralmente aperto, con una natura open world ben riuscita, assieme ad altri valorosi pirati da tutte le parti del mondo. Punto centrale del videogioco sono i combattimenti navali, sostanzialmente affrontabili sia con e contro altri giocatori, sia con le navi della storia principale.

Qua la mano, naufrago! Per fortuna non siamo all’Isola dei Famosi…

La frammentazione di quest’ultima, basica, lineare ma efficace, si compone di diverse quest che mano a mano che si affrontano si sbloccano, con talune volte anche delle possibilità decisionali che definiscono il “carattere” del giocatore principale, scelte che però non dirottano troppo l’andamento della storia. Storia, sì, che però a volte può apparire vuota o senza grossi contenuti emozionanti. Siamo quindi portati a supporre che non sia altro che un grosso fil rouge che ci canalizza in un’ottica forse a modo suo interessante del gameplay.

Dai, questo è un panorama mozzafiato.

Tra una salpata e l’altra, quasi scontato dirlo, verremo anche a conoscenza di diversi nomi storici, leggende del mondo piratesco (Barbanera, Anne Bonny o il Kraken vi diranno sicuramente qualcosa e sono solo alcuni dei nomi che scopriremo). Potremo apprenderne la loro storia, scoprirli sin dai loro inizi e avere una rosa immersiva sui loro trascorsi burrascosi.

E parlando di nave, tiriamo subito fuori una nota dolente, che rieccheggia come il canto malefico di una sirena avvenente ma crudele allo stesso tempo, che rapisce i marinai più carnalmente libidinosi: le navi, che non sono esplorabili. Sembra, non potendole ispezionare, di essere in un GTA ma con le navi. Ci auguriamo vivamente che nei prossimi aggiornamenti, magari con un DLC (preghiamo il capitano dei bastoncini Findus che voglia sia gratuito). Il motivo è presto detto: sbloccare una economia interna alla nave, scoprire e snocciolare diversi riferimenti storici che possono comunque essere di spunto per diverse lezioni di cultura storica. Tanto, tempo per annoiarsi con tutte quelle traversate in mare c’è… perchè non sfruttare la traversata per questo?

Combat System e parco navi strategico e ben accessoriato.

Come se fossimo una concessionaria, collezioneremo e costruiremo lungo il percorso diverse navi. In questa recensione di Skull and Bones possiamo dire che ognuna ha le sue peculiarità e si vede idonea nei più disparati campi di applicazione. Possono esistere navi che vantano diversi comparti per un assortimento bellico efficiente, e navi che raggiungono velocità consistenti per tratte lunghe. Siamo noi stessi responsabili dell’approvvigionamento delle materie prime e di consumo (armi, palle da cannone, colpi, cibo, cucina del cibo, materie prime per riparazioni delle navi, …).

Caricare le palle di cannone!

A differenza della personalizzazione del proprio personaggio, a tratti scarna, non possiamo dire lo stesso delle navi. Ognuna ha diversi ornamenti estetici e/o funzionali che influenzano sulla loro operatività e altri che sono meramente estetici, ma che conferiscono un carattere diverso agli occhi degli altri giocatori. Possibile infatti personalizzare gli arredi, che consentono diversi vantaggi ad esempio bellici o di velocità, e anche esteticamente parlando le bandiere, lo scafo o le armi che possono contenere bonus interessanti, in base alle situazioni alle quali cui ci si vuole addentrare.

Anche l’equipaggio è fondamentale: in base a quale si recluta, le sorti della propria vita marina possono cambiare e presentare vantaggi non indifferenti durante le traversate. Fondamentale la gestione delle relazioni con gli altri, attraverso dei punteggi di fama ed infamia, che condizionano le relazioni con le altre fazioni. Vi è libertà nella gestione di quest’ultime: si può scegliere ad esempio se allearsi o contrastare pirati, leggende marine, mercanti e nazioni, condizionandone opportunità e ricompense e, perchè no, far scrivere il proprio nome nel Death Note -ahem- diario di bordo di qualche nemico.

La natura multiplayer consente di formare flotte assieme ad altri giocatori ed affrontare insieme le vicende, alleandosi e concorrendo insieme nell’avventura.

La componente multiplayer è interessante…

Una grafica che cerca di calarci nel mood piratesco.

