Sin dalla nascita di questo pianeta, ci sono state sempre piccole o grandi guerre. Dapprima solo per il cibo, con l’uomo si è arrivati a quelle per la supremazia territoriale (e non solo) e così via. Arrivati ai giorni nostri, tristemente le guerre esistono ancora, ma non voglio parlarvi di guerre reali, non ho né la voglia, né le competenze per farlo. Voglio parlarvi di un altro tipo di guerra, nato verso la fine degli anni 70, in gergo videoludico della guerra mediatica più accesa dall’alba dei videogiochi, con l’avvento di internet, peggiorata in modo esponenziale. Voglio raccontarvi la storia delle Console Wars! Andremo a ricordare le tappe storiche che come detto prima, esiste sin dagli albori di questo settore. Prima che scoppiassero le vere e proprie fiamme di questa guerra, c’era come di consueto, la classica quiete prima della tempesta.

La nascita delle Console casalinghe fino alla crisi del 1983
Siamo nel 1972, la Magnavox lancia sul mercato la console Odissey, prima vera console casalinga. Lanciata con un prezzo fin troppo alto per l’epoca ($99) e per la natura del prodotto a molti sconosciuto, ma anche con una campagna di marketing parecchio scadente, si rivelò un insuccesso commerciale, ma che ebbe nel suo piccolo, un impatto non indifferente per un medium ancora acerbo e che era solo agli inizi.

Senza accorgersene, diede parecchi indizi alla concorrenza sulla strada da percorrere e aziende come Atari e Coleco lanciarono sul mercato parecchi dispositivi, spesso “guerreggiando” sulle proprietà intellettuali di questo o quel software. Conflitti spesso inutili che non portarono altro che a magazzini pieni di paccotiglia inutile ed invenduta e utenti, seppur in crescita a non correre piu dietro a questa inutile farsa. Tutto questo infatti, portò nel 1983 al famoso “Crack dei videogiochi”. Molte aziende finirono in bancarotta e ci fu un vero e proprio disastro commerciale del settore. Per fortuna ci fu chi si fece coraggio e pianificò il tutto senza tralasciare nessun dettaglio, sia a livello di marketing che qualitativo, trovando terreno fertile, in un mercato lato utente tanto deluso dagli anni precedenti.
Nintendo e l’era d’oro dei videogiochi
Stiamo parlando di Nintendo, che nel 1985 si presentò al grande pubblico con il Famicom, a noi europei conosciuto con il nome di NES, ovvero Nintendo Entertainment System. La sua console, che fece breccia anche negli States, di fatto resuscitò il mercato videolidudico anche in Occidente. Alla fine del mercato 8bit, Nintendo comandava nel settore dei videogiochi, con una concorrenza poco all’altezza.

L’era dei 16bit: Inizia la prima Console War
A fine anni 80 però qualcosa, nella terra del Sol Levante cambiò e ci fu chi decise di vincere la guerra dei 16bit, la SEGA con il lancio di Megadrive (Genesis). Il metodo fu un po’ subdolo e fuorviante, giocando sui propri punti di forza rispetto alla concorrenza, pubblicizzando addirittura feature poco usate o inesistenti.

La campagna, almeno per quanto riguarda gli USA funzionò, visto che da quelli parti tanto adoravano l’antagonismo sino a vere e proprie manifestazioni di supremazia fra Mario e Sonic nei cortili delle scuole a colpi di sfottò, che seppur bambinate, diedero un impulso strepitoso al mercato.

In piena espansione e il continuo sfidarsi fra Sega e Nintendo giovò tantissimo al mercato che diede all’utenza esperienze memorabili con giochi strepitosi. Alla fine Sega Megadrive non superò mai le vendite di Super Nintendo, ma il piano malvagio in parte funzionò. Alla fine della fiera, la prima console war fu un fenomeno circoscritto ai soli Stati Uniti, ma bisogna riconoscere però il peccato originale dell’industria, ovvero creare un clima “bellicoso” sino a distorcere la realtà nel pubblico e tutto questo ha lasciato un segno nella gaming culture.

Console Wars: Entra in campo Sony Playstation
Arriviamo al 1994, quando fece il suo esordio Sony nel mondo dei videogiochi con Playstation e consacrando la grafica in 3D. L’obbiettivo, perfettamente riuscito da parte di Sony, fu quello di creare una macchina versatile, in grado di accogliere qualsiasi fetta di pubblico. La campagna pubblicitaria, mantra di Sony è che Playststion era la macchina perfetta per i videogiocatori di tutte le età. Riprese in pratica in mano l’obbiettivo che si era preposto Sega qualche anno prima, ma senza le esagerazioni e portando al grande pubblico una motivazione importante, cioè che il videogioco non è assolutamente un giocattolo ad alta tecnologia. Con un parco titoli sconfinato, supportato dalle più grandi major del settore, Sony riuscì in una impresa a quei tempi ritenuta impossibile, sfilare la corona di re del mercato a Nintendo.

Con 100 milioni di console vendute, contro le “sole” 33 di Nintendo 64 e i 9 di Sega Saturn, Sony si portò a casa la generazione. Ricordiamo che Nintendo aveva pezzi da 90 come Mario 64 e Ocarina of Time, ma la varietà di offerta di Playstation era semplicemente insuperabile. In questo periodo comunque, bisogna ribadire che la console war riguardava più il reparto marketing che le varie community di videogiocatori
Ci ritroviamo qui la prossima settimana per la seconda parte!





