OpenAI è una famosissima società che si occupa di intelligenza artificiale fondata a San Francisco nel 2015. Questa ha il merito di aver creato un’intelligenza artificiale centrata sul dialogo, ChatGPT, che ha riscontrato enormi successi dal momento stesso del suo ingresso sul mercato nel novembre del 2022. Questo risultato dell’azienda ha portato ad incassi e finanziamenti enormi sia da parte dello stato che da parte di investitori privati, in particolare da Microsoft che ha intenzione di stanziare 10 miliardi di dollari nel progetto. La strada del successo per questa impresa, come per tutte le altre, non è stata affatto priva di difficoltà, infatti sin dal momento in cui sono stati testati per la prima volta dialoghi con ChatGPT è emerso un gravissimo problema che ne comprometteva il funzionamento. ChatGPT è infatti stata istruita per ricavare le informazioni per il proprio funzionamento da internet, tuttavia questo ha permesso all’intelligenza artificiale di imparare non solo ciò che era utile per la conversazione civile, ma anche numerosissimi commenti razzisti, sessisti, omofobi ecc. che aveva trovato nella sua ricerca, fino addirittura a poter fornire una descrizione accurata di abusi sessuali, omicidi o suicidi, anche questietrovati sul web. OpenAI sembrava essere caduta in un problema irrisolvibile: come poter rendere meno “tossico” il modo di esprimersi di ChatGPT?
La complessità del problema derivava infatti dalla mole di dati analizzati dato che, provenendo questa da internet stesso, non sarebbe stato possibile per esseri umani compiere un tale lavoro di filtraggio. Una soluzione venne trovata osservando il funzionamento di applicazioni o social come Facebook che aveva già imparato a riconoscere questo tipo di linguaggio e filtrarlo, tuttavia, anche in questo caso, per eliminare completamente il linguaggio “tossico” sarebbe stata necessaria una grande quantità di “esempi da imitare” da fornire a ChatGPT, e quindi una grande quantità di forza lavoro. Anche questo ostacolo non ha fermato OpenAI che, imitando molte aziende americane, invece di assumere manodopera costosa negli Stati Uniti, ha optato per una soluzione più economica, spaventosamente più economica. OpenAI ha infatti assunto dipendenti dal Kenya, dall’Uganda e dall’India pagandoli meno di 2$ l’ora. Questo metodo, rivelatosi mostruosamente funzionale, ha gettato delle ombre su OpenAI ed il trattamento dei dipendenti “fuori sede”, infatti in India Uganda e Kenya le normative sulla sicurezza del lavoro sono quasi completamente assenti. Inoltre lo stipendio medio lavorando 8 ore al giorno 7 giorni su 7 si rivela essere anche inferiore rispetto alla media nazionale.
Al giorno d’oggi l’opinione pubblica è spaccata su questo tema, infatti se da un lato si parla di filantropi che permettono ai più poveri abitanti del terzo mondo di lavorare e quindi sopravvivere, dall’altro mette in evidenza una condizione lavorativa disumana, fuori da ogni convenzione occidentale. Nonostante sembra impossibile rimanere indifferenti davanti a questa realtà i governi occidentali lo fanno continuamente. OpenAI, un’altra azienda di successo che ha generato il suo valore grazie allo sfruttamento di chi è meno fortunato di noi.

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