Sebbene le navi in sè non sono esplorabili come personalmente auspicavo, ma fungono solo da mezzo di trasporto o combattimento e non quindi delle esperienze “interne” (ad esempio con negozi e servizi interni, commercianti/fabbri acquisiti in nave, eccetera), i biomi del gioco seppur all’80% composti di acqua riservano varie zone con fauna e flora, risorse, tesori, missioni, curiosità e clima distinti. Sono presenti anche diverse aree dove si può fare incetta di materiale, pacificamente e non, ed effettuare commerci che richiedono le loro valutazioni, in merito a volte alla convenienza/tassi di conversione a volte favorevoli e a volte non favorevoli, come è giusto che sia.

Magazzino interessante, ma occhio all’errore!

Esplosioni ponderatamente curate nel comparto grafico, arzigogoli, modelli poligonali delle navi e dei personaggi interessanti e abbastanza tendenti al realistico, strizzando l’occhio all’esperienza di combattimento in sè, che ricordiamo che fa da padrona.

Cosa che non va giù è una carenza di una guida progressiva vera e propria. Si viene subito calati in battaglia, non consci che saremo comunque (scusate lo spoiler, ma vi fa risparmiare un’arrabbiatura… spoiler in questo paragrafo tra 3… 2… 1…) costretti a perderla, e quindi lasciati con un misto di amarezza e confusione. Che sia una scelta voluta, per regolare il tiro, e ridimensionarci rispetto a delle entità più forti rispetto alle nostre misere barchette prese sul wish del nolo di barche?

Verdetto della recensione di Skull and Bones.

Il videogioco è letteralmente un roller coaster. Da un lato, le esperienze di combattimento sono vive, ben piazzate strategicamente, con un buon parco navi versatile. Da un altro, le personalizzazioni del proprio personaggio, bug ed imprecisioni testuali/grafiche e la storia principale fanno storcere il naso, quasi a voler lasciare più spazio alle rese dei conti tra i giocatori connessi da parte di tutto il mondo. Considerando però il punto di partenza da cui Skull and Bones nasce, ovvero un pezzo esperienziale di Assassin’s Creed Black Flag, che da una esperienza integrativa di quest’ultimo è stato costruito letteralmente un intero videogioco, possiamo considerare il tutto ben riuscito, tenendo a mente però le mancanze citate.

Skull and Bones
  • Voto Complessivo - 73%
    73%

In Breve

Skull and Bones ha dei lati positivi e negativi, che lo rendono un’esperienza non costante. Eccelle nel combattimento navale, che è piacevole, immersivo e ben fatto, e nella personalizzazione della nave, che offre molte opzioni e gratificazioni. Delude invece nella storia principale, che è semplice, scontata e poco coinvolgente, e nella ripetitività delle missioni e degli scontri, che rendono il gioco monotono e noioso dopo un po’.

Overall
73%
73%

Pros

  • Combat System molto ben curato
  • Coesistenza interessante tra multiplayer e natura open world …
  • Parco navi alquanto ampio e ben accessoriato
  • Traversate spesso mozzafiato …

Cons

  • Scarsa caratterizzazione del personaggio principale, con poche righe di dialogo/interazione
  • … con una storia che però almeno all’apparenza soffre di contenuti.
  • Doppiaggio a volte poco efficace (magari è voluto?)
  • … ma con una tendenza alla monotonia
  • Bug ed imprecisioni grafiche/testuali da sistemare
  • Navi non esplorabili
  • HUD e gestione degli incarichi assolutamente da rivedere
  • Rapporto prezzo-contenuto incerto
RASSEGNA PANORAMICA
Voto Complessivo
73 %
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Da sempre appassionato all’ambito tecnologico, e in qualsiasi cosa che si riferisce all’interazione uomo-macchina. Gamer, che perlopiù gioca per diletto e per rilassarsi, tendenzialmente con spirito competitivo e di squadra. Gioca con qualsiasi tipo di console, non ha preferenze, anche se il suo “primo amore” è stata la console portatile Nintendo DS, nel 2005/2006. Amante del retrogaming e di qualsiasi cosa tecnologica. Ha a cuore il Graphic Design, la fotografia e ama qualsiasi tipo di animale… soprattutto i gatti!
recensione-di-skull-and-bonesSkull and Bones ha dei lati positivi e negativi, che lo rendono un'esperienza non costante. Eccelle nel combattimento navale, che è piacevole, immersivo e ben fatto, e nella personalizzazione della nave, che offre molte opzioni e gratificazioni. Delude invece nella storia principale, che è semplice, scontata e poco coinvolgente, e nella ripetitività delle missioni e degli scontri, che rendono il gioco monotono e noioso dopo un po'.
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