Sono passati alcuni mesi da quando Contraband Police è stato rilasciato da PlayWay e dalla casa di sviluppo Crazy Rocks Studios in Polonia. Il gioco in questione, ispirato al famosissimo cult Papers, Please, vede il protagonista, un agente di polizia impegnato alla dogana dell’Acaristan (uno stato comunista dittatoriale che ricorda per molti aspetti l’Arstotzka di Papers, Please), impegnato nel controllo della frontiera questa volta in 3D. Ebbene si, in questo nuovo gioco bisognerà ispezionare non solo i documenti ma anche le vetture e i carichi dei volenterosi di attraversare la frontiera. Questa introduzione delle tre dimensioni ha portato ad un arricchimento del gameplay, che lo rende inevitabilmente più complesso; tuttavia questo arricchimento che arriva persino alla creazione di una vera e propria mappa di gioco in cui potersi muovere con i mezzi della polizia per andare a lasciare i prigionieri nel campo di lavoro oppure i prodotti di contrabbando presso il deposito della polizia.
In questo stato, tuttavia, non si è affatto realizzato il comunismo utopico che probabilmente i primi rivoluzionari speravano, infatti le persone vivono nell’assoluta povertà sotto le stringenti norme di un governo disinteressato al popolo che, talvolta, si ribella aderendo ad due principali bande armate. Questi traditori della patria attaccheranno il tuo veicolo per liberare contrabbandieri e compagni ma, occasionalmente, anche la dogana. In questi casi il gioco diventa anche un gioco d’azione in cui bisogna eliminare i ribelli grazie alle armi acquistate o fornite dal governo.
Non mancano ovviamente i tentativi di corruzione alla frontiera nonché la possibilità di collaborare con i ribelli ma bisognerà sempre prestare grande attenzione all’ispettore che manovra i fili dall’alto, elargendo privilegi a chi aiuta il regime ma dimostrandosi spietato nei confronti dei traditori.
Potremmo dire, quindi, che effettivamente Contraband Police riesce a prendere Papers, Please e proporlo in una nuova unica modalità 3D, dimostrandosi non solo all’altezza del compito, ma riuscendo addirittura a superare il vecchio cult?
La risposta purtroppo è no, Contraband Police non riesce a perfettamente nello scopo. Nonostante Contraband Police si dimostra un titolo valido e completo, non riesce a dimostrarsi all’altezza di Papers, Please che, nella sua semplicità, racchiusa in una manciata di pixel, riesce a coinvolgere molto meglio il giocatore che si commuoverà per la storia di Sergiu, sarà divertito o infastidito dal comportamento sconsiderato di Jorji, sarà intimidito dall’austerità dell’ispettore oppure ancora troverà intrigante la cospirazione dell’Ordine di EZIC.
In parole povere potremmo dire che Contraband Police non arriva a raggiungere le profondità dell’animo del giocatore che rimane comunque distaccato dagli eventi, apprezzando comunque il gameplay oltre che la trama, ma senza avere quella sensazione di essere letteralmente trascinato dal flusso degli eventi all’interno del gioco. Papers, Please, invece, pur avendo un gameplay molto meno complesso rimane una vera e propria opera d’arte, inimitabile, nel mondo dei videogiochi; una pietra miliare che, nella sua semplicità, è ancora distante da Contraband Police, che rimane un titolo apprezzabilissimo e molto divertente, molto vicino ad un gestionale, che riesce a regalare delle ore esilaranti. Potremmo quindi continuare ad affermare, almeno per ora, “GLORIA AD ARSTOTZKA”.






