Dopo aver parlato del bellissimo “Per favore non mordermi sul collo“, era impossibile fare a meno di proporvi la recensione di un altro film dello stesso regista. Roman Polanski è infatti un autore talmente grande che sarebbe un peccato non conoscere le sue affascinantissime opere. Ed è proprio per questo che oggi ho deciso di consigliarvi “Rosemary’s Baby”.
Grande classico del genere horror, questo è senza dubbio uno dei più grandi capolavori di Polanski, grazie al quale trovò zitto il successo internazionale.
Tale pellicola, datata 1968, è uno degli horror più importanti della “nuova Hollywood”, poiché ha introdotto l’occultismo come nuovo tema alberi film di questo genere. Nonostante “Rosemary’ s baby” abbia 54 anni, risulta un’opera modernissima che ancora oggi riesce a trasmettere tanta angoscia.

La trama
Rosemary e Guy Woodhouse sono una coppia appena sposata che si trasferisce in una vecchia casa a New York. L’appartamento, noto per la sua storia oscura, presenta dei vicini molto premurosi (anche troppo) nei confronti della coppia, ma al contempo risultano bizzarri e misteriosi.
Guy è un attore teatrale che aveva fatto ruoli di nicchia, ma tutto ad un tratto, per un inquietante coincidenza la sua carriera comincia a decollare.
Si scoprirà poi, con orrore, che Guy e i vicini di casa fanno parte di una setta satanica. Infatti lui ha fatto un patto con il diavolo promettendogli suo figlio nascituro in cambio del successo.
L’horror di Polanski.
Uno dei tratti distintivi di quasi tutti i film di Polanski è un particolare senso di inquietudine.
Quando però egli si approccia all’horror, come prima in “Repulsione” e poi ne ” L’inquilino del terzo piano”, questa inquietudine diventa sempre più intensa.
Per Polanski la componente psicologica conta tantissimo.
Per questo, vuole che lo spettatore si immedesimi con una Rosemary continuamente perplessa a causa del bizzarro comportamento dei vicini e di quello che le succede attorno. Ma allo stesso tempo, a differenza dello spettatore, la protagonista è meno consapevole del male di cui questi personaggi sono portatori.
Per scoprire in toto l’orribile e spaventosa realtà, dovremo però aspettare insieme a Rosemary fino alla fine, dove l’angoscia è ormai giunta alle stelle.
Oltre ad essere il primo film che tratta esplicitamente il tema del satanismo, esso ci parla di come il male più grande si nasconda dappertutto, in questo caso dieetro a persone apparentemente normali. Ed è proprio per questo che “Rosmary’s baby” riesce ancora oggi a far così tanta paura!
Un incredibile forma.
La tensione è costruita alla perfezione da Polanski attraverso una regia stratosferica e una fotografia molto d’effetto.
Ottimi il montaggio, i costumi e le scenografie e indimenticabile la colonna sonora di Krzysztof Komeda (I titoli di testa con quell’ inquietantissima ninna nanna difficilmente ve li scorderete!).
Ottimo anche il lavoro del cast.
Mia Farrow e John Cassavetes insieme hanno una chimica straordinaria!
La prima riesce ad esprimere tutte le perplessità e il terrore della protagonista, l’altro invece è semplicemente perfetto per il ruolo del marito dagli oscuri segreti.
Ma una delle performance più iconiche in questo film è sicuramente quella di Ruth Gordon nei panni della vicina di casa che nessuno, dopo la visione del film, spera di non avere!
In conclusione.
Se siete appassionati dell’horror e non avete mai visto “Rosemary’s baby vi consiglio di recuperarlo immediatamente perché vi siete persi una vera e propria pietra miliare di questo genere!






